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Gestione rifiuti nel Tigullio, il Consiglio metropolitano approva odg di Carlo Bagnasco

Super User 20 Gennaio 2021 895 Visite

Il Consiglio metropolitano ha approvato questo pomeriggio all’unanimità un ordine del giorno presentato dal vicesindaco metropolitano Carlo Bagnasco sul tema della gestione dei rifiuti nel Tigullio e nella Val Fontanabuona.
L’ordine del giorno, sottoscritto anche dai consiglieri Antonio Segalerba, Marco Conti, Guido Guelfo, Agostino Bozzo e Andrea Rossi, e integrato anche con il contributo dell’opposizione, impegna il sindaco Marco Bucci “ad avviare un percorso informativo coinvolgendo i sindaci dei bacini ‘Fascia costiera del Tigullio occidentale, centrale e orientale’ e ‘Golfo Paradiso-Fontanabuona-Aveto-Sturla-Graveglia’, volto ad un confronto sulle ricadute previste dal modello di gestione individuato dal Piano regionale dei rifiuti e all’acquisizione di elementi utili al fine di meglio definire la soluzione ottimale per i territori interessati”.

“Sono molto soddisfatto per l’approvazione di questo ordine del giorno, perché costituisce un elemento di equilibrio nei rapporti tra la Città Metropolitana e i comuni coinvolti dal processo di riorganizzazione del modello di gestione integrato dei rifiuti”, dichiara Bagnasco. “E’ di fondamentale importanza che un tema che tocca così da vicino la vita quotidiana dei cittadini sia affrontato ascoltando la voce dei territori”, prosegue. “E’ altresì necessario che siano chiare le ricadute che l’ipotesi dell’affidamento per 15 anni della gestione unitaria ad AMIU comporterebbe per il Tigullio e la Val Fontanabuona. Auspico - conclude il vicesindaco metropolitano - che il documento approvato quest’oggi possa segnare l’inizio di un percorso positivo di confronto tra tutti i soggetti coinvolti”.

Governo, Toti: “Pronti alla responsabilità”

Super User 20 Gennaio 2021 876 Visite

Di fronte allo scenario creatosi ieri con la maggioranza risicata raccolta da Conte al Senato, il governatore Giovanni Toti parla a nome dei 5 parlamentari di Cambiamo! per dirsi pronto alla responsabilità nell'interesse del Paese, in questo momento delicato di crisi economica ed emergenza sanitaria.

“La giornata di ieri in Senato ci consegna la fotografia di un Paese ingovernabile. Il Premier Conte incassa 156 voti favorevoli: tecnicamente ha la fiducia, ma non ha la maggioranza dell’aula. Il Governo si salva solo per l’astensione di Italia Viva, che pure è il partito che ha aperto la crisi.
Il centrodestra si ferma a 140 voti. La coalizione che è arrivata prima alle ultime elezioni e che, stando ai sondaggi, arriverebbe prima anche oggi, non ha i numeri per formare un proprio Governo in questo Parlamento.
Così, per la terza volta in tre anni, l’Italia si ritrova con un Governo formato da forze politiche che stanno insieme per necessità, incoerente per progetto politico e fragile numericamente.
Tutto ciò mentre infuria la pandemia, i vaccini stentano ad arrivare, le imprese chiudono, esplode il dramma della disoccupazione, il debito pubblico sale al 170% e rischiamo pure di perdere l’occasione unica del Recovery.
Che fare? Io penso che questo non sia il momento dei “responsabili” dalla pelosa morale e dalla dubbia utilità. Credo che sia invece il momento della “responsabilità”. Per uscire dall’emergenza più difficile della nostra storia recente serve un Governo che tenga insieme le migliori energie del Paese, con un’ampia forza parlamentare, una grande capacità di dialogo con le forze economiche e sociali, una importante capacità di influenzare le politiche europee. Nessuno può chiamarsi fuori da questo sforzo collettivo, così come nessuno può considerarsi autosufficiente solo per aver preso un pugno di voti in più. Né tantomeno, con spocchiosa ipocrisia, qualcuno può sentirsi l’unico detentore della patente di democraticità, liberalismo, europeismo.
Per quando ci riguarda, noi di Cambiamo! siamo pronti a lavorare con tutti coloro che vogliono mettere al centro della politica l’impegno, la serietà, la responsabilità, la competenza, le tradizioni popolari, liberali e riformiste del nostro Paese, per troppo tempo marginalizzate”.

Toti conclude lanciando l'idea di un nuovo partito, sicuramente di centro ma non si sa se schierato nel centrodestra o meno: “Lavoriamo per costruire un grande e nuovo contenitore dove tanti possano tornare a sentirsi a casa”.
Sta per rinascere la DC in versione 2.0?

Waterfront di Levante, iniziati i lavori per il nuovo Palasport

Super User 20 Gennaio 2021 1909 Visite

Un nuovo Palasport e, a breve, i nuovi canali che avvicineranno il mare dell’area della Fiera alla città. Si dà inizio ad un ulteriore step significativo dell’iter di demolizioni necessarie per la futura realizzazione del progetto del nuovo Waterfront di Levante.

Parte ufficialmente oggi, mercoledì 20 gennaio, il cantiere per la riqualificazione del Palasport per conto dei privati CdS Holding spa, che hanno completato l’atto di acquisto della struttura per un totale di 14 milioni e 250 mila euro, mentre l’investimento complessivo per il recupero della struttura è di 94 milioni di euro. Dopo che il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi contro il Comune per l’aggiudicazione del Palasport, si può partire con i lavori: nonostante i ricorsi pendenti e le limitazioni dovute al Covid, l’attività dell’amministrazione non si è mai interrotta.

Il progetto del Palasport
Negli ultimi mesi del 2020 sono state completate le azioni di preparazione delle aree e le prime demolizioni da parte di Amiu, che ha provveduto alla pulizia e svuotamento del Palasport, e sono inoltre state svolte le operazioni di strip out (smontaggio selettivo) e di bonifica. Adesso, con l’avvio dei cantieri verrà asportata la “pelle esterna” della struttura e verranno abbattute le gradinate interne, si inizierà poi lo scavo dell’autorimessa interrata, a quota inferiore rispetto all’attuale e con una superficie più ampia, che ospiterà 674 posti auto.

Il progetto di OBR e Starching prevede di confermare la vocazione sportiva del Palasport, realizzando un’arena di circa 5 mila metri quadrati per la cui gestione sarà coinvolto anche il CONI. L’arena sarà polifunzionale e modellabile per cambiare configurazione e ospitare anche eventi come i concerti. Attorno all’arena ci sarà spazio per un distretto commerciale tematico con al centro i temi del turismo, dello sport, della produzione locale e della nautica. Nelle aree esterne sorgerà, sempre a carico di CdS Holding Spa, una parte del grande parco urbano che proseguirà negli altri lotti del Waterfront, con nuovi filari di alberi ad alto fusto e un tratto della pista ciclabile che attraverserà tutta l’area. 

CdS procederà poi, con inizio lavori sempre nel 2021, alla totale riconversione delle altre aree interessate dal progetto del Waterfront di Levante, per le quali ha firmato con il Comune un preliminare di acquisto da 20 milioni di euro. Verrà realizzato un nuovo quartiere che comprenderà residenziale, uffici, servizi, studentato e ospitalità.

“L’obiettivo è quello di creare una nuova centralità urbana e una nuova destination attrattiva al di là dei confini regionali, per gli appassionati del mare e non – dicono dalla società CdS -. Due saranno le stelle polari del progetto: la qualità architettonica e la sostenibilità ambientale, con immobili di ultimissima generazione, realizzati con un’architettura bioclimatica c.d. nZEB (nearly Zero Energy Building)”.

 

Via i padiglioni, arrivano i canali
Parallelamente ai cantieri del Palasport, iniziano proprio in questi giorni anche i lavori di demolizione dei padiglioni dell’ex Fiera di piazzale Kennedy: si tratta dei padiglioni C, D (quest’ultimo in uso alla Facoltà di Ingegneria fino a pochi anni fa) ed F. Un nuovo importante passo avanti dopo che, nei mesi scorsi, è stato completato il riempimento acqueo del primo tratto del canale navigabile sorto al posto dell’auditorium dell’edificio ex-Nira, con il ritorno dell’acqua in darsena prospicente la fortificazione seicentesca della cerchia muraria genovese. Sempre nei mesi scorsi è stata demolita la Palazzina Uffici, ex centro direzionale della Fiera.

I lavori di demolizione dei Padiglioni sono stati aggiudicati a un raggruppamento di imprese guidato da Daf Costruzioni stradali e composto dalle ditte Bazzani e Vico.

Alla gara hanno partecipato dieci ditte, i vincitori sono stati scelti anche per la riduzione dei tempi del cantiere: a fronte dei 200 giorni previsti a bando, si sono impegnati a concludere i lavori entro 120 giorni. Sono previste penali di 10 mila euro per ogni giorno di ritardo. L’importo dei lavori, a bando, era di oltre 11 milioni e 500 mila euro, poi scesi a 8 milioni e 700 mila euro più Iva. L’impegno complessivo del Comune per gli abbattimenti ammonta a circa 15 milioni.

Le demolizioni dei padiglioni sono propedeutiche allo scavo dei canali, per la completa attuazione del Waterfront disegnato dall’architetto Renzo Piano e donato al Comune di Genova, alla Regione Liguria e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

L’intenzione dell’amministrazione è procedere velocemente nell’attuazione delle opere previste dalla programmazione. La gara è prevista a febbraio, per aggiudicare i lavori entro aprile e far partire gli scavi dei canali non appena saranno finite le demolizioni dei padiglioni.

L’obiettivo sfidante è di concludere i lavori di scavo e creazione dei nuovi canali entro la primavera del 2022. Il canale principale avrà una lunghezza di 200 metri per 35 di larghezza, mentre il canaletto tra il Palasport e il Padiglione B (l’attuale edificio ad uso fieristico dal caratteristico colore blu, progettato dall’architetto Jean Nouvel) partirà con una larghezza minima di 10 metri che si estenderà fino a 40. Farà un percorso che dall’attuale marina di fianco alla tensostruttura salirà verso nord lambendo il Palasport. Come espressamente richiesto dall’architetto Piano le banchine saranno animate dalla presenza di locali destinati a connettivo urbano (negozietti, ristoranti, attività nautiche e così via), in parte di realizzazione pubblica e in parte privata.

Su entrambi i lati dei canali sono previste ampie banchine pedonali ad uso pubblico, che avranno una larghezza compresa tra i 6 e i 18 metri lungo il canale principale e pari a 3 metri lungo il canaletto. Nel frattempo si realizzerà l’accesso all’area fieristica grazie alla nuova viabilità prevista dal progetto.

Dopo lo scavo dei canali, si passerà alla realizzazione del parco urbano e dei ponti – con quello sul canaletto che sarà mobile per permettere l’ingresso delle imbarcazioni – e poi saranno allestiti gli spazi per i circoli nautici, le associazioni, gli esercizi commerciali legati agli sport nautici e alla ristorazione.

«È una giornata storica per Genova - dichiara il sindaco di Genova Marco Bucci – e una tappa importante di un lavoro di enorme portata che ci ha visto impegnati sin dal primo giorno della nostra esperienza alla guida della città. Dopo l’abbattimento del Nira, assistiamo oggi all'avvio di altri lavori importanti che trasformeranno la zona fieristica, regalando un nuovo skyline al levante cittadino. Nasceranno spazi che ci permetteranno di organizzare esposizioni fieristiche di livello mondiale, eventi sportivi dedicati alla nautica e a tantissime altre discipline, grazie all'arena del Palasport. Potremo inoltre ospitare grandi concerti, avremo zone per uffici e, in generale, un migliore rapporto tra gli spazi della Fiera e la città.

Siamo alla fase decisiva: nella primavera del 2022 avremo un'area del tutto nuova.

Ancora una volta va ringraziato Renzo Piano per il dono fatto a Genova e per la continua collaborazione nell’affinamento dell’idea di waterfront. Grazie ai privati che hanno deciso di scommettere sulla città. Grazie a tutte le persone che, per la propria parte, hanno lavorato e stanno lavorando affinché Genova possa guardare al futuro!».

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, sostiene: «La giornata di oggi rappresenta un momento importante per la riqualificazione di Genova con il recupero del Palasport, in un’area strategica per la città, nell’ambito del progetto del Waterfront di Levante donato dall’architetto Renzo Piano. Era impensabile che una struttura così attrattiva, per la sua posizione adiacente al mare, non fosse pienamente utilizzata. E oggi finalmente, dopo la demolizione dell’edificio ex Nira e l’avvio delle opere di scavo dei canali, possiamo dire di aver compiuto un passo fondamentale che dimostra la piena volontà della amministrazione comunale e regionale di voler rinnovare Genova attraverso una grande opera di rigenerazione urbana che porterà a nuova vita spazi importanti come questo. Le demolizioni che presentiamo oggi rientrano nel progetto più ampio di una grande trasformazione urbana, resa possibile dalla collaborazione tra Enti e dall’impegno dei privati, e anche grazie a un importante investimento economico. Da qui parte il ridisegno del nuovo fronte mare che sarà a misura della cittadinanza e delle attività, a cominciare dalla restituzione alla sua funzione sportiva del Palasport di Genova, una struttura con più di 50 anni, ormai diventata obsoleta, ma grazie al suo recupero pronta a ritornare a essere uno spazio unico nel suo genere, snodo di una nuova idea di città. Oggi, con l’avvio di questi cantieri, possiamo dire che Genova si appresta ad avere un nuovo centro polifunzionale sportivo di qualità, per poter ospitare quegli eventi di livello nazionale e internazionale che fino ad ora ci erano preclusi».

Il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici del Comune di Genova Pietro Piciocchi dice: «Oggi è una giornata storica per Genova. Dopo anni di abbandono dell'area della Fiera partono finalmente in grande i lavori di riqualificazione del Palasport e le demolizioni dei Padiglioni C e D propedeutiche alla realizzazione del Waterfront di Levante donato dall'Architetto Renzo Piano. Ogni cittadino genovese è fortemente legato al Palasport e noi oggi vediamo concretizzarsi il sogno della sua restituzione alla Città secondo un progetto di altissimo livello che ne esalterà la vocazione sportiva e lo trasformerà in uno degli impianti più innovativi ed attrattivi del nostro Paese. Ho vissuto da vicino l'intenso e complesso lavoro amministrativo che si è reso necessario per arrivare alla giornata odierna e che ha coinvolto aspetti di bilancio, di patrimonio, di urbanistica, di commercio, di sport, di lavori pubblici - solo per citarne alcuni - e mi sento in dovere di ringraziare la grande squadra del Comune di Genova che ha lavorato e continua a lavorare su questa operazione, non solo dimostrando grande preparazione tecnica ma anche encomiabile slancio ideale. Voglio ringraziare la società CDS che, immedesimandosi non di rado nelle esigenze della pubblica amministrazione, ha voluto cogliere la grande sfida di questa opera che, tra finanziamenti pubblici e privati, farà calare sulla nostra Città, nei prossimi due anni, quasi 350 milioni di euro di investimenti e sarà portatrice di nuovi posti di lavoro. Credo, in conclusione, che ancora una volta Genova stia dando all'Italia e al mondo un segnale di speranza, di fiducia nel futuro, di coraggio, nonostante il momento difficile che stiamo attraversando. E io sono particolarmente orgoglioso di fare parte di questa squadra e di questa avventura». 

«Le demolizioni degli ex padiglioni fieristici ormai in disuso da anni sono le evidenze oggettive dell’attuazione del progetto di rigenerazione urbana più importante degli ultimi decenni per Genova – dichiara Simonetta Cenci, assessore all’Urbanistica del Comune di Genova -. Dopo la demolizione, si passerà alla costruzione dei nuovi edifici del progetto del Waterfront di Levante, che concluderanno il disegno del nuovo quartiere fieristico e del futuro polo della nautica».

Regione Liguria, assessore Ferro: “Le compagnie telefoniche devono garantire a tutti i liguri un adeguato servizio”

Super User 20 Gennaio 2021 630 Visite

“Chiedo maggiore tutela per gli utenti che utilizzino il servizio telefonico, ma ancora di più quello del traffico dati per lavorare e studiare da casa. È un diritto poterlo fare in piena sicurezza. Comprendo come questo aumento di impiego della rete complichi l’attività delle compagnie telefoniche, ma ciò non può trasformarsi in un disservizio che, in alcune zone della nostra Liguria, sta complicando la vita di molti cittadini”.

Così l’assessore alla Tutela dei Consumatori Simona Ferro rispondendo in Consiglio regionale a una interrogazione su alcuni disservizi di un operatore telefonico nell’area di Chiavari e nella Val Graveglia.

“Siamo di fronte a un fenomeno particolare – aggiunge l’assessore - diretta conseguenza dell’adozione dello smart working: un ripopolamento di alcune aree, penso ai borghi più piccoli e all’entroterra. Non è accettabile che alcune compagnie telefoniche lascino scoperte o mal servite alcune aree della nostra regione”, conclude Ferro.

Voto a Conte al Senato, Claudio Scajola: “Forza Italia quasi evanescente”

Super User 20 Gennaio 2021 835 Visite

L'ex ministro Claudio Scajola non le manda a dire su quanto accaduto ieri in Senato, dove Causin e Rossi, due senatori azzurri (“subito espulsi dal partito”, ha detto in diretta Tajani), hanno votato a favore della fiducia al governo Conte.

Secondo il sindaco di Imperia, che alle scorse elezioni regionali aveva appoggiato il partito di Silvio Berlusconi facendo candidare il suo fedelissimo Luigino Sappa contro suo nipote Marco, quest'ultimo è poi risultato eletto a furor di popolo per Cambiamo! con Toti, sembra pronto a tornare in campo a livello nazionale sotto nuove spoglie.

In una intervista ha infatti dichiarato che “Forza Italia è in una fase di quasi evanescenza”.

Aderirà a Cambiamo! anche lui?

Toti: “Basta accusare la Liguria di essere l’ultima nella somministrazione dei vaccini”

Super User 20 Gennaio 2021 633 Visite

“Mentre seguo con attenzione la riunione su vaccini e i ritardi di Pfizer con i ministri Boccia e Speranza, il commissario Arcuri e i miei colleghi governatori, c’è qualche idiota che continua ad accusare la Liguria di essere agli ultimi posti per la somministrazione dei vaccini. A parte che non è vero, a questi diffamatori di professione che soffiano sulle paure della gente diciamo una cosa: se la campagna vaccinale nella nostra regione non si fermerà sarà grazie alla prudenza e all'organizzazione puntuale della nostra task force sanitaria, che ha accantonato il 30% dei vaccini per garantire le seconde dosi, seguendo perfettamente il protocollo. Il commissario Arcuri ha appena comunicato alle Regioni che mancano all'appello 54mila dosi di vaccini e sono quindi a rischio le seconde dosi per il mancato rispetto dei patti da parte di Pfizer. Ma davvero in questo scenario, con una pandemia in corso, c’è ancora chi, in modo imprudente, ha il coraggio di guardare le classifiche e mettere in competizione le Regioni per dare la palma del più bravo? Non è una gara: ogni vaccino in meno è una persona in più, soprattutto tra le più fragili, che rischia di contrarre il virus. Siamo molto preoccupati per le notizie che ci arrivano da Roma e spero che si trovino soluzioni al più presto. Dobbiamo tutti più che mai remare nella stessa direzione, con l’unico intento di tutelare la salute dei nostri cittadini. Su questo tema, chi fa polemica oltre a essere idiota è pure uno sciacallo”, così scrive il Presidente Toti sulla sua pagina Facebook.

Commercio, Giordano (M5S): “Giunta Bucci dice avanti a Esselunga e stop a Coop e negozi di vicinato”

Super User 19 Gennaio 2021 1708 Visite

“Le politiche commerciali della Giunta Bucci sono sempre più contraddittorie. Ricordiamo ancora molto bene l'intervista fatta nel 2017, all'allora candidato sindaco: alla domanda del giornalista del Secolo XIX se era favorevole o meno all'apertura di nuovi supermercati cittadini, Bucci rispose che era contrario. Oggi, le dichiarazioni del primo cittadino stridono con quelle dichiarazioni! Ma non solo: quel “contro” oggi si rivela con due pesi e due misure. Mentre da un lato, infatti, la Giunta apre le porte cittadine all'Esselunga senza “se” e senza “ma”, dall'altro ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato per bloccare l'ampliamento della Coop di Pra’, come invece sentenziato dal Tar. Abbiamo la sensazione che qui si favoriscano i patron di Esselunga, cioè i Caprotti in virtù delle loro preferenze politiche, a scapito di altri marchi oggi invisi”. Lo ha dichiarato il consigliere comunale Stefano Giordano prendendo la parola nell’odierna seduta consiliare in merito alle notizie circa gli esiti dei ricorsi al Tar su Esselunga e Coop nonché sui nuovi e futuri insediamenti di supermercati.

Che poi aggiunge: “Al netto di questa vicenda, va comunque sottolineato che Genova sta diventando la terra d'elezione di super e ipermercati a scapito del piccolo commercio, dell'artigianato e dei negozi di vicinato. Sta venendo meno un equilibrio che riteniamo vitale per salvaguardare il tessuto economico e sociale dei centri urbani come Genova: assistiamo quotidianamente alla cementificazione di migliaia di metri quadrati, aree inghiottite dalla grande distribuzione organizzata. E pazienza se Genova è oggi una città a forte rischio di declino commerciale, come certificato da uno studio da inizio marzo 2019 della Confcommercio nazionale, secondo cui il capoluogo ligure è fanalino di coda nella salvaguardia di negozi e attività ambulanti”.

“Nell’interrogazione odierna, il silenzio dell'assessora sulla futura apertura Esselunga a San Benigno, per la quale si parla di un'area pari a 6mila metri quadrati in posizione ultra strategica, è comprensibile in una Giunta che non permette contraddittori quando si parla di soggetti "amici" nel percorso e nei fatti”, conclude.

Balleari: “Il governo non ha dato sostegno alle imprese, ora ci troviamo a decidere se rischiare la salute o l’economia”

Super User 19 Gennaio 2021 659 Visite

“Se non penseremo davvero e sul serio all’economia a breve, avremo problemi sociali che, insieme all’allerta sanitaria dovuta al Covid, rappresenterebbero una miscela esplosiva. Io non capisco come di fronte ad una situazione così drammatica per l’economia, il governo ancora tentenni e dia risposte inadeguate come impedire l’asporto dopo le 18 da parte dei bar”. Sono queste le dichiarazioni del capogruppo di FDI in Consiglio regionale ed ex vicesindaco di Genova circa i dati economici presentati: “la perdita di fatturato per le aziende italiane, dovuto al mix combinato di lockdown, restrizioni, Dpcm e calo della fiducia, è pari a 423 miliardi di Euro. Una cifra astronomica alla quale il governo ha risposto con meno di 30 miliardi per l’economia, di cui solo 11,2 a fondo perduto”.

“Ricordo benissimo come Conte annunciasse una montagna di soldi in piena crisi e questa montagna ha invece partorito un topolino che pesa meno del 7% del fatturato perso – continua Balleari – Oggi assistiamo alle prime timide proteste degli operatori commerciali che, responsabilmente, non alzano ancora i toni, ma in futuro, quando arriverà la valanga di cartelle di Equitalia e sarà possibile licenziare, non so cosa potrebbe accadere. Oggi abbiamo bisogno di chi voglia costruire il futuro dell’Italia e non di costruttori di poltrone e governi con data di scadenza sul retro. L’Italia ha la forza di reagire, ma ha bisogno di un governo che vada oltre l’interesse personale, un governo che ami la patria e non poltrone e potere”.

“Nessun danno di immagine per la Lega”, assolto Belsito: “Mi sono tolto un grosso sasso dalla scarpa”

Super User 19 Gennaio 2021 709 Visite

L’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito è stato assolto dalla Corte di Appello di Genova. Il Carroccio si era opposto alla sentenza di assoluzione di primo grado, chiedendo un risarcimento di 500 mila euro per danno di immagine, ma i giudici hanno dato ragione all’ex tesoriere.

"La giustizia finalmente sta arrivando e ha dimostrato che da parte della Lega non c'è stata correttezza. Sono felice per me e i miei avvocati che hanno creduto in questa assoluzione. In tutti questi processi che vanno avanti da tanti anni, alla fine l'unico sempre presente e a pagare sono stato sempre io. Mi sono tolto un grosso sasso dalla scarpa”. Ha detto Belsito dopo la sentenza.

Gestione rifiuti nel Tigullio, Muzio: “Occorre confronto con i sindaci”

Super User 19 Gennaio 2021 733 Visite

“In merito al tema della gestione dei rifiuti nel Tigullio e in Val Fontanabuona e all’ipotesi di un affidamento unico ad AMIU della durata di 15 anni, ritengo necessario che la richiesta di confronto con la Città Metropolitana proveniente dai sindaci interessati venga presa in considerazione e soddisfatta quanto prima. Sul merito della questione dell’affidamento ciascuno può avere la propria legittima opinione, ma sarebbe inaccettabile se, a livello di metodo, si procedesse senza avere contezza delle istanze del territorio”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia – Liguria Popolare.

“Quale che sia la decisione finale in ordine al sistema di gestione – prosegue – la voce dei sindaci dei Comuni coinvolti dev’essere ascoltata, perché essi hanno pieno titolo a mettere sul tappeto le proprie osservazioni e preoccupazioni. Sarebbe grave se ciò non avvenisse, perché in tal modo una parte rilevante del comprensorio della Città Metropolitana sarebbe mortificata. Mi auguro perciò che presto si possa addivenire ad un confronto puntuale su una questione così importante e impattante sulla vita quotidiana delle persone e sulle scelte strategiche di amministrazione del territorio da parte dei Comuni”.

“Nella mia veste di consigliere regionale mi metto a disposizione per dare il mio contributo su questa complessa e delicata problematica, auspicando che si possa giungere a scelte il più possibile condivise e non penalizzanti per i cittadini del Tigullio e della Val Fontanabuona e per i Comuni che hanno gestito e stanno gestendo la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in modo virtuoso”, conclude Muzio.

Assessore Ferro, “Governo dimentica ancora piscine e palestre, nell’ultimo Dpcm nessuna soluzione per comparto sport”

Super User 19 Gennaio 2021 654 Visite

“Ennesimo rinvio per l’apertura di piscine e palestre e centri sportivi al chiuso, che dovrebbe slittare a dopo il 5 marzo, secondo quando si legge nell’ultimo Dpcm del 14 gennaio scorso. Parliamo dello stop di 100mila centri sportivi e di circa un milione di lavoratori”. È la denuncia dell’assessore allo Sport di Regione Liguria Simona Ferro che aggiunge: “Queste attività potranno riaprire non appena ci saranno le condizioni sanitarie per poter consentirne la ripresa, ma allora mi chiedo: come mai è stato richiesto uno sforzo economico (entro maggio) ai gestori di palestre affinché fossero mantenute distanze e fosse applicato un sistema di sanificazione e controllo, se questo non è sufficiente? E come mai le piscine, in cui l’acqua è ricca di cloro e tutti gli spazi purificati con lo stesso sistema, possono offrire un servizio ai soli agonisti? Senza contare i controlli successivi alle richieste di adeguamento, svolti a tappeto in entrambe le strutture e risultati positivi, quando non ottimamente messi in pratica”.

L’assessore Ferro aggiunge: “Sono trascorse poche settimane dalla manifestazione pacifica dei gestori e proprietari di palestre e centri sportivi a Genova e ogni giorno riceviamo mail di richiesta di aiuto da parte delle due categorie che paiono dimenticate dal governo centrale”. “La salute – prosegue Ferro - passa anche per l’attività fisica e non tutti possono svolgerla all’aperto, considerando che la stagione invernale è stata particolarmente inclemente, o comprarsi attrezzature per casa. Non dobbiamo dimenticare poi le fasce “più adulte” alle quali palestra e piscina consentono quel moto utile al mantenimento e miglioramento della propria salute e il sistema immunitario va allenato”.

L’assessore conclude: “Ad oggi non è stato ancora dimostrato che queste chiusure abbiano influito sui dati del contagio. Accanirsi contro queste categorie vuol dire mettere in ginocchio un intero comparto, la cui perdita solo nel 2020 è stata di circa il 70% dei 12 miliardi fatturati l’anno precedente, mentre per il 2021, sempre che si venga fuori dall’emergenza entro la primavera, i danni sono stimati intorno al 50-60% rispetto al 2019.

La sicurezza degli italiani viene certamente prima di tutto, ma il governo non può continuare a lasciare un intero settore senza ristori adeguati e, soprattutto, senza speranza”.

Urbanistica, Toti e Scajola: “Entro l’anno un nuovo piano territoriale regionale per la Liguria”

Super User 19 Gennaio 2021 671 Visite

“Entro l’anno un nuovo Piano territoriale regionale per la Liguria. Si tratta di un fondamentale strumento di pianificazione urbanistica, molto atteso, che poserà le basi della programmazione per i prossimi anni e a cui stiamo lavorando con impegno e dedizione. Spingere in modo ancora più deciso sulla rigenerazione resta il nostro punto di riferimento”. Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti sull’intenso lavoro in corso per arrivare a chiudere la partita di questo atto programmatico particolarmente importante.

“Nel 2021 – spiega l’assessore all’Urbanistica ed Edilizia Marco Scajola, che ha incontrato in videoconferenza il Consiglio generale di Ance Genova – il nostro obiettivo è puntare sempre di più sulla riqualificazione del tessuto urbano della nostra regione. Si tratta di un tema su cui lavoriamo fin dal nostro insediamento e che mette insieme le giuste esigenze di tutela del territorio e dell’ambiente con quelle imprenditoriali, affiancando recupero edilizio ed urbanistico con attenzione all’occupazione, migliorando così la qualità della vita nelle nostre città. Nella giornata di oggi incontrerò le categorie, l’Anci e gli ordini professionali, proprio per parlare di modifiche alla Legge Urbanistica e del nuovo Piano Territoriale Regionale.”

“Da parte delle istituzioni - conclude Scajola – massima vicinanza e sostegno a tutte le realtà imprenditoriali del settore, ai professionisti e ai Comuni che, ne siamo consapevoli, hanno attraversato e continuano ad attraversare una fase particolarmente complessa”.

Luigi Fasce, un urologo d'eccellenza al Villa Scassi

Super User 19 Gennaio 2021 6666 Visite

Sta per andare in pensione, anche se il mondo della medicina e soprattutto i suoi pazienti, si augurano resti in qualche modo magari come consulente, Luigi Fasce, storico primario urologo di Villa Scassi, al padiglione 6 dove il medico ha impresso un nuovo, dinamico corso da quando ne ha assunto la responsabilità nel 2015.

Fasce si dice soddisfatto del lavoro svolto e del resto può davvero esserlo dopo aver organizzato uno staff di prim'ordine.

A marzo 2020 il reparto è stato il primo a essere riconvertito per accogliere i pazienti Covid, ma dopo la prima ondata è tornato ad essere specialità com'era prima del virus, Un reparto urologico di prima grandezza.

Fasce vanta un'ottima carriera, di grande esperienza. Ma oltre all'indubbia capacità nell'arte di Esculapio, possiede una non comune capacità di mettere a suo agio il paziente, sdrammatizzando e comunque spiegando con garbo e scienza la situazione.

L'ospedale di San Martino e quello di Nervi due esperienze genovesi dell'urologo da citare. Il primariato a Sampierdarena ha reso onore all'esperienza ed alle capacità di Luigi Fasce.

Del resto, come la ginecologia per le donne, l'Urologia è specialità importante per gli uomini, soprattutto con l'inesorabile avanzare dell'età.

Dino Frambati

Il Covid aumenta i funerali, Asef incrementa i servizi (+611)

Super User 19 Gennaio 2021 718 Visite

Sono 611 in più sul 2019 i servizi della partecipata Asef che gestisce il 35% di quelli funebri nell'intera Genova. Numeri tristi che indicano la violenza del virus e la sua implacabilità, ma anche l'attività di eccellenza nel settore di Asef, che lo scorso anno ha incrementato l'attività di quasi 19 punti percentuali.

In deciso aumento anche le cremazioni, che salgono al 71% ed il numero complessivo dei servizi all'ombra della Lanterna che aumenta del 23%.

Per il dirigente Franco Rossetti quello appena terminato è stato “un anno molto complicato”, con l'azienda costretta a mutare volto ma comunque, sottolinea l’amministrare Maurizio Barabino, grazie alle nuove assunzioni “pronta a qualsiasi emergenza”

Gli estremi saluti ai cari estinti sono stati in totale 3.878. con una media di 13 funerali per ogni giornata lavorativa.

Momento tragico per gli affetti ma inevitabile. E che porta risorse alla pubblica amministrazione. Il bilancio Asef per il decimo anno consecutivo in positivo. Il 2020 ha visto l'azienda profondere un grande sforzo organizzativo, con grande professionalità e totale garanzia di sicurezza e tutela per gli addetti ai servizi operativi.

A Genova, nel 2020, sono stati effettuati 11.141 trasporti funebri, più 23% sul 2019 con cremazioni aumentate del 4% per Asef, in linea con l'andamento cittadino.

Il 18% dei servizi funebri si è concluso con inumazione in campo comune, l’11 con tumulazione in galleria o in pavimento.

“La pandemia ha colto noi, come tutti, di sorpresa - ha detto Franco Rossetti, dirigente amministrativo e gestionale di A.Se.F. Srl - Vista la delicatezza della nostra mission aziendale, abbiamo immediatamente varato procedure di emergenza in linea con i Dpcm, sempre nel rispetto delle necessità e dei voleri dei famigliari dei defunti”.

A marzo, aprile e maggio 2020 non è stato neppure possibile effettuare servizi ed è stato vietato di accedere ai cimiteri per onorare i defunti: “uno choc per i cittadini e una forzatura enorme per noi che sul piano gestionale, ha implicato un’estrema accelerazione nei trasporti che ha determinato sforzi aziendali ed organizzativi notevolissimi. L’azienda è stata costretta a cambiare volto in brevissimo tempo”, sottolinea Rossetti.

Rilevante tuttavia che nel corso dell'anno Asef abbia portato a termine due concorsi per l’assunzione di operatori funebri e addetti alla rete commerciale.

“L’azienda ha garantito la piena operatività nonostante la carenza di personale in posizioni strategiche - sottolinea Maurizio Barabino, amministratore unico di A.Se.F. Srl - Negli ultimi due mesi, le procedure concorsuali sono giunte al termine con l’assunzione di sei operatori funebri e cinque addetti alla rete commerciale. Non sappiamo quali sfide ci attendano. Sappiamo però che siamo pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà, con un buon equilibrio finanziario, possibilità di effettuare investimenti e il personale in piena forza”.

Dino Frambati

Governo, Luca Pastorino: “Conte ha convinto Camera, ora Senato accolga suo appello”

Super User 19 Gennaio 2021 754 Visite

"Il voto alla Camera conferma che i deputati hanno promosso lo sforzo e l'impegno del presidente del Consiglio. E quindi del progetto di governo. La maggioranza assoluta conseguita a Montecitorio è un ottimo segnale in vista del passaggio di domani (oggi per chi legge, ndr) al Senato. Auspico che anche i senatori accolgano il suo appello. Le parole di Giuseppe Conte hanno rappresentato un'apertura significativa al dibattito sui temi concreti, togliendo un argomento a Italia viva che agita strumentalmente il confronto nel merito: l'azione dell'esecutivo è tutta all'insegna del pragmatismo, senza tatticismi e riti politici incomprensibili". Lo dichiara il deputato Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Leu.

"Dopo questo black-out imposto da una decisione incomprensibile di Renzi - aggiunge Pastorino - la maggioranza e il governo devono ripartire con ancora maggiore convinzione. Anche, come ripeto da mesi, con il coinvolgimento delle opposizioni, nel pieno rispetto dei ruoli. In agenda è ora fondamentale insistere sul contrasto alla disuguaglianza, che continua a crescere a causa della pandemia. Dunque, è il momento di accelerare sui ristori alle categorie più in difficoltà".

Toti: “Rt a quota 0,99, trend stabile verso il basso. Ottimisti su zona gialla dopo due settimane in arancione”

Super User 19 Gennaio 2021 739 Visite

“Secondo i dati di oggi, il nostro Rt è stimato a quota 0,99. Siamo calati significativamente dall’1,18 con cui siamo stati assegnati alla fascia arancione. L’incidenza dei virus è di 1,70 casi su 10mila cittadini, la settimana scorsa era di 1,84, quella ancora precedente di 2,23. Nei periodi più pesanti è arrivata fino a 6,40: siamo discesi e tendiamo al ribasso. I dati confermano un trend sostanzialmente stabile o in lieve discesa dell’epidemia in Liguria. Siamo ottimisti che le prossime due settimane in zona arancione, con le relative restrizioni, ci potranno portare di nuovo in fascia di rischio gialla”. Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti fa il punto sulla situazione Coronavirus e vaccini in Liguria.

“Le cifre parlano infatti di una incidenza abbastanza bassa del virus, in linea con i giorni scorsi- aggiunge Toti –. L’incidenza nella provincia di Savona è più alta perché risente di un cluster con circa 80 positivi nella residenza protetta Bormioli di Altare, nel savonese. La nostra priorità, dopo aver vaccinato gli ospiti delle Rsa, sarà proprio andare a intervenire in queste strutture dove vivono molte persone fragili che dobbiamo mettere in sicurezza al più presto. Si tratta comunque di un cluster già isolato. Oltre a questo, persiste un cluster nella struttura Casa Serena di Sanremo, che purtroppo ha causato altri 5 decessi: anche in questo caso i sanitari sono al lavoro dalle vacanze di Natale per ridurre l’impatto del virus. Proprio per questo è importante correre con la campagna vaccinale: se riuscissimo in breve a vaccinare tutti gli over 75 il numero dei decessi sarebbe assai ridotto. Per questo serve correre con la campagna”.

“Il dato particolarmente favorevole in questa fase, nonostante ieri fosse domenica e quindi giorno di scarse dimissioni, è che siano diminuiti i ricoverati –aggiunge Toti – Crescono di 2 le persone ricoverate in terapia intensiva, ma si tratta di un dato che oscilla lievemente da giorni ed è sostanzialmente stabile”.

“Oggi sono partiti i richiami vaccinali a chi è stato vaccinato per primo il 27 dicembre nel Vaccine day – prosegue Toti – Non ci sono problemi con le dosi, visto che abbiamo tenuto scorta del 30% dosi per i richiami, in modo rigoroso e ligio: domani ci saranno ulteriori forniture, anche se ridotte (nella Asl 5 non saranno consegnate le dosi da Pfizer). Speriamo che come promesso venga recuperato il ritardo la prossima settimana: tenere la scorta del 30% è stato quindi quanto mai opportuno”.

“Sulla scuola – conclude il presidente - alcune associazioni hanno fatto ricorso al Tar chiedendo l’immediata apertura delle scuole. Ovviamente ci adegueremo alla sentenza della magistratura se si deciderà per una riapertura, altrimenti in questi giorni ragioneremo sui numeri: se continueranno scendere ci consentiranno, credo, di riaprire la prossima settimana la didattica in presenza al 50% per le scuole secondarie superiori, ed eventualmente nelle settimane a venire raggiungere poi il 75%. Non si tratta di un problema di trasporti, le nostre aziende sono pronte a mettere in campo tutto quello che era previsto di avviare a partire dal 7 gennaio scorso, si tratta di una questione di buon senso. Non è possibile chiudere tutto il Paese e riaprire solo le scuole: tutto va fatto in sicurezza, in coerenza con le esigenze di una Regione che deve tornare in fascia gialla per poter riaprire tante attività e senza inficiare gli sforzi dei sanitari e di coloro che faticano tenendo chiuso”.

Fiducia al governo, Rixi: “Scioglimento delle camere e nuove elezioni subito”

Super User 18 Gennaio 2021 1218 Visite

L'intervento di oggi alla Camera dei Deputati del segretario ligure della Lega, Edoardo Rixi

Presidente, Onorevoli Colleghi, Presidente del Consiglio. Siamo all'epilogo di un Governo fondato su una maggioranza raccogliticcia, senza una visione ma con un solo obbiettivo: impedire a Matteo Salvini di governare. Anche a costo di condannare il Paese al totale immobilismo a alla decrescita economica. E la pandemia non ha fatto altro che aggravare la situazione, evidenziando le debolezze del nostro Paese e la fragilità dei suoi governanti. Su infrastrutture e trasporti l'incapacità di questo Governo ha raggiunto il suo picco.

Tema delle grandi opere. Con la Lega al governo, siamo riusciti a ridare linfa vitale a tanti interventi infrastrutturali, piccoli e grandi, bloccati da tempo nelle maglie della burocrazia. Mi riferisco allo sblocco della Tav, al nuovo ponte di Genova, al decreto “Sblocca cantieri” convertito nel giugno 2019, che ha fissato norme chiare e facilmente applicabili. I risultati conseguiti prima del lockdown sono nella Storia: +16 % la spesa dei Comuni in investimenti e +40% il valore delle gare d’appalto. Nello stesso decreto era stata giustamente inserita la possibilità di estendere il modello di successo per la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova a tutte quelle opere ritenute prioritarie per il Paese, attribuendo al Presidente del Consiglio il compito di individuare tali opere con proprio decreto. Ma il decreto è stato adottato soltanto nel novembre 2020. E ora è sottoposto all’esame delle commissioni parlamentari competenti. In pratica, a distanza di oltre un anno e mezzo dall’approvazione dello ‘Sblocca cantieri’, grazie al vostro governo i cantieri sono ancora tutti fermi! 

Sul Recovery plan, scorrendo le 160 pagine del Piano si capisce che non c’è alcuna visione: rischia di essere l'ennesima occasione persa e di ipotecare il futuro della nazione. Dei 32 miliardi dedicati alla missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, ce ne sono 28,3 destinati all'alta velocità ferroviaria e alla manutenzione stradale. Vedendo però nel dettaglio gli interventi oggetto di finanziamento, si scopre che molte delle risorse annunciate sono state già stanziate, e che tanti interventi infrastrutturali – altrettanto strategici – non sono minimamente contemplati. Penso alla Tav Torino-Lione, Ponte sullo Stretto di Messina, linea AV/AC Milano-Genova, linea Tirrenica, Pontremolese, Cispadana, autostrada Roma-Latina, Ti.Bre. L'elenco delle opere dimenticate dal Governo è così lungo che potrei andare avanti per ore!

E veniamo alle autostrade. A oltre due anni e mezzo di distanza dal crollo del Ponte Morandi continuano i gravi disagi sul nodo autostradale con chiusure a singhiozzo. Anche qui manca una visione generale. Da più di un anno sulle scrivanie del Mit giace l'aggiornamento del piano economico-finanziario di Aspi, con investimenti per oltre 14 miliardi a carico della stessa società ancora bloccati, molti dei quali di vitale importanza, come la Gronda di Genova, il nodo di Bologna e la realizzazione della 3a o 4a corsia su tratti assai trafficati della rete. Nonché la ristrutturazione di numerosi cavalcavia e viadotti. E questo discorso vale anche per buona parte delle altre concessioni autostradali. Da un anno questo il Governo non fa altro che rimandare le decisioni, una ulteriore prova concreta dell’incapacità di elaborare una visione per il Paese.

Il trasporto aereo ha perso il 60% nel 2020, gli aeroporti hanno registrato perdite superiori al miliardo di euro e nel Recovery non c’è alcuna misura a favore del settore. L'unica azione è stata la nazionalizzazione di Alitalia, con nuovi costi per la collettività pari a 3 miliardi di euro. Anche su questo però, sono trascorsi oltre 7 mesi, senza un progetto, e così oggi non si sa cosa sarà della compagnia mentre oltre 5.000 dipendenti rischiano il posto di lavoro! 

Altro grande assente del Recovery è il trasporto marittimo, sia passeggeri che merci. Nelle prime bozze del Piano figuravano misure, per 2 miliardi di euro. Ma lo stanziamento è stato prima ridotto a 670 milioni, poi è del tutto scomparso nella versione definitiva del Piano. Sembra incredibile ma per l’Italia, Paese al centro del Mediterraneo, non figura alcuna misura per l'economia del mare!

Col trasporto pubblico locale avete fallito su tutta la linea. Prima con coefficienti di riempimento sui mezzi pubblici impossibili da verificare, poi siete rimasti inerti sulle proposte alternative tipo i bus turistici, avanzate dall'opposizione e dalla Lega in particolare. Nel frattempo l'Italia è stata travolta dalla seconda ondata di contagi e la questione del Tpl è rimasta inevasa. Inoltre, la maggior parte delle Regioni attende ancora da oltre sei mesi le risorse necessarie all'erogazione del bonus taxi/NCC per gli utenti più fragili.

L’esperienza di Governo che i giornali indicano come Conte bis per noi è da archiviare come un fallimento su tutta la linea. Famiglia, lavoro, scuola, giustizia e sviluppo sono i cinque punti che per la Lega - e il centrodestra - sono imprescindibili per il nostro Paese. Gli italiani hanno bisogno di un governo con una visione chiara sul futuro. In un momento così drammatico avete dato un pessimo esempio all’intero Paese. Tenete soltanto alle vostre poltrone, perché se aveste a cuore la nazione indichereste soltanto una via: scioglimento delle camere e nuove elezioni subito!

 

Cani e gatti, sono oltre 285 le tonnellate (pari a circa un milione di euro) di cibo donato da Arcaplanet

Super User 18 Gennaio 2021 701 Visite

Il cuore di Arcaplanet, l’insegna leader del Pet Care con oltre 360 store in Italia, quello che batte per i cani e gatti meno fortunati e accuditi da strutture benefiche nel nostro Paese, è sempre più grande.

Attraverso Foodstock, il progetto con cui, da oltre 5 anni, l’azienda si impegna a combattere lo spreco alimentare, nel 2020 è stata superata la quota di 285 tonnellate di cibo donate a cani e gatti ospiti di oltre 300 associazioni No Profit diffuse sull’intero territorio nazionale.

L’anno scorso la raccolta si era attestata intorno alle 160 tonnellate di cibo con una dimostrazione del generoso impegno dell’insegna nei confronti delle associazioni di volontariato. Quest’anno la cifra dei pasti donati è quasi raddoppiata e il valore economico raggiunto è pari a un milione di Euro.

L’azienda, grazie anche alla grande sensibilità dei propri clienti, riesce ogni anno, attraverso iniziative dedicate e vere e proprie maratone benefiche, a raccogliere migliaia di confezioni di cibo per animali che poi distribuisce attraverso la propria rete vendita, ai volontari delle associazioni diffuse nel nostro Paese.

L’ambizioso progetto di Charity di Arcaplanet mira a dare un sostegno concreto a tutte quelle encomiabili strutture volontarie che ogni giorno si attivano per fornire le cure necessarie agli animali ospiti.

Così commenta Alessandro Moretti, direttore marketing di Arcaplanet “Foodstock è un grande progetto che non sarebbe possibile sostenere senza la profonda sensibilità dei nostri clienti e la disponibilità di tutto il personale dei nostri oltre 360 Pet store ad aiutare le associazioni partner”. Foodstock continua il manager “Si tratta di un progetto che richiede un impegno costante, movimentazioni importanti di cibo, una capillare distribuzione e una particolare attenzione al territorio. I cani e gatti di queste strutture possono avere trascorsi difficili e noi siamo orgogliosi di poter continuare a raccontare anche le loro storie”.

All’interno del progetto concorrono numerosi eventi e maratone benefiche organizzate dall’insegna ogni anno, come ad esempio la #FoodstockChallenge, gestita nel mese di novembre scorso che, da sola, ha raggiunto quota 100mila pasti donati in un weekend.

Nuovo Dpcm, assessore Berrino: “Il governo ormai contrasta il virus facendo la guerra solo ad alberghi e ristoranti”

Super User 18 Gennaio 2021 803 Visite

“Vorrei che i cosiddetti esperti del Comitato Tecnico Scientifico spiegassero quale sia la ragione per cui, per contrastare il virus, si possano raggiungere le seconde case - anche al di fuori della propria regione indipendentemente dal colore di essa - e non si possa andare negli alberghi. E' appurato che il Governo non solo è in piena crisi politica ma è anche in totale confusione nella gestione dell'emergenza sanitaria tanto è vero che emana sempre Dpcm in cui si fanno solo la guerra ad alberghi, ristoranti e a tutto il comparto turistico”. Così l'assessore regionale al Turismo Gianni Berrino che aggiunge: “Insieme a tutto il mio partito Fratelli d'Italia mi unisco all'appello lanciato da Federalberghi affinché agli hotel sia consentito di essere raggiunti fuori regione e sono contento che l'onorevole Riccardo Zucconi e il responsabile nazionale del dipartimento Turismo Gianluca Caramanna presentino un'interrogazione per chiedere al Governo di fare chiarezza ed eliminare questa disparità verso tutte le strutture ricettive”. 

Governo, Toti: “Perplesso dagli appelli del centrosinistra”

Super User 18 Gennaio 2021 572 Visite

“Mi lasciano perplesso gli appelli del centrosinistra, ultimo quello del segretario del PD Zingaretti, che invitano tutti i democratici, liberali ed europeisti a sostenere il Governo Conte. Come se, in opposizione al Presidente del Consiglio e a questa raccogliticcia maggioranza, ci fossero gli antidemocratici, illiberali e anti europeisti.

Trovo che in questo ragionamento vi sia tutta la spocchia di una sinistra che, con storica doppia morale, ritiene di poter attribuire patenti politiche in questo Paese. Un’arroganza che ha già causato troppi danni nel passato ma anche nel presente e che rischia di produrli in futuro, vista la gestione di questa oscena crisi, condita a volte, a proposito di morale, da una campagna acquisti degna del miglior calcio mercato.

Nessuno però mi ha ancora spiegato una cosa: io mi sento profondamente democratico, liberale ed europeista. I miei riferimenti politici stanno tutti all’interno di questi mondi. Orbene, perché mai dovrei sentirmi di snaturare la mia personalità votando contro questo Governo? Forse significa che gli sforamenti di bilancio, grazie a sussidi e reddito di cittadinanza, i ritardi nel programmare Recovery e Mes, l’assenza di una politica di investimenti, i banchi a rotelle, i variopinti Dpcm e molto altro ancora, servono a ottenere la patente per democrazia e liberalismo?

Mi permetto di dissentire: si può essere democratici, liberali ed europeisti anche senza fare così tanti errori e con un po’ più di competenza.

Credo, al contrario, che questa crisi venga gestita dalla maggioranza senza il coraggio necessario in questo momento: serrando i ranghi invece di aprirli, cercando voti sparsi invece di dialogare con tutte le forze politiche, difendendo posizioni indifendibili.

Quando si chiedono al Paese lacrime, sudore e sangue, bisogna chiedere a se stessi almeno responsabilità e serietà.

Speriamo che dopo questo primo discutibile capitolo, ne segua un secondo con una fine migliore per l’Italia”, così scrive il Presidente Toti sulla sua pagina Facebook.

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