Continuano le nostre informazioni sul padel, grazie alla collaborazione del prof. Mauro Casaleggio.
TRAUMA DISTORSIVO DEL GINOCCHIO
Il ginocchio è una articolazione complessa, sottoposta a forze che si esprimono contemporaneamente su più piani, sottoponendo le strutture ossee, capsulari, legamentose e mio-tendinee a notevoli sollecitazioni.
Ai movimenti di estensione del ginocchio partecipa il muscolo Quadricipite Femorale, ai movimenti di flessione partecipano il muscolo Bicipite Femorale, Semitendinoso, Semimembranoso, Gracile e Sartorio.
La funzione di stabilità del ginocchio è garantita da:
1: LEGAMENTI COLLATERALI Mediale o interno, Laterale o esterno che garantiscono la stabilità in varo/valgo;
2: LEGAMENTI CROCIATI Anteriore e Posteriore che stabilizzano il ginocchio sia in senso rotatorio che in senso anteroposteriore;
3: LEGAMENTI ALARI che garantiscono in sede la rotula;
4: LEGAMENTI DEI MENISCHI che partecipano, insieme alla capsula articolare, alla stabilità dei menischi ovvero al proprio corretto posizionamento all’interno dell’articolazione;
5: CAPSULA ARTICOLARE è un manicotto di tessuto fibro-elastico che consente la continuità dei due capi articolari.
La funzione dei menischi è ammortizzante (il menisco laterale è più mobile di quello mediale; in ciascun menisco il corno anteriore ha una motilità maggiore rispetto al corno posteriore). La ridotta motilità del menisco mediale posteriore può provocare un grande stress in questa zona e ciò può spiegare la maggiore frequenza delle lesioni del corno posteriore del menisco interno.
La distorsione del ginocchio può essere in VARO CON ROTAZIONE INTERNA (il piede rimane bloccato al suolo mentre il femore tende a ruotare verso l’esterno rispetto alla tibia, il legamento crociato anteriore è nella sua massima tensione e può andare incontro a rottura. Il piatto tibiale tende a sublussare anteriormente con possibile lesione capsulare anterolaterale, anche il menisco esterno può essere lesionato.
In VARO CON ROTAZIONE ESTERNA è il meccanismo più frequente e può coinvolgere Legamento Collaterale Mediale, Legamento Crociato Anteriore e Menisco Mediale (triade sfortunata). In questo caso la tibia, con il piede fisso rispetto al terreno, subisce una rotazione esterna con il femore in rotazione interna: la tibia viene inoltre forzata in abduzione con possibili lesioni capsulo-legamentose mediali e del Legamento crociato anteriore.
Il ginocchio ha una motilità compresa tra 0° e 140° in estensione/flessione, minima motilità in varo/valgo 3°/4° e qualche grado di motilità rotatoria è possibile solo con ginocchio in flessione.
Nei traumi distorsivi di ginocchio le patologie più frequenti sono: lesioni meniscali interne, esterne o di entrambi i menischi; lesioni del legamento crociato anteriore o posteriore; lesioni dei legamenti collaterali esterno od interno; frattura del piatto tibiale; lussazione o sublussazione rotula. Sono frequenti l’associazione tra lesione meniscali e legamentose (sia crociati che collaterali).
SINTOMATOLOGIA: edema, dolore, impotenza funzionale, instabilità e talora sensazione di cedimento
DIAGNOSI: esame clinico, esame obiettivo, RMN
Il TRATTAMENTO: può essere conservativo o chirurgico ed in entrambi i casi l’obiettivo è raggiungere la massima abilità motoria possibile.
La scelta è subordinata alla gravità della lesione, all’età, allo stile di vita del pz., al peso, allo sport praticato e alle richieste funzionali espresse dal pz. In caso di trattamento conservativo fondamentale ed indispensabile è il progetto riabilitativo mirato al lavoro propriocettivo (svolto su piani instabili come tavolette, tappetini elastici e cuscinetti ad aria) e a un percorso dedicato agli esercizi di rinforzo muscolare come meccanismo di stabilizzazione del ginocchio. Utile la terapia fisica a scopo analgesico, antiedemigeno ed antiinfiammatorio. Il programma riabilitativo gioca un ruolo di primo piano nella ripresa della funzionalità completa del ginocchio e consiste in varie fasi: sostegno psicologico, diminuzione del dolore e dell’edema; recupero completo dell’articolarità e del movimento; recupero della forza e della resistenza muscolare; recupero della coordinazione; recupero del gesto atletico specifico; promozione dei tempi di guarigione; evitare recidive.
TENDINITE ROTULEA/ENTESOPATIA TENDINE ROTULEO
La ripetizione della gestualità del movimento sport-specifico, per tempi lunghi ed alta intensità come ad esempio accade nel padel, può determinare una azione meccanico-traumatica che può causare una patologia specifica la cui eziologia è il sovraccarico funzionale-overtraining. Nel padel i continui e ripetuti cambi di direzione, gli arresti e le ripartenze, la velocità del gioco e di conseguenza del gesto atletico sono fattori eziologici e predisponenti della TENDINITE ROTULEA o ENTESOPATIA DEL TENDINE ROTULEO. I fattori predisponenti si dividono in ESOGENI ed ENDOGENI.
FATTORI ESOGENI: terreni di gioco, calzature non idonee, condizioni climatiche, errata esecuzione del gesto atletico, errori dietetici, intensificazione dell’attività. FATTORI ENDOGENI: dismetria degli arti, difetti di assialità che possono provocare carichi eccessivi sul tendine, ginocchio varo/valgo, piede piatto/cavo, squilibrio di forza tra muscoli estensori e flessori della coscia, maleallineamento femoro-rotuleo, età usura.
Nel tendine rotuleo il sovraccarico determina una lesione inizialmente infiammatoria, tendinite o entesopatia inserzionale del tendine, poi di tipo degenerativo: la tendinosi. Talora può essere interessato il peritenonio (tessuto connettivo che circonda il tendine) e procurare una peritendinite o tenosinovite. L’impegno dell’apparato estensore degli Arti Inferiori presente nel padel è alla base della tendinite rotulea o entesopatia del tendine rotuleo o Jumper’s Knee o ginocchio del saltatore. Nella maggior parte dei casi è interessato il tendine rotuleo in corrispondenza della sua origine a livello del polo inferiore della rotula, mentre risultano più rare le manifestazioni a carico del tendine quadricipitale e del tendine rotuleo distale.
SINTOMATOLOGIA: dolore localizzato nella regione anteriore del ginocchio in sede sovra o sotto rotulea. L’esordio è subdolo, inizialmente sparisce dopo un breve periodo di riposo, ma si ripresenta alla ripresa dell’attività. E’ esacerbato dalla digitopressione e dalla estensione contro resistenza della gamba. Impotenza funzionale.
DIAGNOSI: esame obiettivo, ecotomografia e RMN.
TRATTAMENTO: deve essere mirato ad evitare la cronicizzazione e/o la rottura delle fibre. Inizialmente riposo, ghiaccio, riabilitazione, bendaggi e taping, terapia fisica, infiltrazioni con fattori di crescita (RF) o cellule mesenchimali. Al persistere del dolore e della limitazione funzionale il trattamento può diventare chirurgico per via artroscopica.
Mauro Casaleggio
Primario del Dipartimento di riabilitazione di Asl 3