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Spettacoli

Se mi Amy, giovani spettatori al teatro Modena

Super User 22 Aprile 2022 943 Visite

Due ragazzi in lotta contro le proprie dipendenze e sullo sfondo la storia e le canzoni di Amy Winehouse.
Sabato 23 aprile il Teatro Nazionale di Genova propone ‘Se mi Amy’, monologo di Naya Dedemailan in scena al Teatro Gustavo Modena alle ore 19.30, terzo e ultimo appuntamento per questa stagione di una piccola rassegna indirizzata espressamente agli spettatori tra i 13 e i 20 anni.
«Ci siamo rivolti a quella particolare fascia d’età, in cui non si è più bambini ma è ancora presto per sentirsi adulti, con una serie di spettacoli che parlano direttamente di loro o che guardano il mondo attraverso i loro occhi, creando un’occasione per continuare o iniziare a frequentare il teatro, magari in compagnia degli amici come quando si va al cinema», spiega Elena Dragonetti, consulente artistica per il settore ragazzi del teatro diretto da Davide Livermore.
«Abbiamo scelto storie - aggiunge - che potessero appassionare, divertire e allo stesso tempo trattare con delicatezza e ironia tematiche difficili ma importanti per la formazione dei giovani adulti. In realtà tra il pubblico sono arrivati molti ragazzi insieme ai loro genitori, e nei dibattiti post spettacolo è stato bello vedere come il teatro abbia fatto nascere il desiderio di un confronto tra due generazioni che spesso hanno difficoltà a comunicare».

Se mi Amy - interpretato dalla stessa Naya Dedemailan e diretto da Roberto Anglisani - racconta la storia di Elen e del suo ragazzo, Alan: una battaglia di cadute e ricadute, con piccole vittorie e cocenti delusioni. Narrato in prima persona dalla ragazza, offre uno spaccato della sua vita quotidiana, intrecciata con la parabola tragica della sua cantante preferita, Amy Winehouse, morta a soli 27 anni per overdose da alcol.
Come due treni che percorrono binari diversi ma paralleli, le loro storie s’intrecciano e si confondono, incredibilmente si assomigliano, perché alla base c’è sempre la stessa fragilità. Lontano da approcci moralisti, Se mi Amy si addentra nell’animo umano e nei sentimenti, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani spettatori su un tema che li tocca direttamente, come l’abuso di alcol e più in generale le dipendenze.

Sabato a Teatro TEEN

23 aprile 2022 ore 19.30

Teatro Gustavo Modena

SE MI AMY di e con Naya Dedemailan | regia Roberto Anglisani 

Paolo Fizzarotti

Beethoven, studenti gratis al Carlo Felice

Super User 22 Aprile 2022 906 Visite

Al Teatro Carlo Felice, venerdì 22 aprile, alle ore 20:00, il secondo appuntamento del Ciclo Beethoven vede il ritorno di Hartmut Haenchen con un programma dedicato questa volta al Beethoven precursore del poema sinfonico e al Beethoven “eroico”.
In programma, la cantata Meeresstille und glückliche Fahrt op. 112 e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica, tra le quali si colloca la Messa in sol maggiore per soli, coro e orchestra D167 di Franz Schubert, che sarà eseguita con i solisti Barbara Bargnesi, soprano, Blagoj Nacoski, tenore, Francesco Auriemma, basso.La Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, con l’intento di promuovere ed incentivare la diffusione della musica classica fra i giovani, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria riserva a tutti gli studenti di Genova e della Liguria la possibilità di assistere gratuitamente al concerto, e ai seguenti appuntamenti sinfonici della stagione 2022.

Programma 

LUDWIG VAN BEETHOVEN
Meeresstille und glückliche Fahrt, op. 112

FRANZ SCHUBERT
Messa in sol maggiore per soli, coro e orchestra D167

LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55, Eroica

Barbara Bargnesi, soprano

Blagoj Nacoski, tenore

Francesco Auriemma, basso

Maestro concertatore e direttore Harmut Haenchen

Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice

Maestro del coro Francesco Aliberti

 

Paolo Fizzarotti

Storia d’amore e alberi: bambini a teatro

Super User 20 Aprile 2022 852 Visite

Sabato 23 aprile alle ore 16 ultimo appuntamento della stagione con la rassegna dedicata alle famiglie ‘Sabato a teatro’ che dà il proprio arrivederci al pubblico con ‘Storia d’amore e alberi’, adatto dai 6 anni in su, scritto da Francesco Niccolini che insieme a Luigi D’Elia ne ha curato anche la regia.
Uno spettacolo che in oltre due decenni di vita ha attraversato l’Italia con centinaia di repliche di successo e dato vita ad un processo di riforestazione diffusa grazie a migliaia di bambini coinvolti in prima persona nel piantare e successivamente prendersi cura degli alberi.
Liberamente ispirato al romanzo di Jean Giono, ‘L’uomo che piantava gli alberi’, libro simbolo per la difesa della natura e l’impegno civile, lo spettacolo vede in scena una figura bizzarra (interpretata da Simona Gambaro) che si muove sincopata, indossa un gigantesco zaino e un buffo copricapo. Potrebbe trattarsi di un viandante, forse di un angelo custode: quel che conquista subito è l’abilità affabulatoria con cui narra gli straordinari incontri con nuvole perdute, cieli limpidi, canarini, leoni e clown nel corso di mille viaggi ed avventure. Fra le storie spicca quella di un piccolo e indomito giardiniere che ogni giorno, con un piccolo atto d’amore, pianta alberi per salvare il pianeta Terra. Proprio questo suo gesto, solitario ma costante e inarrestabile come la forza di una goccia, modifica lentamente il mondo e ristabilisce il legame primordiale fra l’essere umano e la natura.
Legato alle manifestazioni per la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) Storia d’amore e alberi va in scena in una location straordinaria: il Palcoscenico nel bosco dell’Agriturismo Azienda Agricola Natura e Sport – Acqua di Ognio, Località Acqua di Ognio, 107/C, Neirone in Val Fontanabuona. In caso di maltempo, lo spettacolo andrà in scena alla Sala Mercato.Inizio spettacolo ore 16. Biglietti sino a 14 anni 6 euro, adulti 8 euro.

Sabato a teatro

RASSEGNA TEATRALE PER FAMIGLIE

23 aprile 2022 ore 16

Palcoscenico nel bosco, Acqua di Ognio – Val Fontanabuona

STORIA D’AMORE E ALBERI di Francesco Niccolini

liberamente ispirato al romanzo L’uomo che piantava alberi di Jean Giono

Paolo Fizzarotti

Marina Massironi al Modena

Super User 20 Aprile 2022 755 Visite

Le verità di Bakersfield arriva per la prima volta in Italia e va in scena al Teatro Gustavo Modena dal 20 al 23 aprile con protagonisti Marina Massironi e Giovanni Franzoni diretti da Veronica Cruciani.
Ispirato da una storia vera, lo spettacolo porta in scena due personaggi singolari, appartenenti a due classi sociali opposte: Maude è una donna “sconfitta” dalle brutture della vita: sola ed emarginata, vive in una roulotte e sbarca il lunario raccattando cianfrusaglie in giro e barattandole con un pasto caldo. Lionel è un uomo di grande successo, un critico d’arte di fama internazionale sempre circondato da artisti, celebrità e lusso. A far incontrare questi due destini lontani anni luce è proprio l’arte. Fra il caotico ciarpame della sua roulotte c’è una tela che Maude ha acquistato per due spiccioli da un rigattiere. Convinta che si tratti di un’opera del grande pittore Jackson Pollock, la donna chiama in causa l’esperto Lionel, l’infallibile “cacciatore di falsi”: a lui spetterà il compito di periziare scrupolosamente il quadro e, nel caso si tratti di un autentico Pollock, quello di cambiare per sempre la vita di Maude. Attraverso la presunta opera d’arte i due personaggi entrano in connessione, gettano le rispettive maschere rivelando sorprendenti fragilità e consapevolezze in un confronto dialettico, a tratti esilarante, dall’esito totalmente inatteso.
Le verità di Bakersfield è una commedia che contiene diversi spunti di riflessione su alcuni concetti nodali della nostra vita come quello di verità e autenticità.
Nelle note della regista Veronica Cruciani si legge: «Non possiamo pronunciare la parola “verità” senza che scaturiscano in noi alcune domande. Che cos’è una verità? Chi decide cosa è vero e cosa è falso? Come si costruisce una verità a cui tutti credono fino a far pensare che sia la realtà? Questi interrogativi riguardano anche il mondo del teatro, dove la verità è una costruzione, una finzione paradossalmente necessaria».
Le verità di Bakersfield va in scena al Teatro Gustavo Modena da mercoledì 20 a sabato 23 aprile. Lo spettacolo inizia alle 20.30 il mercoledì e venerdì, alle 19.30 il giovedì e il sabato.

20 – 23 aprile 2022 Teatro Gustavo Modena

Le verità di Bakersfield di Stephen Sachs
versione italiana Massimiliano Farau

regia Veronica Cruciani

con Marina Massironi, Giovanni Franzoni

Paolo Fizzarotti

‘La nuova scuola genovese’, arriva nei cinema il docufilm che mette a confronto cantautori e rapper

Super User 11 Aprile 2022 1022 Visite

"Il docufilm sviluppa quel dialogo tra generazione dei cantautori e dei rapper che come assessorato regionale alla cultura abbiamo da sempre incentivato portandolo innanzitutto ai giovani studenti delle scuole". Così l'assessore alla Cultura e allo Spettacolo e alla Scuola Ilaria Cavo nel commentare l'arrivo nelle sale del docufilm 'La nuova scuola genovese' in programma nei cinema martedì 3 e mercoledì 4 maggio. La produzione analizza il filo rosso che lega i grandi cantautori della 'scuola genovese' come Gino Paoli, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi e Fabrizio De André ai rapper nati in Liguria che oggi dominano le classifiche italiane.

"Il progetto 'Cantautori nelle scuole', nato con l'idea di far studiare i cantautori alle nuove generazioni, aveva portato i vari docenti a passare dai testi dei rapper per far apprezzare e capire i testi i valori dei grandi cantautori della nostra storia musicale alle nuove generazioni - aggiunge Ilaria Cavo - Il legame tra cantautori e rapper è stato evidente soprattutto negli eventi di restituzione finale pubblica del progetto, in un'occasione alla presenza anche di Gino Paoli che aveva dato valore a tutto il percorso. E' importantissimo vedere oggi come un autore come Claudio Cabona abbia sviluppato questa tematica e, grazie a un'imponente produzione, sostenuta anche dal bando per l'audiovisivo di Regione Liguria, abbia restituito con interviste e dialoghi un docufilm che sarà un contributo prezioso per tutti, ma che arriverà su larga scala soprattutto ancora ai giovani. Il docufilm si apre con un'intervista, volutamente registrata all'interno del chiostro dell'abbazia di San Giuliano, e crea un altro forte legame in continuità con la progettualità di Regione Liguria che qui, insieme al MIC e al Comune di Genova, ha progettato la Casa Naazionale dei Cantautori riconoscendo a Genova il ruolo primario nella storia della canzone d'autore Italiana. Riflettere oggi su come parole e musica siano stati utilizzati in passato e vengano utilizzati oggi è un’operazione culturale importante, coraggiosa e di veduta comune".

"L'audiovisivo si è rivelato, dati alla mano, un reale motore di sviluppo economico regionale, oltreché incentivo all'occupazione e alla valorizzazione della nostra cultura e del nostro territorio – aggiunge l’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti - Questo è uno dei molti progetti che, dal 2016 ad oggi, hanno visto la luce, anche grazie al contributo offerto da Regione Liguria - ricorda l'assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti - Il nostro impegno a supporto del settore, prosegue oggi con nuove opportunità a fondo perduto per produzioni locali ed estere che scelgono la Liguria come set delle proprie pellicole e si rafforzerà in futuro con la nuova programmazione Fesr".

Sampierdarena, Jazz a colazione alla Sala Mercato

Super User 01 Aprile 2022 867 Visite

Domenica 3 aprile, alle ore 10.30, sul palco della Sala Mercato un affiatato quintetto composto da Simona Bondanza (voce), Stefano Guazzo (clarinetto), Fabio Vernizzi (piano), Riccardo Barbera (contrabbasso), Rodolfo Cervetto (batteria) eseguirà le pagine fondamentali del repertorio di Tony Scott, virtuoso polistrumentista siciliano come rivela il suo vero nome, Anthony Joseph Sciacca.Nato a Salemi in provincia di Trapani nel 1921, il musicista andava molto fiero della sua terra natia tanto da presentarsi sempre qualificandosi come “clarinettista siciliano”.
Dagli esordi appena quindicenne, alla passione per Charlie Parker che lo spinge ad applicare le sonorità del be-bop al suo clarinetto, dai primi innovativi arrangiamenti alla collaborazione con giganti come Duke Ellington, Sarah Vaughan, Ben Webster fino all’amicizia con Billie Holiday e Bill Evans. Decine di tournée, centinaia di concerti in tutto il mondo, incontri eccezionali in una vita da star internazionale che verrà raccontata sul palco dal critico musicale Guido Festinese, autore e narratore dei testi. Jazz’n’breakfast è curata da Rodolfo Cervetto in collaborazione con Associazione Musicale Esperanto, Louisiana Jazz Club e il sostegno del Centro Commerciale e Divertimenti Fiumara.
Il concerto inizia come sempre alle ore 10.30. La colazione in teatro è servita a partire dalle 9.30. Ingresso 8 euro (colazione + concerto).

3 aprile 2022 ore 10:30 Sala Mercato, via del Monastero Genova

Jazz’n’breakfast

Sono un clarinettista siciliano: Tony Scott

Guido Festinese testi e narrazione

Simona Bondanza voce

Stefano Guazzo clarinetto

Fabio Vernizzi piano

Riccardo Barbera contrabbasso

Rodolfo Cervetto batteria

 

Paolo Fizzarotti

Stefano Guazzo

 

 

 

Étoile dei due mondi, Roberto Bolle and Friends al Nervi Music Ballet Festival

Super User 01 Aprile 2022 1232 Visite

Alla prossima edizione del Nervi Music Ballet Festival è prevista la presenza del ‘Gala Roberto Bolle and Friends’, che salirà sul palco di Villa Grimaldi Fassio, nella splendida cornice open air dei Parchi di Nervi, mercoledì 27 luglio alle ore 21:15. C’è ancora riserbo sul cast e sul programma dello spettacolo di quella che è stata definita ‘l’Étoile dei due Mondi’, un gala cult che è ormai un evento atteso, per il quale si radunano alcune delle più brillanti stelle della danza internazionale. 

«La partecipazione di Roberto Bolle e dei prestigiosi ospiti del Gala Roberto Bolle and Friends al Nervi Music Ballet Festival 2022 impreziosisce la programmazione di una manifestazione storica, esaltando il significato del Festival - commenta l'assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso. La città di Genova è entusiasta di accogliere il grande danzatore, dopo i trionfi televisivi e il successo internazionale riscosso all'Expo di Dubai, di cui ha parlato tutto il mondo».

«Il Teatro Carlo Felice è particolarmente attento e sensibile alle manifestazioni della creatività contemporanea in ambito coreutico, oltre che musicale e teatrale, di più alto livello - afferma il Sovrintendente Claudio Orazi. Siamo onorati di poter ospitare sul palco del Nervi Music Ballet Festival 2022 il Gala Roberto Bolle & Friends, la cui spettacolare carriera, di questo talento, è manifestazione eloquente, di portata planetaria. Il Nervi Music Ballet Festival che ci accingiamo a presentare sarà quindi ispirato a tale forma di genio, genuino e indomito: una manifestazione dedicata ai cultori della grande tradizione del balletto classico e contemporaneo, una vetrina del talento coreutico espresso dai ballerini, danzatori e coreografi di ogni latitudine».

I biglietti per l'evento saranno messi in vendita alla Biglietteria del Teatro Carlo Felice di Genova, e online su Vivaticket e su Ticketone venerdì 1° aprile alle ore 15.00.

Per info: www.nervimusicballetfestival.it

Al Carlo Felice arriva la Manon Lescaut con la regia di Davide Livermore

Super User 24 Marzo 2022 1442 Visite

Ritorna in scena al Teatro Carlo Felice di Genova dopo 14 anni di assenza, in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice, Teatro San Carlo Napoli, Teatro Liceu Barcellona, Palau de les Arts Reina Sofía Valencia il dramma lirico in quattro atti Manon Lescaut di Giacomo Puccini, su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica. La produzione che debutta venerdì 25 marzo alle ore 20.00 (repliche il sabato 26, domenica 27 marzo e venerdì 1, sabato 2, domenica 3 aprile) è dedicata alla memoria del grande soprano pesarese Renata Tebaldi, nel 1961 protagonista di una Manon Lescaut al Teatro Carlo Felice di Genova entrata nella leggenda, in occasione del centenario della sua nascita.

Donato Renzetti dirige l’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, la regia è di Davide Livermore, ripresa da Alessandra Premoli, con le scene di Giò Forma e Davide Livermore, i costumi di Giusi Giustino, le luci di Nicolas Bovey e il videodesign di D – Wok. Il cast si compone di Maria Josè Siri/Monica Zanettin (26/3 – 2/4) nella parte di Manon Lescaut, Marcelo Álvarez/Riccardo Massi (27/3 – 3/4)/Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4) nella parte di Renato Des Grieux, Massimo Cavalletti/Enrico Marabelli (26/3 – 2/4) nella parte di Lescaut,  Matteo Peirone nella parte di Geronte di Ravoir, Giuseppe Infantino nella parte di Edmondo e di Claudio Ottino (L’oste), Didier Pieri (Il maestro di ballo e Il lampionaio), Gaia Petrone/Sandra Pastrana (Il musico), Matteo Armanino (Il sergente degli arcieri), Loris Purpura (Un Comandante di marina).

Al Teatro Regio di Torino, il 1° febbraio 1893, otto giorni prima del debutto di Falstaff alla Scala, Puccini raggiungeva il suo primo successo con Manon Lescaut. La scelta del tema era un rischio, dato che il fortunato romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Massenet, con successo, nove anni prima. Ma il trentacinquenne Puccini era già pienamente consapevole del suo talento e non temeva il confronto: «Massenet lo sente da francese – disse a proposito del soggetto –, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata». E i fatti gli diedero ragione. L’anno dopo Manon trionfò anche al Covent Garden di Londra e, recensendola, George Bernard Shaw scrisse, con giudizio profetico: «Puccini mi sembra che, più di qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Verdi». Questa Manon, per la regia di Davide Livermore, parlerà soprattutto al pubblico di oggi, spingendoci a pensare e a riflettere sulla contemporaneità: qui Manon infatti, è un’emarginata, una migrante tra tanti emigranti europei faticosamente approdati nel Nuovo Mondo, che non ce la farà. Avvolta in un gigantesco flash back, l’opera inizia con la rievocazione di Des Grieux, anziano, nel 1954, dell’appassionata e al tempo stesso maledetta storia d’amore che l’ha condotto a fuggire in America, a seguito dell’amata deportata, là dove la storia di Manon finisce, “in una landa desolata ai confini con New Orleans”, che con Livermore diventa il reparto quarantene di Ellis Island, alle porte di New York, nel centro di smistamento degli immigrati in arrivo dall’Europa.

Manon Lescaut

Dramma lirico in quattro atti di Giacomo Puccini

su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica

Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti

Regia Davide Livermore

Ripresa da Alessandra Premoli

Scene Giò Forma e Davide Livermore

Costumi  Giusi Giustino

Luci  Nicolas Bovey

Videodesign D - Wok

 

Personaggi e interpreti principali:

Manon Lescaut: Maria Josè Siri/Monica Zanettin (26/3 – 2/4)

Renato Des Grieux: Marcelo Álvarez/Riccardo Massi (27/3 – 3/4) / Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4)

Lescaut: Massimo Cavalletti/Enrico Marabelli (26/3–2/4)

Geronte di Ravoir: Matteo Peirone

Edmondo: Giuseppe Infantino

L’oste: Claudio Ottino

Il maestro di ballo: Didier Pieri

Il musico: Sandra Pastrana

Il sergente degli arcieri: Matteo Armanino

Il lampionaio: Didier Pieri

Un Comandante di marina: Loris Purpura

Renato Des Grieux anziano: Roberto Alinghieri

Un parrucchiere: Simone Tudda

  

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice

Maestro del coro Francesco Aliberti

Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice Genova/Teatro San Carlo Napoli/Teatro Liceu Barcellona/Palau de les Arts Reina Sofía Valencia

Produzione dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita

 

Teatro Carlo Felice di Genova

Venerdì 25 marzo 2022 ore 20.00 Abb. Opera A

Sabato 26 marzo 2022 ore 15.00   Abb. Opera F

Domenica 27marzo 2022 ore 15.00  Abb. Opera C

Venerdì 1 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera B

Sabato 2 aprile 2022 ore 20.00  Abb. Opera L

Domenica 3 aprile 2022 ore 15.00 Abb. Opera R

Info e biglietti: www.teatrocarlofelice.com

BIGLIETTERIA

I biglietti possono essere acquistati alla biglietteria del Teatro Carlo Felice e nel circuito on e offline di Vivaticket.

La Biglietteria del Teatro Carlo Felice è aperta nei seguenti orari:

da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00

il sabato dalle 10.00 alle 16.00

Indirizzo: Galleria Cardinal Siri 6. a Genova.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Tel. + 39 010 5381 433 – 334

Mezzanotte e Marrale, gli ex Matia Bazar entusiasmano a Recco

Super User 21 Marzo 2022 2302 Visite

Il pubblico genovese non dimentica i propri beniamini e le canzoni che hanno accompagnato la gioventù. A Recco, patria della focaccia e della squadra di pallanuoto da sempre più forte al mondo, si è tenuto giovedì scorso, nella elegante cornice del “Teo’s”, un concerto di due grandi artisti italiani, entrambi, in anni diversi, elementi fondamentali dei Matia Bazar.

Parliamo di Carlo Marrale, genovesissimo del popoloso quartiere di Oregina, autore di praticamente tutti i grandi successi del gruppo, come “Stasera che sera”, “Per un’ora d’amore”, “Cavallo bianco”, “Che male fa”, “C’è tutto un mondo intorno”, “Mister Mandarino”, “Vacanze romane”, “Ti sento” e con tante sue canzoni incise da altri artisti in tutto il mondo (tra cui Irene Cara, Pet Shop Boys, Labyrinth, Queesryche, Mina, Musica Nuda, Milva, Miguel Bosè Valeria Visconti) e di Silvia Mezzanotte, voce splendida che è stata “Matia Bazar” in due periodi diversi, vincendo anche il Festival di Sanremo del 2002 con la magistrale interpretazione di “Messaggio d’amore”.

Locale esaurito da più di un mese, tanto che del concerto non si è fatta alcuna pubblicità.

Il feeling tra i due artisti ed il pubblico è stato immediato, ed ha dato vita ad una serata vibrante ed intima.

C’era anche la squadra di pallanuoto locale della Pro Recco, fresca vincitrice della Coppa Italia, anch’essa acclamatissima a fine serata.

Tanti gli artisti ed addetti ai lavori del mondo dello spettacolo. A partire dal Maestro Piero Trofa “pianista resident” del Teo’s, al cantante di pianobar ed intrattenitore Gianluca Riganti, presenti entrambi con le consorti Cinzia e Valeria; dalla voce ufficiale della Banda di Recco Laura Emionite a Manuela Ognio, zia del pianista di fama internazionale Andrea Bacchetti. Non mancava Renato, fratello di Carlo Marrale apprezzato batterista (partecipò con Oscar Prudente e tanti altri con i Delirium al Festival di Sanremo in occasione del brano “Jesahel”) ed ex bomber di grido del calcio dilettantistico ligure. Sempre per la musica, in un tavolo vicino al palco era presente anche Lorella Sivori, trascinante cantante che spesso si esibisce al “Teo’s”. C’era anche Dimitri Petta, supertifoso genoano e cronista, titolare del seguito blog “Il Genoano Atipico”.

La serata è corsa veloce, con il giornalista Franco Ricciardi nel ruolo di “voce narrante” del concerto, che ha inframezzato l’esecuzione dei brani con interventi, curiosità e domande a Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte; e si è chiusa tra tanti applausi e foto ricordo di rito, poco prima della 24, dopo quasi due ore di grande musica; il tutto sotto l’attenta regia dei “patron” del Teo’s Danilo Camperi, il figlio Leonardo e la moglie Monica.

Poi il ritorno verso di casa, con l’autostrada Recco-Genova chiusa per lavori (strano!).

Ed allora su tante auto, per ammazzare il tempo, tutti a canticchiare “Mister Mandarino”.

“Le sedie”, l’incubo-commedia di Eugene Ionesco

Super User 09 Marzo 2022 1172 Visite

Sul palcoscenico del Teatro Eleonora Duse, da mercoledì 9 a domenica 13 marzo, Le sedie di Eugène Ionesco nella versione firmata da Valerio Binasco. In scena due attori in stato di grazia come Michele Di Mauro e Federica Fracassi che per questa interpretazione ha vinto il Premio Le Maschere del Teatro 2021 come miglior attrice protagonista.
Su un’isola sperduta, in un vecchio faro, una coppia di anziani sistema le sedie mentre attende gli ospiti per la conferenza nella quale verrà comunicato un messaggio fondamentale per l’umanità.
L’attesa del pubblico diviene l’occasione per raccontare le loro paure, i rimorsi, i desideri, i rimpianti, i sentimenti di tutta una vita. Il tempo passa ma le sedie restano fatalmente vuote. Forse gli inviti non sono arrivati? Forse sulla terraferma non c’è più nessuno? Forse il mondo non esiste davvero? La pièce, scritta dal drammaturgo franco-rumeno 70 anni fa, è divenuta uno dei manifesti del cosiddetto teatro dell’assurdo per la capacità di esprimere l’insensatezza della vita quotidiana ricorrendo a toni comici, grotteschi e talvolta crudeli. Valerio Binasco immagina questi enigmatici personaggi come due attori smodatamente truccati, due stanchissimi clown smarriti in uno scenario apocalittico creato da Nicolas Bovey (premio Ubu 2021 come miglior scenografia), dominato da un gigantesco totem di sedie accatastate.
Sulla sua messa in scena il regista dice: «C’è molta verità e molta allegria genuina, che traspaiono in questo atto unico. Come scriveva Camus, “L’assurdo ha senso solo nella misura in cui gli venga negato il consenso”. Per me l’assurdo di Ionesco apre inattesi varchi di poesia, e vibra di una qualche nostalgia per l’umanità. Io vorrei fare di questo testo una storia di tenerezza umana e amore. C’è qualcosa di più assurdo che si possa chiedere a un testo di Ionesco? Credo di no».
Lo spettacolo diventa così una commedia i cui tratti assurdi si dissolvono in un vuoto carico di parole che via via perdono senso. È un grande vuoto quello che risuona intorno ai due anziani, circondati da una ressa di figure inesistenti, sedie che si accatastano, rumori di sottofondo, senza che nulla avvenga realmente, perché in questa farsa tragica, il nodo centrale è esorcizzare la paura, la disperazione. Le sedie va in scena al Teatro Eleonora Duse da mercoledì 9 a domenica 13 marzo.
Mercoledì e venerdì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16.

 

Le sedie

9 – 13 marzo 2022 Teatro Eleonora Duse

di Eugène Ionesco

versione italiana Gian Renzo Morteo 

regia Valerio Binasco 

con Michele Di Mauro, Federica Fracassi 

scene e luci Nicolas Bovey 

costumi Alessio Rosati

musiche Paolo Spaccamonti

produzione Teatro Stabile Torino-Teatro Nazionale

  

Paolo Fizzarotti

Zena: “Ma se ghe pensu” diventa una commedia musicale

Super User 09 Marzo 2022 1145 Visite

“Ma se ghe pensu” diventa un’opera. Debutta in prima assoluta sabato 12 marzo alle ore 15:00 nel primo Foyer del Teatro Carlo Felice, con anteprime per le scuole, “Zêna (Il viaggio dell'emigrante)”, commedia musicale in un atto di Fabrizio Lamberti su libretto di Mauro Graiani, una commissione della Fondazione Teatro Carlo Felice.
“Ma se ghe pensu”, colonna sonora del cuore di ogni genovese, manifesto d'amore e poesia, composta nel 1925 da Attilio Margutti su versi di Mario Cappello è il suo motivo ispiratore sia sul piano musicale, quale principale leitmotiv che scandisce il progredire della narrazione, sia sul piano drammaturgico: la storia del protagonista di Zêna è quella del protagonista della canzone, l’emigrante italiano di fine Ottocento, la cui storia racchiude in se le storie di tutte le migrazioni coeve.

Protagonisti in scena sono giovani attori e cantanti selezionati in seguito alla call lanciata dai social media del Teatro Carlo Felice a inizio anno: Raffaele Ficiur (Bacci), Danilo Ramon Giannini (Carbunin/Dieguito/Juan/Edmondo de Amicis), Andrea D’andreagiovanni (Schiappacasse/Pedro Vasena/Padre Miguel/Banchiere/Poliziotto), Elisa Dal Corso (Natalina/Maria), Fabrizio Lamberti (Sagrestano) e con la partecipazione straordinaria in video di Corrado Tedeschi nella parte di Bacci anziano. Maestro concertatore, direttore della Zêna Òrchèstra e pianista è Fabrizio Lamberti, regia, video, scene, costumi e luci sono Mauro Graiani, autore delle tavole pittoriche dei fondali video è Matteo Merli.

«Una commedia musicale inedita, che si inserisce in un progetto volto ad avvicinare i giovani all’opera e a promuovere la cultura musicale nelle nostre scuole creando, nel contempo, un legame con la città - afferma l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso - Ma se ghe penso, la canzone che maggiormente rappresenta Genova, i genovesi e la loro storia esce dai confini della città assumendo sempre più il ruolo di ambasciatore di Genova nel mondo». 

«L'opera Zêna rappresenta un'occasione per promuovere la convivialità relazionale degli alunni e per far riflettere sulla condivisione di valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità autentica, viva e coesa, afferma l’assessore alle Politiche socio sanitarie e Terzo Settore, Politiche giovanili, Scuola, Università e Formazione, Cultura e Spettacolo Ilaria Cavo. La presenza nella scuola di alunni di molteplici etnie è un fenomeno ormai strutturale e questa opera rappresenta un’opportunità per comprendere meglio lo stato d'animo di chi è emigrato e soffre della lontananza dei propri affetti e della perdita delle proprie radici culturali». 

«Con 33 repliche all’interno del cartellone operistico del Teatro Carlo Felice fino a domenica 23 aprile, afferma il Sovrintendente Claudio Orazi, Zêna ha l’ambizione di rivolgersi ai giovani, alle famiglie, oltre che alla cittadinanza che invita a immergersi in un racconto coinvolgente sulla propria storia. Al centro della drammaturgia di Zêna il tema dell'emigrazione, da sempre cruciale nella vita dei genovesi. Nell’ambito di un progetto di avvicinamento dei giovani all’Opera, la Fondazione Teatro Carlo Felice si rivolge in particolare alle scuole offrendo loro, grazie al supporto di uno sponsor della Fondazione, accesso gratuito e prioritario alle due repliche quotidiane infrasettimanali alle ore 9.30 e alle ore 11.00 e proponendo un percorso di approfondimento didattico specifico che si svolge in un primo momento in classe e in una seconda fase a Teatro». 

Il testo di “Zêna (il viaggio dell’emigrante)” è la versione ridotta in atto unico della commedia musicale Zêna (If I Think Home). Ambientata sul finire del 1800, la vicenda si snoda facendo perno sui sogni di Baciccìn, il suo protagonista e quelli dei suoi giovani coetanei che s’infrangono contro la povertà di una Genova sottomessa ai Savoia, dove il lavoro scarseggia e ci si deve inventare. Imbarcarsi su di un piroscafo per far fortuna in Argentina, sulla rotta di Colombo, abbandonando affetti e sicurezze, sembra l’unico piano possibile. Bacci partirà, armato solo di buone speranze e di una piantina di basilico, grazie alla quale riuscirà a farsi una posizione, salvo poi, una volta in là con gli anni, obbedire alla nostalgia di casa e tornare a Genova.

“Il Teatro Carlo Felice - spiega ancora Orazi - nell’ambito di un progetto di avvicinamento dei giovani all’Opera con questa commedia musicale desidera promuovere la cultura musicale nella scuola con il suo elevato potenziale educativo e formativo per gli studenti. Attraverso le attività musicali in classe è possibile lavorare sugli stimoli che apportano benefici sull’apprendimento in relazione a tutte le materie scolastiche, inoltre l’esperienza del canto corale è funzionale per migliorare la relazione con i propri compagni ed a consolidare il gruppo classe.Inoltre grazie a questa iniziativa il Teatro desidera contribuire a rafforzare il legame della scuola con la città e le famiglie. In un'ottica di comunanza e di valori da riscoprire, tutti gli alunni saranno invitati a cantare insieme ai protagonisti “Ma se ghe pensu”, la storica canzone in lingua genovese scritta nel 1925, divenuta d'uso tradizionale e simbolo della cultura musicale ligure, per dare a tutti l'occasione di riscoprire la nostra storia e la lingua parlata nella maggior parte delle famiglie genovesi fino ad una cinquantina d’anni fa”.

 

Teatro Carlo Felice di Genova - I Foyer

Da sabato 12 marzo a domenica 23 aprile 2022 

Anteprima per le scuole a partire da martedì 8 marzo 2022

ZÊNA
(il viaggio dell'emigrante)

Commedia musicale in un atto di Fabrizio Lamberti

Libretto di Mauro Graiani

Commissione della Fondazione Teatro Carlo Felice

Prima rappresentazione assoluta

Fabrizio Lamberti: Maestro concertatore, direttore e pianista

Mauro Graiani: Regia, video, scene, costumi e luci

Bacci Raffaele Ficiur Carbunin/Dieguito/Juan/

Edmondo De Amicis Danilo Ramon Giannini Schiappacasse/ Pedro Vasena/Padre Miguel/Banchiere/

Poliziotto Andrea D’andreagiovanni

Natalina/Maria Elisa Dal Corso

Sagrestano Fabrizio Lamberti 

Bacci anziano Corrado Tedeschi (partecipazione straordinaria in video) 

Zêna Òrchèstra

 

Paolo Fizzarotti

Chi ha paura di Virginia Woolf? Alla Corte

Super User 08 Marzo 2022 1595 Visite

Un testo che negli anni ’60 sconvolse gli Stati Uniti scoperchiando il lato oscuro della vita borghese. Un titolo che, dopo il debutto, superò le 600 repliche consecutive a Broadway, per non parlare del successo del film di Mike Nichols con Richard Burton e Liz Taylor.Un grande classico della drammaturgia a stelle e strisce, questo è Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee, che arriva sul palcoscenico del Teatro Ivo Chiesa dall’8 al 13 marzo con la messa in scena di Antonio Latella, uno dei grandi maestri della regia europea e un cast davvero intrigante, formato da Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni e Paola Giannini.Come noto il testo, la cui nuova versione italiana è curata da Monica Capuani, racconta la storia di due coniugi di mezza età, Martha e George, che hanno invitato a casa per un drink Nick, giovane e prestante collega di lui, e la moglie Honey. I padroni di casa cominciano presto a battibeccare e, mentre il tasso alcolico della serata sale sempre più, i due perdono qualunque freno inibitore e il litigio iniziale diventa un crescente gioco al massacro che coinvolge anche la giovane coppia fra accuse, perversioni, menzogne e confessioni.Chi ha paura di Virginia Woolf? va in scena al Teatro Ivo Chiesa da martedì 8 a domenica 13 marzo. Martedì, mercoledì e venerdì lo spettacolo inizia alle ore 20.30, giovedì e sabato alle 19.30. Domenica alle 16.

 

8 – 13 marzo 2022 Teatro Ivo Chiesa

Chi ha paura di Virginia Woolf?

di Edward Albee

versione italiana Monica Capuani

regia Antonio Latella

con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini

dramaturg Linda Dalisi

scene Annelisa Zacheria

costumi Graziella Pepe

musiche e suono Franco Visioli

luci Simone De Angelis

 

Paolo Fizzarotti

Lupi buoni e Tori con le ali: c’è la Tosse in famiglia

Super User 18 Febbraio 2022 962 Visite

Domenica 20 febbraio, per la rassegna la Tosse in famiglia, va in scena alla sala Trionfo “Lupi buoni e Tori con le ali”, un testo di Anna Maini con la regia di Benedetta Frigerio.

Teatro di figura e teatro d’attore, pupazzi e videoproiezioni di cartoon si mescolano in una metafora poetica sul valore della diversità.

Chi l’ha detto che tutti i lupi sono cattivi? E che tutte le coccinelle portano fortuna? Che i draghi fanno paura? E chi ha detto che i tori non possono volare? Abaco e Rustico, protagonisti della storia, sono esseri impossibili da etichettare, talmente fuori dagli schemi da sommare in sé le caratteristiche di tre animali diversi: vistose corna da toro, grandi ali da ape e belle zampe palmate da cigno.

Esseri troppo complessi per essere “semplificati” in un’unica definizione, che si sentono soli, in un mondo che tende ad aver bisogno di etichettare tutti.

Attraverso mondi, personaggi e linguaggi fantastici un viaggio poetico, delicato e divertente nel valore della diversità e della bellezza, nel trovare la strada per esprimere ciò che di prezioso è in ognuno di noi, un viaggio verso la felicità di essere accettati per quello che si è.

Domenica 20 febbraio ore 15.00 Teatri di S. Agostino – Sala Trionfo

LUPI BUONI E TORI CON LE ALI

Ideato e realizzato da ArteVOX Teatro con il sostegno del Teatro del Buratto

testo di Anna Maini

regia Benedetta Frigerio 

con Giulia D’Imperio e Paola Palmieri scenografia,

illustrazioni e pupazzi Rossana Maggi

costumi Claudia Botta e Rossana Maggi

realizzazione e consulenza video Michele Cremaschi

musiche e suoni originali Enrico Ballardini

voci registrate di Tommaso Banfi, Renata Coluccini, Marta Comerio, Dario De Falco Franco Spadavecchia

DAI 4 ANNI D’ETA’ 

 

INFO E BIGLIETTI

BIGLIETTI ADULTI: euro 8

BAMBINI FINO A 12 ANNI: euro 6

  

Paolo Fizzarotti

Lo Zoo di vetro è al Teatro Ivo Chiesa

Super User 15 Febbraio 2022 767 Visite

«Mi chiamo Tommaso e sono un pagliaccio. Sono qui per raccontarvi la mia verità. Per farlo ho bisogno di finzione, io vi darò verità sotto il piacevole travestimento dell’illusione. C’è molto trucco e c’è molto inganno. Il dramma è memoria, è sentimentale non realistico».
Si apre così Lo zoo di vetro di Tennessee Williams in scena al Teatro Ivo Chiesa da martedì 15 a venerdì 18 febbraio. A dirigerlo l’attore e regista piacentino Leonardo Lidi (classe 1988), astro nascente del teatro italiano, già premiato dall’Associazione Nazionale Critici Teatrali e acclamato alla Biennale Teatro di Venezia.
Le parole pronunciate da Tommaso (Tom), che è l’io narrante della vicenda, sembrano voler avvertire lo spettatore riguardo alcuni aspetti visivi con cui il regista trasporta il celebre dramma borghese e parzialmente autobiografico di Tennessee Williams in una dimensione antinaturalista e decisamente onirica. Così i Wingfield, una normale famiglia americana formata dalla madre Amanda (Mariangela Granelli) abbandonata dal marito, e dai suoi figli Tom (Tindaro Granata), magazziniere in cerca di un riscatto sociale, e Laura (Anahì Travesri), claudicante e solitaria, in scena sono truccati e vestiti come dei clown e vivono in una casa color rosa shocking simile ad un giocattolo. Sono clown malinconici che camminano in mezzo a cumuli di polistirolo, come se l’intero palcoscenico fosse una scatola per imballare oggetti fragili. Fragili come le loro anime, come il piccolo zoo di vetro su cui la timida Laura riversa tutto il proprio amore fino a quando non incontra Jim (Lorenzo Bartoli) che porta con sé l’illusione di un domani diverso. Il regista motiva così la sua scelta: «Quello di Tennesse Williams è un dramma ma ha anche la capacità di farti sorridere: ci si diverte di qualcosa di cui ci si vergogna, e ciò può avvenire solamente attraverso il grande teatro. Ho cercato di utilizzare lo stesso meccanismo che emerge quando ridiamo della tristezza del clown. Mi sono avvalso della figura del clown per usarla come mascheramento del dolore. Perché quando si affronta un dolore troppo grande bisogna mascherarsi con un volto nuovo».

 

15 – 18 febbraio 2022 Teatro Ivo Chiesa

Lo zoo di vetro

di Tennessee Williams

versione italiana Gerardo Guerrieri

adattamento e regia Leonardo Lidi

con Lorenzo Bartoli, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Anahì Traversi

scena e light design Nicolas Bovey

costumi Aurora Damanti

sound design Dario Felli

produzione LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Teatro Carcano

Centro d’Arte Contemporanea, TPE – Teatro Piemonte Europa, Centro Teatrale Santacristina

  

Paolo Fizzarotti

Alda Merini è al Duse

Super User 15 Febbraio 2022 1829 Visite

Gli amanti, la poesia, Milano, l’ospedale psichiatrico, una vita difficile e piena di passione. Dal 15 al 20 febbraio a Genova al Teatro Duse torna in scena Alda. Diario di una diversa, che Giorgio Gallione ha ideato basandosi sugli scritti e la biografia di Alda Merini. L’elaborazione drammaturgica operata dal regista spazia all’interno dell’opera della Merini, intrecciando materiali narrativi a poesie, aforismi, canzoni e mescolando i linguaggi di teatro e danza per esplorare il legame tra poesia e follia.
Milvia Marigliano - protagonista dello spettacolo prodotto dal Teatro Nazionale di Genova e interprete tra le più apprezzate del teatro italiano - offre un vibrante ritratto della poetessa dei navigli. Nella suggestiva scenografia di sabbia creata da Marcello Chiarenza, l’attrice è affiancata da cinque danzatori del DEOS Danse Ensemble Opera Studio (Luca Alberti, Angela Babuin, Eleonora Chiocchini, Noemi Valente, Francesca Zaccaria) che, muovendosi sulle coreografie di Giovanni Di Cicco, incarnano un universo mentale abitato da ricordi, amori, fantasmi, deliri.
“La biografia della Merini è segnata da una lunga e dolorosa degenza manicomiale, causata probabilmente da una sindrome bipolare, una patologia della quale hanno sofferto molti altri poeti e artisti” commenta Giorgio Gallione.
“Attorno all’esperienza del manicomio la poetessa ha prodotto le sue opere più sconvolgenti. Ho cercato di costruire lo spettacolo come una sorta di visione per raccontare un’esistenza tragica, di per sé struggente come la poesia”. Così Alda. Diario di una diversa trasporta gli spettatori in un viaggio tra contrasti forti, dove “l’estate esplode all’improvviso in mezzo ai rami gelati dell’inverno”, caratterizzato da continui slittamenti emotivi e stilistici tipici di un’artista che si è ritrovata più volte ai margini del destino, ma che è sempre miracolosamente “resuscitata” grazie al potere taumaturgico della parola poetica.

15 - 20 febbraio 2022 Teatro Eleonora Duse

Alda. Diario di una diversa

da Alda Merini

drammaturgia e regia Giorgio Gallione

con Milvia Marigliano e con i danzatori Luca Alberti, Angela Babuin, Eleonora Chiocchini,

Noemi Valente, Francesca Zaccaria

coreografie Giovanni Di Cicco | scene Marcello Chiarenza

costumi Francesca Marsella | luci Aldo Mantovani

produzione Teatro Nazionale di Genova

in collaborazione con DEOS Danse Ensemble Opera Studio

Paolo Fizzarotti

Splendour, il progetto della Factory del Teatro Nazionale di Genova

Super User 15 Febbraio 2022 1079 Visite

Quattro donne, un dittatore e un’insurrezione alle porte. È la storia di Splendour della drammaturga britannica Abi Morgan, testo inedito in Italia su cui sta lavorando in queste settimane la compagnia VaPiBó, in residenza alla Sala Mercato nell’ambito della Factory, il progetto nato su impulso del direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore per accogliere le giovani compagnie e confrontarsi con le realtà del territorio.

Fondato a Genova da Thaiz Bozano, Federico Pitto e Anna Varaldo, VaPiBò è un ensemble che in questa occasione coinvolge quattro giovani attrici, Giulia Chiaramonte, Elena Lanzi, Lisa Lendaro e Francesca Santamaria Amato, tutte diplomate alla Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova. Sono loro a interpretare le quattro figure femminili che attendono il ritorno del vecchio dittatore: da una parte ci sono Micheleine, l’esuberante moglie, e Geneviève, la sua amica fidata. Dall’altra Kathryn, una fotogiornalista incaricata di ritrarre il tiranno, e la sua interprete, Gilma. Mentre cala la sera e l'artiglieria della rivoluzione si fa sempre più vicina, ognuna dovrà fare i conti con il proprio ruolo, la propria storia e la propria identità.

«Splendour è costruito sulla continua e ripetuta frantumazione - e successiva ricomposizione - di una singola vicenda, raccontata attraverso lo sguardo delle sue quattro protagoniste», commenta la regista Thaiz Bozano. «In questo gioco il pubblico è chiamato a ricostruire la storia di cui le quattro donne sono testimoni uniche e inaffidabili. Non esistono interpretazioni preconfezionate, solo frammenti di una verità possibile».

La pièce, che è stata messa in scena per la prima volta nel 2000 presso il Traverse Theatre di Edimburgo, è stata tradotta in italiano da Federico Pitto, le scene sono di Anna Varaldo.Alcuni momenti di Splendour saranno proposti al pubblico alla Sala Mercato martedì 15 e mercoledì 16 febbraio (ore 19).

Ingresso 3 euro, gratuito per chi ha il biglietto di ha il biglietto di Orgoglio e pregiudizio martedì e mercoledì. 

Paolo Fizzarotti

 

Debutta alla Tosse “Vita nei Boschi” di Petruzzelli

Super User 09 Febbraio 2022 964 Visite

Debutta in prima nazionale l’ultimo spettacolo scritto e interpretato dall’attore genovese Pino Petruzzelli. Lo spettacolo si intitola “Vita nei boschi”: è nato dall’emergenza-Covid, nel senso che è stato scritto nei mesi scorsi, in piena emergenza-pandemia. Ed è anche una riflessione sul rapporto tra uomo e natura provocata proprio dall’emergenza sanitaria che ha coinvolto tutti. L’atto unico debutterà in prima nazionale il 18 febbraio al Teatro della Tosse di Genova. 

Cosa c'entrano i boschi con il Covid?
Lo spettacolo è la mia reazione a questo periodo tragico, pieno di lutti, sofferenze, limitazioni – risponde Pino Petruzzelli – Ho usato questi mesi di restrizioni e di immobilità forzata per scrivere, come tanti altri miei colleghi, e continuare a sognare. La storia parla di boschi e di aria aperta, in contrapposizione con i mesi che abbiamo dovuto trascorrere chiusi in casa. Nel suo piccolo è anche un messaggio di speranza e normalità.

Il titolo ricorda qualcosa
Certamente, ed è una cosa voluta. Ho scritto questo spettacolo in un mese e mezzo, ispirandomi al libro Walden, vita nei boschi dello scrittore e filosofo americano Henry David Thoreau. Il protagonista del libro si ritira per due anni in una foresta per criticare una società tecnologica: anche se nel XIX secolo la tecnologia non era certamente paragonabile a quella di oggi. Io invece penso che sia fondamentale una sinergia tra la natura e la tecnologia.

Chi è il protagonista di questo spettacolo?
Il protagonista si chiama Pino, ed è un attore. Potrei essere io, o anche un altro attore. I teatri sono chiusi, le recite sono interrotte - si domanda Pino - Che ci sto a fare in città? Se succede qualcosa, se qualcuno mi chiama per uno spettacolo, posso essere raggiunto ovunque con il telefonino. Quasi quasi me ne vado a vivere tra i boschi.  E così Pino parte per riscoprire la sua umanità stando a contatto con la natura. Decide di costruirsi una casetta nel bosco, sull’Appennino Ligure. Vivendo lì scopre tante cose. Capisce cosa significa vivere nella natura, essere in contatto con un entroterra abbandonato. Vede che una sinergia tra la città e l’entroterra è fondamentale, perché l’entroterra ha bisogno della città e viceversa. Il messaggio è che bisogna investire sul territorio che circonda la città, non lasciarlo abbandonato. 

La tecnologia è compatibile con l'ecologia?
La tecnologia ci può aiutare a vivere meglio il territorio. Invece dagli anni ‘50 del novecento l’arrivo della tecnologia non ha fatto altro che svuotarlo. Oggi però sappiamo quanto sia importante un diverso rapporto tra uomo, città e retroterra. Lo spettacolo è ambientato tra 20 anni, nel 2040. Inizia con il racconto di un personaggio, un po’ anziano, che ricorda quanto successo quando era più giovane, nel 2020. Il resto si capisce guardando lo spettacolo.

 

Paolo Fizzarotti

Anna Bolena: un grande Donizetti al Teatro Carlo Felice

Super User 09 Febbraio 2022 999 Visite

Gaetano Donizetti torna al Carlo Felice con Anna Bolena, considerata una delle sue opere liriche migliori. Anna Bolena debutta venerdì 18 febbraio alle ore 20:00. Si tratta di una tragedia lirica in due atti, su libretto di Felice Romani, nell'allestimento realizzato in coproduzione tra la Fondazione Teatro Carlo Felice e il Teatro Regio di Parma.
Anna Bolena rappresenta una delle vette più alte della produzione operistica di Donizetti e dell’opera romantica in generale. Felice Romani si è ispirato al dramma “Henri VIII” di Marie-Joseph Blaise de Chénier. Dopo un debutto trionfale nel 1830, l’opera uscì gradualmente dal repertorio: fino a quando, nel 1957 al Teatro alla Scala, Maria Callas le donò una seconda vita con una memorabile interpretazione, nell’allestimento diretto da Gianandrea Gavazzeni e la regia di Visconti, a seguito della quale tornò ad essere rappresentata nei maggiori teatri del mondo.

«La stagione del Teatro Carlo Felice prosegue nella seconda metà di febbraio, con il debutto di Anna Bolena a pieno titolo uno dei capolavori del compositore bergamasco e dell’intera opera romantica – commenta Barbara Grosso, assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova – Con Anna Bolena, una figura di donna moderna e di grande personalità, torna a Genova una delle “tre regine di Donizetti”, un’opera che saprà incantare il pubblico col linguaggio universale della musica e che riscuoterà sicuramente un grande successo». 

Ancora una volta il cartellone del Teatro Carlo Felice di Genova offre al pubblico una grande opera che ha radici genovesi - commenta Ilaria Cavo, assessore alla Cultura della Regione Liguria. - Anna Bolena di Donizetti porta infatti la firma di un nostro librettista illustre come Felice Romani che possiamo così ancora una volta apprezzare in un allestimento particolare che il nostro Teatro ha coprodotto con il Teatro Regio di Parma. Questo è il teatro che ci piace: esce dai propri confini, mantenendo ed esaltando le proprie radici».

«Dopo il successo dell’allestimento in prima rappresentazione moderna di Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, nel mese di novembre scorso - dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi - con un capolavoro donizettiano come Anna Bolena il Teatro Carlo Felice ritorna sulle orme di uno dei più grandi protagonisti della storia dell’opera lirica, Felice Romani, le cui origini e la cui vicenda si intrecciano nella storia della Civiltà musicale genovese, che costituisce uno dei primari interessi della Fondazione. Quest’anno, la programmazione operistica del teatro tocca i vertici della produzione dal Settecento, con Pergolesi, passando per l’Ottocento con Donizetti, Rossini e Verdi per arrivare al Novecento, con Bernstein, quindi era doveroso pensare di toccare anche una vetta della tradizione belcantistica, coinvolgendo un cast di altissimo livello internazionale che comprende interpreti quali Angela Meade, John Osborn, Sonia Ganassi, con la direzione musicale di Sesto Quatrini e per la regia di Alfonso Antoniozzi. Desidero nuovamente ringraziare per il loro supporto continuativo al Teatro, che rende possibili produzioni così impegnative, i nostri Soci fondatori, i nostri Sponsor e il Title Sponsor di questa produzione in particolare, Eni». 

Teatro Carlo Felice di Genova

Venerdì 18 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera A

Sabato 19 febbraio 2022 ore 15.00   Abb. Opera F 

Domenica 20 febbraio 2022 ore 15.00  Abb. Opera C 

Venerdì 25 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera B

Sabato 26 febbraio 2022 ore 20.00  Abb. Opera L

Domenica 27 febbraio 2022 ore 15.00 Abb. Opera R 

 

Anna Bolena

Tragedia lirica in due atti di Gaetano Donizetti

Libretto di Felice Romani 

Personaggi e interpreti principali:

Anna Bolena - Angela Meade /Desirée Rancatore (19/26) 

Enrico VIII - Nicola Ulivieri /Alessio Cacciamani (19/26)

Giovanna Seymour - Sonia Ganassi/Paola Gardina (19/26)

Lord Riccardo Percy - John Osborn/Giorgio Misseri (19/26)

Smeton - Marina Comparato/ Sofia Koberidze (19/26)

Lord Rochefort - Roberto Maietta 

Sir Hervey - Manuel Pierattelli

 

Danzatrici:

Erika Melli, Veronica Morello, Andrea Carlotta Pelaia, Miryam Tomé 

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice

Maestro del coro Francesco Aliberti

 

Paolo Fizzarotti

Caro Lupo, teatro per i bambini alla Tosse

Super User 08 Febbraio 2022 1117 Visite

Domenica 13 febbraio arriva sul palco dei Teatri di Sant’Agostino lo spettacolo “Caro Lupo”, produzione Drogheria Rebelot, con un grande allestimento a tutto palco nella sala Trionfo.

Caro Lupo è l’inizio di una lettera che ha il sapore di una favola, scritta da Jolie, bambina curiosa, coraggiosa, intraprendente a cui piacciono le costellazioni, il suo inseparabile orso di pezza Boh e le cose che fanno un po' paura.

Jolie vive in una casa nel bosco con i suoi genitori, genitori eccentrici, in molte faccende affaccendati, che la ascoltano poco anche se cercano di fare del loro meglio.

Quando Boh scompare Jolie decide di partire, di andare a cercarlo, verso l’ignoto, si addentra nel bosco, incrocia i suoi abitanti, si imbatte in ombre scure, scopre paesaggi incantati e incontra il Lupo. Il suo Lupo. Un Lupo piccolo, come lei. Un lupo la cui ombra appare gigante ma che, in verità, è solo un cucciolo e come tutti i cuccioli ha bisogno di cure, di coccole, di giocare, di trovare la strada del ritorno. Là dove chi amiamo, ci aspetta sempre. Soprattutto quando ha paura di averci perduto.

Domenica 13 febbraio ore 15.00

Teatri di S. Agostino – Sala Trionfo

CARO LUPO

Ideazione Miriam Costamagna e Andrea Lopez Nunes

Regia, drammaturgia e cura dell’animazione Nadia Milani Con Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Giacomo Occhi / Nadia Milani

Scene, sagome e puppets Gisella Butera, Andrea Lopez Nunes, Miriam Costamagna, Nadia Milani, Matteo Moglianesi

Musiche originali Andrea Ferrario

Voci di Aurora Aramo, Arianna Aramo, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Nadia Milani, Giacomo Occhi 

DAI 4 ANNI D’ETA’

BIGLIETTI ADULTI: euro 8

BAMBINI FINO A 12 ANNI: euro 6

 

Paolo Fizzarotti

Ambra Angiolini porta il nodo del bullismo al Modena

Super User 08 Febbraio 2022 861 Visite

 

Di chi è la colpa se i nostri figli si trasformano in vittime o carnefici? Ambra Angiolini e Arianna Scommegna sono le protagoniste de Il nodo, in scena al Teatro Gustavo Modena da mercoledì 9 a domenica 13 febbraio con la regia di Serena Sinigaglia. Scritta da Johnna Adams, una delle voci più interessanti della nuova drammaturgia statunitense, la pièce indaga le cause alla base del bullismo, mettendo a nudo le più profonde contraddizioni dell’uomo e le ragioni ultime del suo agire.
Nei panni di una madre e di un insegnante di scuola media, Ambra Angiolini e Arianna Scommegna si fronteggiano come due figure tragiche, dando vita a una grande prova attoriale. Attacchi, difese, strategie, accordi sperati e immediatamente traditi: il campo di battaglia è la classe, il tempo dell’azione è il pomeriggio dei colloqui, il centro dello scontro un ragazzo di undici anni.
Il nodo è ambientato in una piccola cittadina nei dintorni di Chicago, ma il dove non è importante, e nemmeno il quando. Come Medea e Giasone, Dioniso e Penteo, Eteocle e Polinice, il conflitto tra le due donne racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. Quali sono le responsabilità educative dei genitori e quali quelle delle istituzioni nei confronti dei ragazzi? Come è possibile che si possa scatenare una tale violenza? Dove sbagliamo? Nel frastuono della loro battaglia, nel disperato tentativo di salvare sé stesse dal baratro dei sensi di colpa e cercare un senso a qualcosa di terribile, la madre e l’insegnante non si accorgono che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio.
«Per ogni episodio di bullismo, siamo noi a essere sconfitti, come individui e come società», afferma la regista Serena Sinigaglia. «Educare la generazione di domani è la nostra più grande responsabilità. Eppure, viviamo in una società dove i genitori troppo spesso difendono a oltranza i propri figli, difendendo in realtà nient’altro che se stessi. Una società dove gli insegnanti sono sottopagati e pochissimo considerati».
E prosegue: «Spesso si dice che non esistano più maestri, il punto è che, a mio avviso, non esistono più allievi. Sui social tutti possono dire la loro, senza averne competenze o esperienza. Un caos brutale nel quale facilmente restano impigliati i più fragili».
Mercoledì e venerdì inizio spettacolo ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16. 

9-13 febbraio 2022 Teatro Gustavo Modena 

Il nodo di Johnna Adams

traduzione Vincenzo Manna e Edward Fortes

regia Serena Sinigaglia

con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

scene Maria Spazzi | costumi Erika Carretta 

musiche Mauro Di Maggio e Federica Luna Vincenti | luci Roberta Faiolo

produzione Società per Attori e Goldenart Production 

Paolo Fizzarotti

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