Hanno almeno un secolo di storia, li hanno frequentati re e regine, principi e imperatori, filosofi e artisti, scrittori e politici, musicisti e compositori, attori e registi. I Locali Storici d’Italia, che hanno il patrocinio del Ministero della Cultura, sono come un secondo circuito museale d’Italia: ricchi di storia, esempi d’arte e architettura permeati di bellezza, vantano pagine di straordinaria memoria italiana, tenuta sempre viva grazie alla cura e alla passione di chi, ogni giorno, spesso anche da oltre sette generazioni, ne preserva la ricchezza e il valore.
Sono luoghi dove si respira sempre un’aria nuova, dove vivono giacimenti gastronomici unici e dove l’eccellenza ha radici profonde e antiche.
Hanno fatto sognare e continuano a far sognare generazioni di italiani e di turisti, come il Florian a Venezia, il Gambrinus a Napoli, il Cambio a Torino e le decine e decine d’altri, in tutte le regioni italiane, nelle grandi città come nei piccoli centri. Da Roma a Milano, da Genova a Torino, da Palermo a Napoli e Venezia, e poi ancora a Sorrento, Amalfi e Portofino.
Il 7 ottobre l’invito è di partecipare alle degustazioni e alle visite guidate per scoprire le mille storie che raccontano, da nord a sud, i Locali Storici che partecipano a questa edizione.
Come in una vera e propria caccia al tesoro si può scoprire qual è il locale dove Umberto Eco ha ambientato il suo romanzo “Il Cimitero di Praga”; dove furono inventati i tramezzini; qual è il Ristorante che si trova nelle memorie di Casanova; chi era il cuoco-bersagliere del generale Lamarmora nella Guerra di Crimea; qual è il pesto ufficiale dei Papi, lo stesso pesto che Frank Sinatra si faceva spedire fino in America e che Pavarotti se ne portò un quintale per una tournée di un mese in Cina; qual è l’hotel dove Hitchcock studiò alcune riprese di “Caccia al ladro” e dove la scala ellittica lo ispirò per “Vertigo”; dov’è che Giò Ponti ha firmato la prima piscina con acqua di mare; dov’è che Silvio Pellico passò qui la sua ultima notte di libertà; dove hanno alloggiato Richard Strauss, Hermann Hesse, Winston Churchill; qual è l’Hotel che ospitò nel 1700 Mozart al suo primo viaggio in Italia; in quale locale Hemingway ha immaginato “Addio alle armi”; in quale tra i Locali storici il celebre poeta americano Henry Wadsworth Longfellow curò, nel 1867, la prima traduzione in lingua inglese della Divina Commedia; qual è il locale creato da Ferruccio Bindi Santi, l’inventore del Brunello di Montalcino; dove è stata inventata la celebre "coda alla vaccinara"; qual è il locale storico dove Ibsen, il padre della drammaturgia moderna, terminò “Gli Spettri”; qual è l’hotel dove Wagner ha concluso il Parsifal, che è lo stesso dove Enrico Caruso trascorse gli ultimi mesi della sua vita e dove Lucio Dalla ha scritto la celebre canzone “Caruso” dedicata all’immortale tenore italiano. E questo è solo un accenno dell’immenso patrimonio da scoprire.
Grazie all’iniziativa promossa dall’Associazione dei Locali Storici d’Italia, che raggruppa oltre duecento locali su tutto il territorio italiano, anche quest’anno sono molteplici le attività aperte a tutti, perlopiù gratuite e per le quali è richiesta solo in alcuni casi la prenotazione. Partecipare è molto facile, basta consultare la pagina speciale presente nel sito dell’Associazione - www.giornatanazionale2023.localistorici.it - dove sono indicate tutte le iniziative e le modalità di partecipazione e prenotazione per ogni singolo evento.
In tutti i locali storici sarà possibile ritirare gratuitamente la cartolina da collezione realizzata da Giulio Priano, che ha vinto il Concorso Illustra la Storia indetto dall’Associazione Locali Storici d’Italia in collaborazione con lo IED, Istituto Europeo di Design.
Il presidente dell’Associazione Enrico Magenes nel presentare questa nuova edizione ha sottolineato come: “Quello dei locali storici è un patrimonio che non si può perdere e di cui bisogna parlare, soprattutto mentre assistiamo all’appiattimento dei nostri centri storici, con negozi e catene commerciali che si possono trovare uguali ovunque da New York a Pechino. Nei Locali Storici, invece, che hanno tutti almeno un secolo di storia, si possono vivere esperienze uniche ed irripetibili nel contesto di una civiltà millenaria come quella italiana.”
L’Associazione ha nominato Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, primo Ambasciatore dei Locali Storici d’Italia. “Sono particolarmente felice di essere stato nominato Primo Ambasciatore dei Locali storici d’Italia. Sono luoghi legati alla memoria e al piacere, li ho visti forse tutti, fanno parte di un percorso che ognuno di noi ha vissuto. Qui la storia passa insieme al tempo del presente ed è giusto che ci sia particolare attenzione da parte del Ministero della Cultura, perché non sono meno importanti dei Musei. I locali storici d’Italia sono parte della musica, della letteratura, della poesia, del teatro, e l’Associazione nazionale con le sue iniziative compie un’azione importante di garanzia e conservazione non solo dei luoghi fisici, ma anche di tutela della memoria. Sono dei veri e propri musei dell’ospitalità, personalmente mi trovo molto bene nei locali storici, sono ragione di memoria felice, meritano tutta la nostra attenzione e la nostra presenza governativa, per tutelarne la persistenza nel tempo e garantirne la continuità.” Ha dichiarato il sottosegretario.
IL VIAGGIO TUTTO ITALIANO ATTRAVERSO I LOCALI STORICI DEL 7 OTTOBRE
Entrando nel vivo della manifestazione, ecco dove sarà possibile prendere parte alle visite guidate e alle degustazioni regione per regione.
In Valle d’Aosta, al Bellevue Hotel & Spa di Cogne (AO), dove hanno soggiornato Maria Josè e Umberto di Savoia e al Caffè Nazionale di Aosta, dove si svolgevano gli incontri romantici di re Faruk e Ava Gardner, le soste politiche di Pietro Nenni e Palmiro Togliatti.
In Piemonte, regione ricchissima di Locali storici partecipano, a Torino: l’Albergo Ristorante San Giors famoso per la sua cucina con i bolliti piemontesi; il Caffè Al Bicerin famoso per quel “bicerin” amato da Silvio Pellico, da Giacomo Puccini e dove Umberto Eco ha ambientato il suo romanzo “Il Cimitero di Praga”; la Pasticceria Stratta, una delle “istituzioni” nazionali per caramelle e confetti, giandujotti e praline, marron glacés e canditi; il Caffè Elena, amato da amato anche da Cesare Pavese e dove l’arredamento e l’atmosfera discreta del primo Novecento sono immutati da 130 anni a questa parte; il Caffè Porto di Savona, il cui nome alla stazione delle diligenze a cavalli che assicuravano ogni giorno i collegamenti con la Liguria e in particolare con il porto di Savona, che era di grande importanza mercantile per Torino. il Caffè Mulassano uno scrigno in puro Liberty è il luogo dove furono inventati i tramezzini. Qui dietro spesse tende rosse, prendevano il caffè i Savoia; il Ristorante Caffè Del Cambio si trova nelle memorie di Casanova ed era frequentato quotidianamente da Cavour, amante della buona cucina, una cucina ancora oggi eccellente e servita nella sontuosa Sala Risorgimento.
Alle porte dell’ex capitale sabauda si trovano la Pasticceria Roletti a San Giorgio Canavese, depositaria di storiche ricette della pasticceria del Piemonte torinese e il Caffè Pasticceria Bonfante a Chivasso, famoso per i “Nocciolini”, un’antica specialità con nocciole Piemonte, zucchero e albume, ma anche un gioiello Liberty tutto originale, con marmi, specchi, banconi e boiserie in noce piemontese finemente decorati.
Il fondatore, il bisnonno Giovanni, fu cuoco-bersagliere del generale Lamarmora nella Guerra di Crimea e nel 1857 ricevette un bel diploma della Regina d'Inghilterra: parliamo del Ristorante Bar Corona di San Sebastiano Curone. Sempre in provincia di Alessandria, a Valenza, città dell’oro, il caffè Pasticceria Barberis offre una degustazione di tartufata, amaretti, savoiardi e di panfrutto, un dolce senza burro inventato in tempo di guerra.
Cuneo con la sua provincia è un territorio molto ricco di specialità dolciarie. A Bra si possono degustare superbi marron glacé in un ambiente squisitamente Liberty quello del Caffè Pasticceria Converso, nato da un’antica stirpe di pasticceri che durante la Belle Époque portò la propria arte al Waldorf Astoria di New York; un altro capolavoro Liberty è il Caffè Pasticceria Grigolon di Mondovì, offre le tradizionali paste di meliga e i Monregalesi al rhum. A Cherasco, ancora una volta all’interno di un gioiello Liberty, la Pasticceria Barbero offre i famosi Baci di Cherasco, che si aggiungono per una super golosa degustazione a praline, gianduiotti, tartufi, damine, dragée.
Anche la Liguria presenta un considerevole nucleo di locali storici, a partire da Genova, che vede la partecipazione del Ristorante Zeffirino, famoso per il suo pesto: Frank Sinatra se lo faceva spedire fino in America, Pavarotti per una tournée di un mese in Cina se ne portò dietro un quintale e portò al seguito anche lo chef-patron. In Vaticano, da quarant'anni è il pesto ufficiale di tre Papi. Dall’eccellenza gastronomica alle grandi storie e alle frequentazioni importanti del capoluogo ligure, come quelle che fanno parte dell’Hotel Bristol Palace, Palazzo liberty di notevole pregio sulla via più monumentale di Genova. Qui hanno dormito De Amicis, Pirandello, D’Annunzio e l’Imperatore Hirohito. Qui Hitchcock studiò alcune riprese di “Caccia al ladro” e si dice che la scala ellittica dell’albergo lo ispirò per “Vertigo”.
Nella splendida Liguria, a Recco, nel Ristorante Da Ö Vittorio, cenacolo della focaccia al formaggio, si sono fermati proprio tutti: Elettra Marconi, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, Tara Gandhi, Bartali e Coppi, Tognazzi e Vianello, Gassman, Manfredi, Wanda Osiris, Dizzy Gillespie e Luigi Tenco.
Vi hanno soggiornato l’imperatore d’Etiopia Hailé Seilassié e re Hussein di Giordania, e il Royal Hotel Sanremo dove Giò Ponti ha firmato la prima piscina con acqua di mare. Per la sua posizione e la sua straordinaria bellezza e ricchezza l’hotel ha ospitato “Sissi” imperatrice d’Austria, re Farouk, Hassan II del Marocco, Rania di Giordania, e il Nobel Sabin.
Alto primato per la Liguria è il Caffè Pasticceria Balzola di Alassio, dove è nato nel 1920 il "caffè concerto" e dove ha cantato Beniamino Gigli. Maksim Gor'kij, seduto al tavolino nella sala Settecento veneziano, gustava gli squisiti “Baci di Alassio”, brevettati nel 1919.
Milano e la Lombardia possiedono un vero e proprio patrimonio in locali storici, tutti con storie straordinarie, tutti ancora oggi testimoni di una tradizione fatta d’eccellenza ma anche di capacità continua di rinnovamento. Amati e ricercati da tutti e, in particolare, sosta immancabile per i turisti. Partendo da Milano il 7 ottobre ci si può prenotare per visite e degustazioni al Caffè Camparino in Galleria, simbolo della cultura milanese, dove Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini sostavano dopo le rappresentazioni alla Scala. Re Umberto I e Edoardo VII d’Inghilterra bevevano il Bitter al banco. È un Capolavoro Liberty.
Storie, personaggi e grandi specialità sono il comune denominatore di altri tre locali milanesi: il Biffi in Galleria, con i suoi panettoni che imbandivano le tavole dei Savoia e dell’eroe Garibaldi, diventato salotto dell’aristocrazia milanese e ristorante dopo teatro per eccellenza, frequentato anche da Arturo Toscanini ed Hemingway; il Bar caffè Gin Rosa, l’aperitivo storico di Milano nell’iconica piazza San Babila e il Ristorante Giannino, da 120 anni icona del panorama gastronomico meneghino in grado di soddisfare i palati di Gregory Peck, Maria Callas, Grace Kelly e Ian Fleming.
Nel resto della Regione il viaggio prosegue con la Pasticceria Bar Cavour di Bergamo frequentato da artisti e musicisti inebriati dal profumo della famosa Torta Donizetti; l’Hotel Catullo a Sirmione, rifugio di personaggi famosi e punto di riferimento per i pionieri del Grand Tour; l’Osteria della Villetta a Palazzolo sull’Oglio, tra le ultime osterie ferroviarie italiane, di cui conserva, con eleganza, ambienti, arredi e vetrate originali d’inizio Novecento, insieme a squisite ricette di famiglia; l’Osteria il Governo 1801 a Lezzeno, sette generazioni per più di duecento anni di storia, Silvio Pellico passò qui la sua ultima notte di libertà; il Negozio Sperlari a Cremona, un gioiello ottocentesco e un marchio che, in Italia, è emblema di mostarda, torrone mandorlato, cotognata; il Caffè La Crepa, a Isola Dovarese (CR), affacciato su una delle più belle piazze rinascimentali della Lombardia: qui sedeva tutti i giorni il generale Pistoja, eroe delle battaglie di S. Martino e Solferino; l’Hotel Moderno a Pavia, palazzo che conserva intatto il suo splendore Liberty e il cui spirito, internazionale, è creato da uno dei suoi primi direttori che proveniva dal Ritz di Parigi; sempre a Pavia la Pasticceria Vigoni, oggi alla quinta generazione, dove si produce da sempre il dolce-simbolo della città: la Torta Paradiso.
La splendida Venezia e il ricchissimo Veneto possono contare su un patrimonio considerevole di Locali Storici, perfettamente conservati e incessante meta di turisti e appassionati. A cominciare da Venezia con l’Ostaria Antico Dolo dal 1870, che propone ancora oggi quello che per secoli è stata la vera specialità della casa, la trippa rissa (diversi tipi di frattaglie bolliti secondo un’antichissima ricetta; l’Hotel Cavalletto & Doge Orseolo del 1200, tra i più antichi alberghi d'Italia, quand’era ancora una locanda vi sostavano i dogi prima della caccia al cinghiale nella boscaglia del Lido. Tra gli ospiti illustri Richard Strauss, Hermann Hesse, Winston Churchill.
Il Caffè Florian non ha bisogno di presentazioni, aperto nel 1720 è il più antico Caffè nella storia ad aver mantenuto le sue caratteristiche, nel 2020 ha festeggiato i 300 anni, forse è il caffè più sognato da tutti i turisti del mondo; l’Hotel Pensione Accademia – Villa Maravege, amata da Marcello Mastroianni e Sir Lawrence Olivier, è una residenza patrizia del XVII secolo racchiusa tra due giardini; il Gran Caffè Lavena, anch’esso in piazza San Marco, caratterizza lo scenario di uno dei luoghi più belli del mondo. Soprannominato il caffè dei musicisti e dei letterati ha ospitato Montesquieu e Voltaire, Goldoni, Wagner e Liszt; l’UnaHotels Ala, teatro nel 1907 de “l’affare dei russi” che scandalizzò e appassionò tutt’Europa, è un’antica e signorile dimora con il suo frequentatissimo bar dedicato a Maria Tarnowska; l’Hotel La Calcina, ospitò per tre mesi John Ruskin, autore di “The stones of Venice”, lo scrittore Alain Buisine in “Ciels de Tiepolo” racconta un suo risveglio qui. Francesco Maria Piave, librettista di Verdi fu un assiduo frequentatore del suo bar; l’Albergo Quattro Fontane, un fiabesco Chalet ispirato alla Secessione viennese. Tutto il complesso alberghiero, dotato di una straordinaria collezione di arredi d’epoca è catalogato dal Ministero dei Beni culturali come uno degli edifici notevoli del Novecento.
A Padova il Caffè Pedrocchi è molto di più di un locale, è una creatura straordinaria di Antonio Pedrocchi e dell’architetto veneziano Jappelli, ha l’imponenza di un tempio, ospita il Museo del Risorgimento nelle sale superiori e qui hanno sostato tutti i Savoia, Carducci, Eleonora Duse. Promuove intense attività culturali.
A Verona il Cafè Carducci è dedicato proprio al poeta di cui si conservano opere e scritti nelle teche del locale, che conserva archi e travi originali, le sedie del Thonet e l'antica insegna; l’Hotel Due Torri ospitò nel 1700 Wolfgang Amadeus Mozart al suo primo viaggio in Italia e a cui è dedicata una suite, e Goethe. Lo caratterizzano intense pagine di storia: fu teatro di importanti eventi storici, come l’incoronazione in esilio di Re Luigi XVII di Francia, la firma del Trattato di Villafranca tra Napoleone III, Vittorio Emanuele II, l’Arciduca Ranieri e il maresciallo Radetzky. Nel 1866 Giuseppe Garibaldi parlò ai veronesi dal balcone dell’attuale Suite Maria Callas.
Bassano è sinonimo di Grappa in Italia, e qui è nata la Distilleria Nardini, la più antica d’Italia. L’«aqua vitae» famosa in tutto il mondo è nel cuore del Veneto, a ridosso del ponte del Palladio, dove Hemingway ha immaginato Addio alle armi. Oggi è la settima generazione a portare avanti la tradizione e la storia della famiglia.
In Trentino Alto Adige, Merano rappresenta da sempre una meta di vacanze all’insegna del benessere, anche l’Imperatrice Sissi veniva qui a curarsi, l’Hotel Adria, progettato e costruito dai maestri del Liberty meranese Josef Munsch & Carl Lun, è un salto nel fascino Belle Époque. Giardino, struttura, facciate, saloni e persino la cabina-ascensore del 1929 sono splendidamente conservati. Nato per i facoltosi clienti tedeschi, austriaci e ungheresi, venne rinnovato e impreziosito con decorazioni Jugendstil nel 1914.
A Trieste, l’Antica Trattoria Suban è il locale più caratteristico della città, fondato e diretto sempre dalla stessa famiglia da sei generazioni, conserva ambientazione e arredi di un tempo, mentre la cucina interpreta il ruolo eccellente della città mitteleuropea, con piatti dell'est e dell'ovest.
Bologna partecipa all’iniziativa con il Grand Hotel Majestic già Baglioni, lussuoso monumento dell’ospitalità, nel palazzo che fu Seminario Arcivescovile, tra marmi e stucchi ha accolto Frank Sinatra e Ava Gardner, Lady Diana e Sofia Loren. Splendidi gli affreschi cinquecenteschi dei Carracci: “Storie di Europa” sul soffitto a cassettoni della sala “Camerino di Europa” e “Le quattro stagioni” su quello del raffinato Ristorante “I Carracci”.
La Toscana apre le porte al pubblico del 7 ottobre a partire da Firenze con il Grand Hotel Minerva, nato nel 1300 come parte del monastero di Santa Maria Novella. Qui il celebre poeta americano Henry Wadsworth Longfellow curò, nel 1867, la prima traduzione in lingua inglese della Divina Commedia, rendendo disponibile il capolavoro dantesco negli Stati Uniti e nei paesi di lingua inglese. Sempre a Firenze sono aperte le visite all’Hotel Bernini Palace, dove la bellissima Sala del Parlamento, perfettamente conservata, ricorda il ruolo di questo edificio tra il 1865 e il 1871, quando Firenze fu capitale del Regno d'Italia, e divenne Hotel Parlamento, dimora di parlamentari e senatori. Nella Hall e sulle pareti i busti di illustri fiorentini con eccentrici copricapo.
Da Firenze a Pisa con il Ristorante Poldino, immerso nella tenuta di San Rossore dove, dai Medici a Napoleone, dai Savoia a Tony Blair sono passati tutti. Poldino è un baluardo della tradizione enogastronomica toscana. Cinghiale e daino, pecorino e miele di spiaggia la base della sua cucina; in città si può visitare anche il Royal Victoria Hotel, il cui nucleo più antico risale al 1050. Affacciato sull’Arno, che divide la città, lo storico hotel ha accolto il presidente Roosevelt, Giacomo Puccini, Emile Zola, Luigi Pirandello. Molte camere ancora oggi si trovano nella torre del X secolo.
A Montalcino il Caffè Fiaschetteria Italiana 1888 è stato creato da Ferruccio Bindi Santi, l’inventore del Brunello di Montalcino, squisito esempio di puro Liberty, ha ospitato anche il re Carlo d’Inghilterra; ancora Liberty in terra di vino, a Montepulciano si aprono le sale del Ristorante Pasticceria Caffè Poliziano, meta di turisti da tutto il mondo anche per la tradizione di ricette medioevali toscane. Vera fucina culturale ha attirato scrittori e poeti come Carducci, Prezzolini, Malaparte e Fellini. Pirandello traeva spunti osservando i suoi clienti.
Nelle Marche il locale storico per eccellenza è il Caffè Meletti di Ascoli Piceno un vero monumento Liberty in una delle piazze più belle d’Italia. Re Vittorio Emanuele fece visita nel 1908 e 1910 per acquistare l’Anisetta e lo decretò “Fornitore della Real Casa”. Mascagni avrebbe iniziato qui a scrivere l’opera “Lodoletta”. Sono passati Stuparich, Zandonai, Badoglio, Sartre, Hemingway e Trilussa che, goloso dell’Anisetta, scrisse “Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti”.
In Umbria, a Perugia, la giornata nazionale dei Locali Storici d’Italia si apre con la Pasticceria Sandri, un gioiello Liberty guidato dalla quinta generazione. Il fondatore scambiò con Franz Sacher la ricetta della famosa torta con la propria dei Bignè alla Pompadour. Regno di delizie e cioccolata ha accolto Curzio Malaparte, Ernest von Karajan, re Gustavo di Svezia.
Roma racconta le sue storie con due locali storici, il Ristorante Checchino dal 1887, dove è stata inventata la celebre "coda alla vaccinara", opera della bisnonna Ferminia, che prende il nome dai "vaccinari" (macellai) del vecchio mattatoio della Capitale. Sorprendenti le cantine ricavate tra i cocci degli 86 milioni di anfore che, in epoca romana, formarono il Monte Testaccio e che sono oggi monumento storico-archeologico italiano. Lo scrittore Manuel Vasquez Montalban gli ha reso omaggio in un romanzo; l’Hotel Quirinale ha una lista infinita di personaggi illustri che l’hanno frequentato: Mascagni, Puccini e Verdi, che alle finestre dell’albergo fu acclamato dai romani dopo la prima del Falstaff nel 1893. Frequentato dai Savoia, da Caterina la Grande, dai principi Colonna, Torlonia, Odescalchi, è ricco di arredi d’epoca.
La Campania è una regione molto ricca di locali storici, e molti – tra i più belli e universalmente conosciuti – partecipano alla kermesse di sabato 7 ottobre, a cominciare da Napoli con il glorioso Gran Caffè Gambrinus, ristrutturato in stile liberty nel 1890 dall’architetto Curri con splendidi affreschi e dipinti dei massimi pittori dell’Ottocento napoletano. Qui D’Annunzio scrisse i versi di “A vucchella”, Scarfoglio e Matilde Serao fondarono il quotidiano “Il Mattino”, vi sedevano il Croce, Oscar Wilde, Hemingway, Sartre. Durante la Belle Époque si teneva lo spettacolo del Café Chantant e nacque l’usanza del caffè sospeso. Le bellissime sale affacciate su Piazza del Plebiscito accolgono i Presidenti della Repubblica italiana in visita a Napoli.
È il tempio della pizza e delle ricette napoletane il Ristorante Umberto, e i suoi sapori hanno conquistato l’imperatore del Giappone Akihito, i Kennedy, Anthony Quinn. La Bersagliera è uno dei ristoranti più suggestivi di Napoli: autentico gioiello liberty, conserva stucchi, pavimento e arredi realizzati dalle maestranze impegnate nei lavori del palazzo disegnato dall’architetto Coppedé, Roberto Rossellini lo scelse per girare "Viaggio in Italia".
Monumento nazionale dal 1993, la Fabbrica cioccolato Gay-Odin amata da Oscar Wilde nell’osteggiata sosta a Napoli del 1897, dal poeta di Giacomo e da Eduardo De Filippo, è realizzata in splendido stile Liberty con vetrina floreale, arredi in mogano, macchinari e ricette d'inizio Novecento. Napoli e pizza si fondono in un’unica parola e, a Napoli, il monumento della vera pizza è il Ristorante Pizzeria Mattozzi, locale amatissimo da letterati, artisti e politici. Qui è stata fondata l’“Associazione verace pizza napoletana” per la tutela e promozione della più vera e golosa tradizione napoletana nel mondo.
L’affascinante Campania possiede alcuni tra gli angoli più belli e suggestivi del mondo, in questi luoghi sono nati nel tempo veri e propri scrigni di bellezza e oasi di cultura come a Sorrento con l’Imperial Hotel Tramontano dove nacque Torquato Tasso e dove hanno pernottato Lord Byron, Percy Bysshe Shelley. È qui che Ibsen, il padre della drammaturgia moderna, terminò “Gli Spettri” nel 1881. Ed è sempre qui che per la prima volta venne cantata la celebre canzone "Torna a Surriento".
Come non pensare che la bellezza sia ispiratrice di altrettanta bellezza? Il Grand Hotel Excelsior Vittoria a Sorrento, arroccato sul mare, prezioso, elitario ed elegante, è il luogo dove Wagner ha concluso il Parsifal. Ed è ancora intatta la suite dove Enrico Caruso trascorse gli ultimi mesi della sua vita, una suite che ha accolto Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli e Lucio Dalla, che proprio in questa camera ha scritto la canzone “Caruso” dedicata al grande tenore.
A Massa Lubrense, nella penisola Sorrentina, partecipa il Ristorante Antico Francischiello 1909 che con le sue preziose ceramiche e un panorama mozzafiato si affaccia direttamente in …paradiso! Testimone di profumi, sapori e liquori fatti in casa delle trattorie d’inizio Novecento della costiera, ha conquistato con i suoi piatti Marcello Mastroianni, King Vidor, John Huston, Akira Kurosawa, Billy Wilder, Anthony Quinn, Lina Wertmuller e Pavarotti.
Non poteva mancare Amalfi tra le città che partecipano alla giornata nazionale dei Locali Storici, con la Pasticceria Pansa, incastonata nella piazzetta all'ombra del bellissimo Duomo, che tramanda da due secoli la più verace tradizione dolciaria amalfitana delle zeppole S. Giuseppe, susamielli, roccocò, casatielli dolci coi "diavolini", mustacciuoli e sfogliatelle. Peccati di gola che catturarono Ibsen, Wagner e Longfellow.
La Puglia da sempre è terra ricca di sapori tradizionali e ad Andria c’è la scoprire la Confetteria Pasticceria Museo del Confetto Confetteria Mucci in una bella palazzina Liberty nel centro storico a pochi passi dalla Cattedrale. Un’antica fabbrica sempre viva con i suoi straordinari confetti dal cuore di mandorla, gli stessi forniti per le nozze di Umberto di Savoia con Maria José e i “tenerelli”. Infinite dolcezze e un museo che racconta la storia lunga quattro generazioni per un luogo “storicamente significativo” come decretato del Ministero della Cultura.
Maratea in Basilicata è la città delle 44 chiese, un luogo che non ha fretta. Così il 7 ottobre si può andar lento nella scoperta dei sapori del Ristorante Taverna Rovita, qui dal 1700, con le sue piastrelle settecentesche del caminetto e le travi originali del soffitto. Prima Frateria, poi Taverna, oggi luogo d’eccellenza della cucina lucana in uno dei vicoli più suggestivi di Maratea. Renato Guttuso la ritrasse in una sua opera.
Ci sono i locali che furono scenari di storia patria, come il Gran Caffè Renzelli di Cosenza, in Calabria, in questo locale furono decisi i moti cosentini del 1844 contro i Borbone, qui i gendarmi fecero sostare i patrioti Attilio ed Emilio Bandiera per dar loro ristoro e da qui venivano inviati dolci e sorbetti nelle carceri della città per alleviare la detenzione dei due fratelli e degli altri patrioti che morirono fucilati nel Vallone di Rovito. E ancora qui i garibaldini, nel settembre del 1860, festeggiarono al punto da danneggiare il locale. In questo cenacolo di ricordi illustri un evento culturale ripercorrerà la storia del locale che oggi vanta sette generazioni della stessa stirpe.
L’isola della nobiltà, della bellezza e dell’arte, la Sicilia, si racconta attraverso alcuni dei suoi locali storici più ricchi di storia e di eccellenze. Si parte da Palermo con il Ristorante Casa del Brodo dal Dottore, soprannominata così per i camici bianchi usati dai proprietari. Durante un’epidemia a Palermo all’inizio del 1900, gli avventori si accorsero del potere ricostituente di quell’ottimo brodo di carne, lo stesso che la contessa Franca Tasca d’Almerita mandava a prendere per le minestre di palazzo. Il lesso con patate ha conquistato Rod Steiger, Raf Vallone, Claudia Cardinale, Renata Tebaldi. A Palermo è un’istituzione, e uno dei gioielli Liberty della città.
Con l’esclusivo semifreddo “Ali Pascià”, che ricorda come l’isola fu culturalmente segnata dalla cultura araba, il Ristorante La Botte di Monreale presenta una cucina di classe, e racconta del cenacolo di artisti e di personaggi che lo hanno frequentato, come: come Carla Fracci, Mario Del Monaco, Beniamino Gigli, Renata Tebaldi e in questi anni, anche il segretario Onu Kofi Annan. È tra le più antiche gestioni di Sicilia.
Da Palermo a Giarre (CT) con la Cioccolateria Caffetteria Fabbrica Finocchiaro, testimone Liberty delle novecentesche fabbriche siciliane di caramelle, confetti pregiati, confetture, cioccolata e granite, è storia della tradizione dolciaria dell'Isola. Conserva facciate, ampi spazi originali divisi da archi e colonne, alti soffitti affrescati, arredi e cimeli. Inventore delle caramelle a sigaretta, tra i clienti illustri ha avuto lo scrittore Di Maggio e lo storico Giarizzo. Un’attenta visita guidata il 7 ottobre racconterà i tanti anni di storia ed eccellenza del locale.