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Spettacoli

La bohème al Teatro Carlo Felice

Super User 10 Dicembre 2019 1031 Visite

La bohème di Giacomo Puccini, una delle opere liriche più popolari al mondo, va in scena al Teatro Carlo Felice a partire da venerdì 13 dicembre alle ore 20, con repliche fino al 29 dicembre.

Tenuta a battesimo il 1° febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, La bohème è il titolo che rivelò definitivamente la modernità musicale e teatrale di Puccini, allora trentottenne. L’opera è ambientata in una Parigi di metà Ottocento che, secondo Debussy, nessuno aveva mai saputo descrivere meglio in musica; la Parigi della folla di avventori del “Caffè Momus”, esempio straordinario di caos musicale organizzato, delle trombe da fiera, che anticipano di quasi vent’anni quelle di Petruška di Stravinskij, dell’atmosfera desolata della Barrière d’Enfer coperta dalla neve, resa con timbri rarefatti che nessuno aveva mai osato prima. Tra esplosioni vitali tanto travolgenti quanto effimere, parentesi liriche commoventi e strazianti (immancabili in Puccini) e invenzioni compositive senza precedenti, la partitura di Bohème è una di quelle che segnano un prima e un dopo nella storia del teatro d’opera. Con Puccini, i giovani  bohémiens, gli aspiranti artisti sempre in bolletta immortalati da Henri Murger nel romanzo Scènes de la vie de bohème, irrompono nell’opera e la scompaginano, contaminando la musica e il racconto teatrale con il loro modo di vivere scapestrato e “alla giornata”.

Proprio questo aspetto giocoso di Bohème, spesso trascurato, è al centro della regia di Augusto Fornari, nell’applaudito allestimento che il Teatro Carlo Felice ha prodotto alcuni anni fa e che ora ripropone al suo pubblico con la collaborazione dell’assistente alla regia Lorenzo Giossi. «È con stupore – spiega Fornari – che m’è parso di ritrovare nei meccanismi drammatici del capolavoro pucciniano il “Gioco” come elemento propulsore della storia. Il “Gioco” quello serio, con la G maiuscola, quello dei bambini, quello che va fino in fondo, che irride la fame, il freddo, la povertà, la ricchezza, la borghesia, gli schemi sociali, quello che vorrebbe sgambettare la morte.» Illuminate da Luciano Novelli, le scene del pittore e artista genovese Francesco Musante (che firma anche i costumi), fiabesche, fumettistiche, a tratti da libro illustrato per bambini, esaltano a tal punto la visione registica di Fornari da diventarne un elemento imprescindibile. 

A dirigere l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice, Andrea Battistoni, che, dopo il recente successo – sempre a Genova – del Trovatore si conferma come uno dei più significativi direttori d’orchestra italiani della nuova generazione. Battistoni, nelle ultime tre recite, lascerà il podio a un altro giovane direttore, Leonardo Sini, vincitore del Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di direzione d’orchestra Maestro Solti. Di grande prestigio il cast, che vede Rebeka Lokar (recentemente applaudita come Leonora ne Il trovatore) e Serena Gamberoni alternarsi nel ruolo di Mimì, e Stefan Pop come primo Rodolfo, in alternanza con il giovane Gabriele Mangione e un altro tenore di grande fama, Celso Albelo. Marcello è interpretato da uno dei giovani baritoni attualmente più apprezzati, il genovese Michele Patti, e da un esperto del ruolo, Alberto Gazale. Musetta, a cui è affidato l’omonimo valzer, una della pagine più celebri dell’opera, è interpretata dalla giovane ma già affermata Lavinia Bini in alternanza con Francesca Benitez. Completano il cast Romano Dal Zovo (Colline), Giovanni Romeo e Italo Proferisce (Schaunard) e Matteo Peirone (Benoît e Alcindoro).  Maestro del Coro, Francesco Aliberti, Maestro del Coro di Voci Bianche, Gino Tanasini. 

Scienza Rap, alla Corte

Super User 06 Dicembre 2019 840 Visite

Domenica 8 dicembre (ore 10) nel foyer del Teatro della Corte ultimo appuntamento con “Domenica che Storia!” intitolato SCIENZA RAP. Teresa Porcella e Annalisa Bugini hanno ideato un metodo rivoluzionario per conoscere la scienza divertendosi: imparare formule e teoremi a tempo di rap grazie ad una serie di esperimenti facili da realizzare e coinvolgenti, divisi in diverse sezioni a seconda della location in cui ci troviamo. Ognuno è descritto e introdotto da uno scatenato rap, risultando così divertente seppur ineccepibile dal punto di vista scientifico. Fra canzoni, basi hip-hop ed esperimenti, scoprirete come fare le bolle di sapone senza sapone, come disegnare un cerchio con un righello anziché con un compasso e tante altre piccole imprese apparentemente impossibili.
L’appuntamento è per domenica 8 dicembre alle ore 10 nel foyer del Teatro della Corte. Al termine dell’incontro che dura circa 60 minuti, gli spettatori possono godersi una gustosa colazione in teatro, offerta da MOG e Latte Tigullio.

Biglietti (colazione inclusa) 4 euro per i ragazzi sino a 14 anni, 6 euro per gli adulti.

La biglietteria del Teatro della Corte apre alle ore 9.30.

DOMENICA CHE STORIA!
8 dicembre ore 10 foyer della Corte

SCIENZA RAP con Teresa Porcella e Annalisa Bugini

Alessandro Giglio presidente del Teatro Nazionale di Genova

Super User 05 Dicembre 2019 1162 Visite

L’assemblea dei soci del Teatro Nazionale di Genova, composta da rappresentanti del Comune di Genova, della Regione Liguria e della Camera di Commercio, si è riunita il giorno 4 dicembre ed ha eletto all’unanimità il nuovo Presidente del Teatro: Alessandro Giglio succede a Gian Enzo Duci che rimane nel Consiglio di Amministrazione e a cui va il ringraziamento di tutta l’Assemblea per l’impegno e l’attenzione profusa da Presidente.
Durante la presidenza Duci, iniziata il 1° marzo del 2016, è avvenuta l’unione fra il Teatro Stabile di Genova e il Teatro dell’Archivolto, che in seguito ha portato al riconoscimento di Teatro Nazionale (marzo 2018).
Il neo presidente Alessandro Giglio dichiara: «Sono emozionato di essere uscito 37 anni fa come allievo del Teatro Stabile di Genova e di essere rientrato 36 anni dopo come consigliere ed oggi come Presidente, ho vissuto il Teatro attraversando tutte le professioni legate ad esso fino a diventare produttore di spettacoli che mi hanno dato l’onore di lavorare al fianco dei più importati registi e attori del panorama internazionale. Nonostante la mia carriera mi abbia momentaneamente allontanato da questa professione, sono estremamente felice di rientrare nel meraviglioso mondo della prosa in uno dei Teatri più importanti al mondo. Devo ringraziare il Presidente Gian Enzo Duci ed il Direttore Angelo Pastore per il lavoro svolto in questi ultimi anni, che hanno reso il teatro ancora più grande ed importante. Spero di essere all’altezza di chi mi ha preceduto e di portare avanti il testimone, affiancato da Davide Livermore, verso ulteriori e sempre più importanti traguardi».

Una notte all’opera con Serena Gamberoni

Super User 05 Dicembre 2019 1591 Visite

Tra le tante iniziative che animeranno Genova e la Liguria nel periodo delle feste natalizie, anche un concerto speciale che il Teatro Carlo Felice offrirà alla città: Una notte all’Opera, lunedì 9 dicembre al Teatro Modena, alle ore 20:45. Protagonisti, tre nomi prestigiosi del panorama lirico internazionale legati alla nostra città: il soprano Serena Gamberoni, genovese ormai da quindici anni, e i genovesissimi Fabio Armiliato, tenore, e Michele Patti, baritono. Accompagnati al pianoforte da Sirio Restani, organista, pianista, clavicembalista e compositore, da oltre trent’anni Maestro Collaboratore di Sala del Teatro Carlo Felice, i tre cantanti spazieranno dal grande repertorio operistico (Otello e La traviata di Verdi, Tosca e La bohème di Puccini, Le nozze di Figaro di Mozart), alla canzone napoletana (Core ‘grato di Salvatore Cardillo e Non ti scordar di me di Ernesto De Curtis) e al tango (Por una cabeza di Carlos Gardel), per chiudere con il duetto “Tace il labbro” da La vedova allegra di Franz Lehár, senza dimenticare un classico della musica natalizia come White Christmas di Irving Berlin. Un programma, dunque, per tutti, non solo per gli appassionati d’opera. Il concerto sarà a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, su invito (valido per massimo due persone) da ritirare presso le Biglietterie del Teatro Carlo Felice e del Teatro Modena negli orari di apertura.
Al concerto assisteranno il Presidente della Regione Giovanni Toti e il Sindaco Marco Bucci, che si recheranno al Teatro Modena dopo aver presenziato all’accensione dell’albero donato a Sampierdarena dal Parco Regionale della Val D’Aveto. Molto soddisfatto il Sovrintendente Claudio Orazi, che ha voluto il concerto proprio per rispondere alla vocazione territoriale dell’attività musicale del Teatro Carlo Felice, così come auspicato da Regione e Comune, Soci Fondatori della Fondazione lirico-sinfonica genovese: «Il concerto denominato Una notte all’Opera nasce dalla sensibile richiesta e volontà della Regione Liguria in collaborazione con il Comune di Genova di estendere l’offerta musicale in ambito cittadino e territoriale. Il Teatro Carlo Felice desidera corrispondere a tale indirizzo impegnandosi anche per il futuro ad implementare in maniera molto significativa, per quantità e qualità, le produzioni musicali su tutto il territorio della Regione Liguria. Tali iniziative, fra l’altro, rientrano pienamente tra gli obiettivi statutari della Fondazione lirica che anche con serate come quella del 9 dicembre presso il Teatro Modena è capace di promuovere la grande tradizione operistica italiana. I famosi interpreti che parteciperanno al concerto – Serena Gamberoni, Fabio Armiliato e Michele Patti, accompagnati al pianoforte da Sirio Restani – saranno i migliori testimoni del belcanto offrendo la possibilità ad ogni cittadino di avvicinarsi a questo genere musicale. Il concerto è previsto ad ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili, per festeggiare il Natale in un importante Teatro della nostra città.»

I pirati dei carruggi

Super User 05 Dicembre 2019 1850 Visite

La parola "pirata" deriva dal greco "peiratès" che significa "colui che cerca la sua fortuna nelle avventure". Ed è proprio in una nuova avventura che i Pirati dei Caruggi, con insensato ottimismo natalizio, cercano le loro fortune. Sabato 28 dicembre si esibiranno infatti al Teatro della Corte in “Torta di riso night”. Questi originali discepoli liguri dei Fratelli Marx, in una ruggente notte all’opera, si conceranno per le feste e offriranno ai loro concittadini uno show in cui si alternano grandi classici visti in tv, canzoni e scenette inedite. Momenti esilaranti che, con difformi e cangianti espressioni, si nutrono tutti della stessa linfa abrasiva e paradossale che pervade l’umorismo di quelli che Aldo Grasso ha definito “i Monty Python di Vico Vegetti”.

Reduci da 4 stagioni di sistematici sold out alla Claque del Teatro della Tosse e da quello estivo dell’Arena del Mare, I Pirati dei Caruggi, dopo ventimila pieghe sotto i mari, dopo aver scoperto il Passaggio a Genova-Ovest e dopo essere andati a nuoto fino a Kyoto, con “Torta di riso night” si cimentano in una nuova missione impossibile: fare ridere mille genovesi che hanno pagato.

Tenetevi pronti ad un inarrestabile best of del loro teatro comico, spiazzante, aguzzo, volutamente irriverente e saltuariamente intelligente: dai tormentoni che spopolano sul web, ai video virali su Facebook, una vorticosa giostra di personaggi, gag, canzoni per tramortirsi dal ridere. I Pirati vi aspettano al Teatro della Corte ma mi raccomando la puntualità: il rischio per chi fa tardi è che la Torta di Riso sia finita!

I Pirati dei Caruggi sono: Enrique Balbontin, Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino, Andrea Ceccon.

Biglietti: 25 euro 1° settore, 20 euro 2° settore.

La cena delle belve, alla Corte

Super User 02 Dicembre 2019 776 Visite

Nella Roma occupata dai nazisti, il caso e un invito a cena costringono sette amici a una scelta estrema. È La cena delle belve, trasposizione italiana di un clamoroso successo francese, tratto dalla commedia di Vahè Katchà Le repas des fauves, in scena al Teatro della Corte da mercoledì 4 a domenica 8 dicembre.
Scrittore e sceneggiatore francese di origine armena, Vahè Katchà scrisse Le repas des fauves - che nella versione originale è ambientata a Parigi - nel 1960 e da lì a poco ne fu tratto un film con la regia di Christian Jaque (tra i protagonisti c’era anche l’italiana Antonella Lualdi). Nel 2002, vedendo per caso quel film in tv, Julien Sibre, giovane attore e regista francese, decide di chiedere i diritti della commedia originale. Nonostante numerose complicazioni (tra cui la scomparsa di Katchà nel 2003), Sibre non demorde e nel 2009 riesce finalmente a mettere in scena il testo, dopo averne curato personalmente l’adattamento. Vincitore di tre premi Molière (il massimo riconoscimento del teatro francese), Le repas de fauves è stato in cartellone a Parigi per quattro anni di fila, con centinaia di repliche. La versione italiana vanta la traduzione dello scrittore Vincenzo Cerami, a sua volta sceneggiatore di tanti film di successo (purtroppo mancato nel 2013), ed è diretta dallo stesso Julien Sibre insieme a Virginia Acqua.

Siamo a Roma nel 1943 e sette amici (Marianella Bargilli, Emanuele Cerman, Alessandro D’Ambrosi, Maurizio Donadoni, Carlo Lizzani, Ralph Palka, Gianluca Ramazzotti, Silvia Siravo) si ritrovano a cena per festeggiare un compleanno e distrarsi dalle tragedie della guerra. Quella sera due soldati tedeschi vengono uccisi per strada, proprio davanti alla casa del loro ospite, e la Gestapo decide per rappresaglia di prendere due ostaggi da ciascun appartamento della palazzina. Riconoscendo nel padrone di casa il libraio da cui si serve abitualmente, il comandante tedesco dell’operazione, per singolare rapporto di cortesia, concede al gruppo di continuare la cena e di scegliere autonomamente i due ostaggi da consegnare: lui tornerà a prenderli all’ora del dessert.

Naturalmente davanti alla paura della morte ciascuno dei personaggi tirerà fuori il peggio di sé, tra momenti di grande tensione e altri di comicità pura, costringendo lo spettatore a farsi la fatidica domanda: cosa farei io al loro posto?

4 - 8 dicembre 2019 Teatro della Corte, Genova

La cena delle belve di Vahè Katchà - elaborazione drammaturgica Julien Sibre | versione italiana Vincenzo Cerami - regia Julien Sibre e Virginia Acqua - con Marianella Bargilli, Emanuele Cerman, Alessandro D’Ambrosi, Maurizio Donadoni, Carlo Lizzani, Ralph Palka, Gianluca Ramazzotti, Silvia Siravo - scene Carlo De Marino | costumi Francesca Brunori | luci Giuseppe Filipponio - produzione Ginevra Media Production / Teatro Carcano - spettacoli ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16. Biglietti da 12 a 27 euro.

Domenica che storia!

Super User 01 Dicembre 2019 828 Visite

Cos’è il Big Bang? Perché le mucche non volano? Cosa c’entrano le mutande con la forza di gravità? E babbo natale abita sotto la stella polare? E dov'è la luna, quando la luna non c'è? E perché la fetta di pane cade sempre dalla parte imburrata? A dare risposta a questi e tanti altri enigmi sarà Andrea Valente, protagonista di una spettacolare e strampalata lezione dal titolo BIG BANG BOH all’interno della Rassegna Domenica che storia!, che il Teatro Nazionale di Genova ha pensato per le famiglie. L’appuntamento è per domenica 1° dicembre alle ore 10 nel foyer del Teatro della Corte. Al termine dell’incontro che dura circa 60 minuti, gli spettatori possono godersi una gustosa colazione in teatro, offerta da MOG e Latte Tigullio.

Tutti gli appuntamenti della Rassegna, realizzata con il sostengo di COOP Liguria e Unipol, hanno luogo nel Foyer del Teatro della Corte alle ore 10. Biglietti (colazione inclusa) 4 euro per i ragazzi sino a 14 anni, 6 euro per gli adulti. La biglietteria del Teatro della Corte apre alle ore 9.30.

Domenica che storia! si conclude domenica prossima, 8 dicembre con Scienza Rap, in compagnia di Teresa Porcella e Annalisa Bugini e del loro innovativo metodo di apprendimento per teoremi e formule scientifiche: memorizzarle a tempo di rap.

Petruzzelli al Duse

Super User 01 Dicembre 2019 901 Visite

Da sempre attento ai temi legati alla conoscenza delle civiltà e delle culture del mondo, portati in scena con successo in tanti spettacoli fra cui i recenti “Il ragazzo che amava gli alberi” e “Mediterraneo”, Pino Petruzzelli, attore, scrittore e regista, questa volta poggia il suo sguardo drammaturgico sul tema del lavoro. IO SONO IL MIO LAVORO che va in scena al Teatro Duse da venerdì 6 dicembre, è il frutto di due anni di interviste a molti vignaiuoli liguri, poi confluite in un libro pubblicato da Pentagora Editore.

Petruzzelli ne ha tratto anche uno spettacolo teatrale con protagonista il vignaiolo Dionigi e la Liguria. Una terra che l’autore, ormai ligure d’adozione, ripercorre da Ventimiglia a Sarzana, risalendo le sue terrazze, come in pellegrinaggio una montagna sacra: i muretti a secco, simbolo ligure e Patrimonio dell’UNESCO, sono un esempio di come l’uomo possa ingegnarsi per sopravvivere creando Bellezza. In Liguria i muretti a secco si estendono per 40.000 chilometri: la Muraglia Cinese è la metà.

Durante il viaggio si incontrano gustosi cammei storici con l'arte di Scanavino, scorci di struggente bellezza e microstorie italiane come quella di Perinaldo, nell’imperiese, primo comune d'Italia a festeggiare il Primo Maggio nel 1909 che ritraggono una terra tanto generosa con lo sguardo quanto dura e “scorbutica” da lavorare: proprio come raccontano i vignaiuoli fra aneddoti e suggestioni vinicole che passano dal Pigato al Rossese, dal Ciliegiolo fino al Vermentino.

In scena però non c’è spazio per profumi di ciliegia o mandorla: gli unici profumi presenti sono quelli della dignità, della costanza e della fatica. Valori indispensabili per dare sostanza al proprio sogno, come ha fatto Dionigi che con la sua caparbia passione, ha creato un’eccellenza vinicola in quella “Scarsa lingua di terra che orla il mare” che è la Liguria.

Seguendo il filone del teatro di narrazione, di cui Petruzzelli è da tempo apprezzato protagonista, IO SONO IL MIO LAVORO è uno spettacolo che porta in dono una preziosa eredità: quella dell’etica del lavoro, della sua sacralità, dell’impegno morale nei confronti dell’attività che scegliamo di intraprendere.

Qualunque esso sia, il nostro mestiere non dovrebbe mai essere un mero mezzo di sussistenza ma un’attività in cui riversare forza, energia, talento e creatività, affinché possa renderci migliori o nobilitarci, come recita la massima “Il lavoro nobilita l’uomo” attribuita a Charles Darwin.

«Per lavoro – spiega Petruzzelli – intendo la capacità di credere in noi stessi. La ricerca che possiamo fare guardandoci dentro e cercando, attraverso impegno e sudore, di tirare fuori il meglio.

L’eccellenza che ognuno di noi ha in sé: la nostra unicità. Per questo ho pensato al lavoro dei vignaioli liguri che tra muretti a secco e terreno avaro, riescono a tirare fuori eccellenze e tipicità».

IO SONO IL MIO LAVORO debutta al Teatro Duse venerdì 6 dicembre alle ore 20.30 e resta in scena fino a domenica 15 dicembre.

 

IO SONO IL MIO LAVORO

Storia di un vignaiuolo ligure

di e con Pino Petruzzelli

produzione Centro Teatro Ipotesi e Teatro Nazionale di Genova

Deridere il potere, al Duse

Super User 30 Novembre 2019 931 Visite

Il ciclo di incontri a ingresso libero dedicati a Il teatro e i ruoli del potere si conclude lunedì 2 dicembre al Teatro Duse (ore 18) in compagnia dello scrittore Nuccio Ordine, professore di letteratura italiana presso l’Università della Calabria e dell’avvocato Enzo Roppo, docente di diritto civile all’Università genovese.

Marco Tullio Cicerone riteneva che il riso fosse estremamente moderno e che esistessero inoltre mille modi diversi di ridere e di far ridere: per i Padri della Chiesa l’ilarità era una cosa indegna in quanto il riso era il frutto del diavolo che faceva emergere tutto l'orgoglio e la superbia umana. Nonostante questo, durante il Medioevo, i sovrani si circondavano di buffoni e giullari e persino i sermoni dei predicatori erano infarciti di parodie.

I due relatori punteranno l’attenzione su vita ed opere di intellettuali, filosofi e scienziati che in epoche diverse, si schierarono contro il potere assoluto, deridendolo, osteggiandolo, denunciandone gli abusi, nel tentativo di sgretolarne i dogmi, talvolta anche a costo della propria vita. Fra questi l’esempio più eclatante è quello di Giordano Bruno che in opere simbolo come “Il candelaio” (1582) e “La cena delle ceneri” (1584) attaccò il potere tramite pagine licenziose e satiriche. Dal filosofo nolano a Niccolò Macchiavelli il passo è breve: anche l’autore de “Il principe” nella sua celebre opera teatrale “La Madragola” fra una risata e l’altra, portò in scena un’umanità cinica, senza bontà, nel quale non c’era un solo personaggio (compresi quelli clericali) che possedesse una statura morale, che aspirasse a qualcosa di diverso dalla propria convenienza.

Altro illustre esempio è quello di Molière che dentro le sue esilaranti commedie (“Tartufo” o “Il Malato Immaginario”) celò sempre attacchi e parodie, dediti a scheggiare le certezze del potere assoluto: testi quelli molieriani che non furono mai soltanto intrattenimento ma anche provocazione, schernimento, disobbedienza alla verità univoca imposta dall’autorità.

L’incontro è a ingresso libero.

Il teatro e i ruoli del potere

DERIDERE IL POTERE

Incontro con Nuccio Ordine e Enzo Roppo

Paolo Fizzarotti

Il Carlo Felice apre con il Trovatore

Super User 15 Novembre 2019 1257 Visite

Per la Genova musicale Il trovatore di Giuseppe Verdi è un simbolo di rinascita e rinnovamento: con questo titolo, infatti, il 18 ottobre 1991 il nuovo Teatro Carlo Felice apriva per la prima volta le porte al pubblico. Ventotto anni dopo è di nuovo il secondo capitolo della “trilogia popolare” verdiana ad inaugurare una Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Carlo Felice che guarda al futuro, quella 2019/20, la prima con Claudio Orazi come nuovo Sovrintendente della fondazione lirico-sinfonica genovese.

La prima, attesissima, è prevista per venerdì 22 novembre alle ore 20. Sul podio, a dirigere Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice nel melodramma romantico per eccellenza, Andrea Battistoni, giovane e carismatico direttore che proprio a Genova, negli ultimi anni, ha consolidato la sua fama. L’allestimento è una nuova produzione del Teatro Carlo Felice (di cui Iren è main sponsor) e porta la firma della regista Marina Bianchi, formatasi alla miglior scuola teatrale italiana sia di prosa che d’opera (diploma in regia alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, Aiuto Regista stabile alla Scala dal 1980 al 1992, collaboratrice di registi come Luca Ronconi, Sofia Coppola e Liliana Cavani). Le Scene e i Costumi sono di Sofia Tasmagambetova e Pavel Dragunov, autori di un progetto scenico che, sottolinea Marina Bianchi, «possiede un’immagine forte, una relazione totale con la drammaturgia dell’opera». Le Luci sono di Luciano Novelli, Direttore Allestimenti Scenici del Teatro Carlo Felice, con una lunga esperienza come Light Designer. Fondamentale, in un’opera come Trovatore, in cui si combatte molto, il contributo del Maestro d’Armi Corrado Tomaselli. Così come quello di Francesco Aliberti, Maestro del Coro del Teatro Carlo Felice, alle prese con una partitura in cui i cori sono protagonisti quanto le singole voci.

Di prim’ordine il cast, formato da voci verdiane tra le migliori oggi in attività: Massimo Cavalletti e Sergio Bologna (Conte di Luna), Vittoria Yeo e Rebeka Lokar (Leonora), Violeta Urmana e Maria Ermolaeva (Azucena), Marco Berti e Diego Cavazzin (Manrico), Mariano Buccino (Ferrando), Marta Calcaterra (Ines) e Didier Pieri (Ruiz).

Lo spettacolo è in memoria del Maestro Peter Maag, nel centenario della nascita, ed è dedicato a Rolando Panerai, da tutto il Teatro Carlo Felice, con affetto e riconoscenza.

Il teatro e il Potere

Super User 15 Novembre 2019 946 Visite

Lunedì 18 novembre alle 18 al Teatro Duse, un nuovo incontro a ingresso libero del ciclo dedicato a “il teatro e i ruoli del potere”. Questo appuntamento presentato dal filosofo ed epistemologo Giulio Giorello e dal filosofo e docente di estetica Simone Regazzoni, analizza il tema del potere nel teatro elisabettiano e soprattutto in quello shakespeariano.

Dai tormenti presenti nell’ Amleto, tragedia in cui tutta l’azione muove dal brutale assassinio del padre del protagonista che, divorato da dubbi e angoscia, cerca di trovar pace meditando sulla vendetta. Al Macbeth, forse la più cupa delle grandi tragedie del Bardo, in cui il vassallo del Re di Scozia divorato dall'ambizione, progetta e porta a compimento, incitato dalla consorte Lady Macbeth, tanti efferati delitti per salire al trono. A Riccardo III, killer sanguinario e straordinario imbonitore, disposto a eliminare ogni ostacolo sul suo cammino pur di diventare re. E ancora Giulio Cesare, Otello, Jago: su questi ed altri personaggi teatrali paradigmatici, i due relatori riflettono, rileggendo sotto un’ottica anche filosofica, i temi della morale, i problemi dell’io e della coscienza che muovono re, condottieri e bastardi nella loro famelica corsa verso il Potere.

L’incontro è a ingresso libero.

lunedì 18 novembre | Teatro Duse ore 18

Il teatro e i ruoli del potere

AMLETO E DINTORNI

incontro con Giulio Giorello e Simone Regazzoni

Ecco i prossimi appuntamenti de “Il teatro e i ruoli del potere”:

25 novembre, Foyer del Teatro della Corte - DON CARLOS, SCHILLER E VERDI

con Guido Paduano e Enrico Girardi 

2 dicembre, Teatro Duse - DERIDERE IL POTERE

con Nuccio Ordine e Enzo Roppo

Umberto Orsini al Duse

Super User 15 Novembre 2019 1040 Visite

Di eccellenti prove d’attore Umberto Orsini ne ha regalate davvero tante in oltre sei decenni di carriera. In questo nuovo allestimento de IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN, uno dei suoi spettacoli più riusciti, per il quale nel 2001 vinse il premio Ubu, Orsini è la proiezione letteraria di Thomas Bernhard, autore dell’affascinante romanzo da cui è tratta la pièce, intento a raffigurare sé stesso mentre racconta a un'ascoltatrice silenziosa la storia di un legame molto singolare. Un rapporto di sincera amicizia nato fra due persone affette da problemi mentali: il primo è lo stesso Bernhard, che seppe dominare la sua pazzia, divenendo un autore e drammaturgo di grande successo. Il secondo è Paul Wittgenstein, nipote del noto filosofo austriaco: un uomo colto, eccentrico, geniale e al tempo stesso squilibrato che dalla sua follia venne progressivamente dominato tanto da morire in manicomio.

I due si incontrarono per la prima volta in un ospedale di Vienna dove il drammaturgo stava curando i polmoni mentre Paul era ricoverato per le prime turbe psichiche: fra loro nacque una profonda amicizia che durò dodici anni e che in questo spettacolo viene rievocata, in un vibrante monologo dal personaggio di Thomas Bernhard. In scena si “disegna” così un duplice ritratto: quello limpido, privo di pietas e di compassione per l’amico Paul e quello della loro amicizia, nata in circostanze insolite ma alimentata da una comune visione del mondo in cui l’arte, la musica e la letteratura sono rifugi preziosi contro il dolore dell’esistenza.

Non “faccio Bernhard” – spiega Umberto Orsini, – qui ho deciso di “essere Bernhard” e quindi più che fare un personaggio sono me stesso che parla con le parole di un autore grandissimo, che finirà comunque per prevaricarmi e quindi rappresentarsi»

IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN debutta al Teatro Duse martedì 19 novembre alle ore 20.30 e resta in scena fino a domenica 24 novembre.

 

IL NIPOTE DI WITTGENSTEIN Storia di un’amicizia

di Thomas Bernhard con Umberto Orsini e con Elisabetta Piccolomini

produzione Compagnia Umberto Orsini

scene Jean Bauer

adattamento e regia Patrick Guinand

Domenica che storia! Alla Corte

Super User 15 Novembre 2019 831 Visite

Domenica 17 novembre nel foyer del Teatro della Corte torna DOMENICA CHE STORIA! la rassegna che il Teatro Nazionale di Genova, in collaborazione con Andersen e Editoriale Scienza, dedica alle famiglie. Tutte le domeniche fino all’8 dicembre, nel Foyer della Corte alle ore 10, scatta l’ora dell’apprendimento divertente insieme a scrittori per l’infanzia, illustratori, ludomastri ed esperti del settore, capaci di trasformare la divulgazione scientifica in gioco. L’appuntamento del 17 novembre si intitola Diventa genio in lampo! ed è una sorta di viaggio fra le grandi intuizioni e le fantastiche scoperte che hanno cambiato il nostro modo di pensare, di immaginare, di vivere: da Guglielmo Marconi a Benjamin Franklin, da Isaac Newton a Charles Darwin, da Albert Einstein ad Alan Touring fino a Stephen Hawking. Ad aiutarci a scoprire come nascono le grandi idee e quale scintilla provoca il colpo di genio è Luca Novelli, giornalista, disegnatore e divulgatore scientifico, autore di tante monografie sui protagonisti della scienza moderna e contemporanea.

Al termine dell’incontro che dura circa 60 minuti, gli spettatori possono godersi una gustosa colazione in teatro, offerta da MOG e Latte Tigullio.

Tutti gli appuntamenti della rassegna, che è realizzata con il sostengo di COOP Liguria e Unipol, avranno luogo nel Foyer del Teatro della Corte alle ore 10. Biglietti (colazione inclusa) 4 euro per i ragazzi sino a 14 anni, 6 euro per gli adulti. Biglietteria aperta dalle ore 9.30.

DOMENICA CHE STORIA! prosegue con i seguenti appuntamenti:

24 novembre | CON LE MANI NELLA TERRA con Emanuela Bussolati

1 dicembre | BIG BANG BOH con Andrea Valente

8 dicembre I SCIENZA RAP con Teresa Porcella e Annalisa Bugini

Pat Metheny al Carlo Felice

Super User 15 Novembre 2019 1879 Visite

Pat Metheny, uno dei più grandi chitarristi viventi, è l’ospite d’eccezione del prossimo concerto della Stagione Sinfonica del Teatro Carlo Felice, martedì 19 novembre alle ore 21. Una serata unica nel suo genere, che fonde il sound tipico di un trio jazz (chitarra, contrabbasso e batteria) con le grandi sonorità dell’orchestra sinfonica. Metheny e due dei suoi musicisti di fiducia, il contrabbassista Darek Oleszkiewicz e il batterista Jonathan Barber, si esibiranno infatti insieme all’Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta da Andrea Battistoni, giovane direttore e compositore la cui passione per il repertorio lirico-sinfonico tradizionale non gli impedisce di amare il jazz e il rock. Il partner ideale, insomma, per un concerto come questo, all’insegna dello sconfinamento tra i generi musicali.

Nato nel 1954 a Lee’s Summit, piccola città nella cintura urbana di Kansas City, Metheny ha incontrato la musica, di casa in famiglia, a otto anni, quando ha iniziato lo studio della tromba. Quattro anni dopo, l’incontro decisivo con la chitarra elettrica, di cui diventerà un grande virtuoso, rimanendo sempre attento, però, a unire la sua tecnica stupefacente con la ricerca di nuove sonorità. Metheny è stato uno dei primi a intuire le potenzialità dell’elettrificazione e delle nuove tecnologie applicate alla chitarra e alla musica in generale, scoprendo effetti e sonorità che hanno fatto scuola. Nel jazz ha suonato con mostri sacri come Gury Burton, Herbie Hancock, Ornette Coleman, Charlie Haden e ha sperimentato tutti i generi, dallo swing al free. Nel 2013 Metheny è stato inserito nella Hall of Fame, in cui, nella categoria chitarristi jazz, figurano, dal 1952 a oggi, solo altri tre chitarristi: Charlie Christian, Django Reinhardt e Wes Montgomery. Nel 2018 è stato insignito del NEA Jazz Master, il più alto riconoscimento degli Stati Uniti per un musicista jazz.

Il concerto al Teatro Carlo Felice non è il primo di Metheny con un’orchestra classica, ma è il primo inserito all’interno della stagione sinfonica di un grande teatro. Particolarità che aumenta l’attesa per la serata. Il programma, intitolato Missouri Skies and more, prevede brani notissimi di Metheny, in gran parte tratti dal disco Secret Story del 1992, ripensati dallo stesso chitarrista-compositore per trio e orchestra sinfonica.

Il concerto sarà preceduto, alle ore 19:00 in Sala Paganini, da un’introduzione del Maestro Battistoni riservata agli spettatori del concerto, a cura dell’Associazione Teatro Carlo Felice

Le prove del Trovatore

Super User 15 Novembre 2019 813 Visite

Cresce l’attesa per la prima de “Il trovatore” di Giuseppe Verdi in programma al Teatro Carlo Felice per venerdì 22 novembre alle ore 20:00. E si moltiplicano le iniziative collaterali all’importante evento. Tra le più significative, la prova d’assieme aperta di domenica mattina, alle ore 11:30, nella Sala del Teatro Carlo Felice. Una “Domenica in musica” speciale, che offre al pubblico la possibilità di vedere il direttore Andrea Battistoni, la regista Marina Bianchi, il cast, l’Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice impegnati a far nascere la messa in scena di Trovatore. Al termine dello spettacolo, un aperitivo informale. Ingresso: € 8 (intero), € 6 (ridotto under 26). Orari di biglietteria: martedì-venerdì dalle 11:00 alle 18:00, sabato dalle 11:00 alle 16:00 e un’ora prima dello spettacolo. Apertura domenicale in occasione del ciclo “Domenica in musica”: ore 10:30-11:15.

E per chi avesse voglia, dopo la prova, di conoscere meglio il Teatro Carlo Felice, visite guidate gratuite agli spazi del Teatro dalle ore 13:30 alle ore 14:30. Partenza ogni 15 minuti per gruppi di massimo 30 persone; ultima partenza ore 14:15. Ingresso libero.

Pensa come Leonardo, alla Corte

Super User 09 Novembre 2019 890 Visite

Da domenica 10 novembre comincia la nuova edizione di DOMENICA CHE STORIA! la rassegna che il Teatro Nazionale di Genova, in collaborazione con Andersen e Editoriale Scienza, dedica alle famiglie.

Forte del grande successo della passata stagione, la nuova edizione prevede 5 incontri-spettacolo (uno in più dello scorso anno) che si svolgeranno tutte le domeniche comprese fra il 10 novembre e l’8 dicembre alle ore 10 nel Foyer della Corte. Ogni appuntamento (della durata di circa 60 minuti) vedrà protagonisti esperti del settore capaci di trasformare la divulgazione scientifica in gioco, potenziando l’apprendimento e unendolo al divertimento e al piacere di condividere una gustosa colazione in teatro, offerta da MOG e Latte Tigullio.

Si parte domenica 10 novembre con Pensa come Leonardo in compagnia dello scrittore e illustratore Carlo Carzan. Al centro dell’incontro il genio di Leonardo Da Vinci, artista incomparabile, pioniere scientifico e ingegnoso inventore: attraverso le sue brillanti scoperte capiremo come sfruttare le potenzialità nascoste della nostra mente e come mantenerla in forma.

Domenica 17 novembre spazio a Luca Novelli con Diventa genio in lampo! un viaggio tra le grandi intuizioni che hanno cambiato il mondo, da Darwin ad Einstein. La settimana seguente si torna Con le mani nella terra insieme ad Emanuela Bussolati, pluripremiata autrice per l’infanzia, in un colorato percorso nello strabiliante mondo delle piante, per imparare a conoscerle e a prendercene cura.

Il 1° dicembre con Big Bang Boh, strampalata e sorridente lezione sulla storia dell’universo, Andrea Valente risponderà ad alcuni degli interrogativi più singolari della scienza mentre per l’ultimo appuntamento l’8 dicembre, Teresa Porcella, cantante e violinista, oltre che scrittrice per ragazzi, e Annalisa Bugini, laureata in fisica spiegheranno le leggi della fisica a tempo di rap in Scienza Rap.

Tutti gli appuntamenti della rassegna, che è realizzata con il sostengo di COOP Liguria e Unipol, avranno luogo nel Foyer del Teatro della Corte alle ore 10. Biglietti (colazione inclusa) 4 euro per i ragazzi sino a 14 anni, 6 euro per gli adulti. Biglietteria aperta dalle ore 9.30.

Concerto domenicale al Carlo Felice

Super User 09 Novembre 2019 1349 Visite

Gli archi: fondamento di ogni orchestra sinfonica e al tempo stesso ensemble compiuto e autosufficiente. La sua sonorità vibrante e avvolgente, capace di infinite sfumature espressive e timbriche, è al centro della prossima “Domenica in musica”, domenica 10 novembre alle ore 11 nel Primo Foyer del Teatro Carlo Felice. Protagonista, l’Orchestra d’archi di Genova, una nuova formazione diretta dal Maestro Nevio Zanardi, violoncellista, direttore d’orchestra e docente impegnato da sempre nella valorizzazione del sia del grande repertorio strumentale e cameristico che dei giovani musicisti. L’ensemble è formato dai migliori strumentisti ad arco attivi a Genova.

Il programma chiama in causa tre giganti della storia della musica: Edvard Grieg, con la suggestiva “Primavera” (dalle “Due melodie elegiache” op. 34), Felix Mendelssohn-Bartholdy, con un piccolo capolavoro giovanile, riscoperto solo nel 1951, il Concerto per violino e orchestra in re minore (di cui proprio il Maestro Zanardi tenne a battesimo la prima esecuzione italiana), e Pëtr Il’ič Čajkovskij, con la celebre Serenata per archi in Do maggiore op. 48, uno dei capisaldi del repertorio per orchestra d’archi. Solista nel Concerto di Mendelssohn, Roberto Sechi, componente dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice ma anche solista di altissimo livello che vanta, nel suo curriculum, riconoscimenti come il Prix de Virtuosité al Conservatorio Superiore di Ginevra e i complimenti del grande violoncellista Rostropovič.

Al termine del concerto, un aperitivo informale.

Ingresso: € 8 (intero), € 6 (ridotto under 26).

Paolo Fizzarotti

Teatro in pausa pranzo

Super User 01 Novembre 2019 1034 Visite

I due appuntamenti di Homo Ridens - Teatro in pausa pranzo, previsti nei giorni 21 e 24 ottobre ed annullati a causa dell’allerta meteo, vengono recuperati nelle giornate di lunedì 4 e martedì 5 novembre, nel foyer del Teatro della Corte a partire dalle ore 13.15.

Protagonisti Luca Cicolella e Igor Chierici con il reading delle pagine più divertenti e coinvolgenti delle Cosmicomiche di Italo Calvino.

Ingresso € 3 - Ingresso + lunchbox (panino a scelta + acqua) € 6

Paolo Fizzarotti

Aggiungi un posto a tavola

Super User 01 Novembre 2019 1253 Visite

Il 7 novembre al Teatro Carlo Felice, alle ore 20, va in scena una delle più popolari e amate commedie musicali italiane, Aggiungi un posto a tavola, di Garinei e Giovannini con le musiche di Armando Trovajoli eseguite dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Carlo Felice diretti da Maurizio Abeni. Molte le iniziative collaterali che contribuiscono ad aumentare l’attesa per l’arrivo a Genova di un titolo che da quarant’anni diverte e fa riflettere il pubblico di tutto il mondo. Prima con Johnny Dorelli, il primo, storico interprete del ruolo principale di Don Silvestro, e oggi con il figlio Gianluca Guidi, che raccoglie l’eredità del padre riprendendo anche la regia originale di Garinei e Giovannini.   

Sabato 2 novembre, alle ore 16, all’Auditorium Montale, il musicologo Massimo Arduino, esperto di musical, ricostruisce la genesi del musical e il suo successo inossidabile nella conferenza illustrativa Dopo di noi il diluvio. Il finale di Garinei e Giovannini. Un’iniziativa a ingesso ibero in collaborazione con l’Associazione Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini.

Domenica 3 novembre, dalle ore 10:30 alle ore 13:30, il Teatro Carlo Felice si apre alle visite guidate gratuite, senza bisogno di alcuna prenotazione: dall’ingresso del teatro, ogni 20 minuti circa, partirà un gruppo con guida per una visita al 1° Foyer e alla sala principale, dove il pubblico potrà vedere in anteprima parte della scenografia del musical.

Infine giovedì 7, la sera della prima, in Piazza De Ferrari si terrà un grande spettacolo pirotecnico sulle note di Aggiungi un posto a tavola, offerto dalla Regione Liguria. Il Teatro Carlo Felice, per l’occasione, aprirà anticipatamente alle 18:50 per permettere ai possessori di biglietto e agli abbonati di assistere ai fuochi di artificio dalle terrazze del Teatro.

Paolo Fizzarotti

Misery non deve morire

Super User 01 Novembre 2019 2668 Visite

Confrontarsi con romanzi o film cult come Misery non è mai facile e richiede coraggio e spiccata personalità. A Filippo Dini, attore e regista, fresco vincitore della Maschera del Teatro per la regia di Così è (se vi pare), evidentemente non manca né l’uno né l’altra e la sua versione teatrale dell’amatissimo thriller, andrà in scena al Teatro Duse da martedì 5 novembre con inizio alle ore 20.30.

Quando il romanzo “Misery” di Stephen King fu pubblicato nel 1987, balzò subito all’attenzione dei moltissimi fan del Re del thriller e vinse diversi premi: lo sceneggiatore e drammaturgo William Goldman trasformò il libro in una sceneggiatura cinematografica utilizzata per il film “Misery non deve morire” (1990) diretto da Rob Reiner con James Caan e Kathy Bates, che per l’interpretazione vinse Oscar e Golden Globe.

La claustrofobica e agghiacciante vicenda dello scrittore Paul Sheldon, interpretato dallo stesso Dini, caduto nelle mani dell’infermiera fan Annie Wilkes, che in scena ha il volto e il corpo di Arianna Scommegna, non è solo un thriller di rara potenza ma racchiude diverse chiavi di lettura. La protagonista femminile diventa l’incarnazione diabolica dell’amore che ogni essere umano nutre verso le storie e verso chi le racconta, così come lo scrittore Sheldon, intrappolato nella casa di Annie, diventa un moderno Sherazade: o racconta o muore. Per la prima volta in vita sua, egli è costretto ad affrontare il demone, incarnato da Annie, che accompagna la vita di ogni artista: il folle ed oscuro tiranno della creazione che tutto dona e che in cambio esige la vita.

«Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione – spiega il regista e protagonista Filippo Dini - ed ecco perché poter portare questa storia in teatro è una grande occasione e un grande privilegio. Perché il teatro è il luogo della Magia» 

Dal 5 al 17 novembre 2019 Teatro Duse

M I S E R Y

di William Goldman

tratto dal romanzo di Stephen King

con Arianna Scommegna, Filippo Dini, Carlo Orlando

produzione Fondazione Teatro Due, Teatro Nazionale di Genova,

Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale

scene e costumi Laura Benzi

luci Pasquale Mari

musiche Arturo Annecchino

trucco Cinzia Costantino

regia Filippo Dini

 

Paolo Fizzarotti

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