Dopo Mozart l’italiano, in cartellone lo scorso giovedì 16 settembre, un secondo appuntamento musicale del Teatro Carlo Felice porta alla scoperta di nuove e diverse prospettive sull’incontro tra la musica di Mozart e quella di Vivaldi, domenica 26 settembre 2021 alle ore 11.00 nel primo Foyer del Teatro. Assieme agli archi dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice, Giovanni Battista Fabris, primo violino di spalla, in veste di violino solista e concertatore esegue il giovanile Divertimento in re maggiore K. 136 di Wolfgang Amadeus Mozart seguito da Le quattro stagioni op. 8 di Antonio Vivaldi, tra i massimi capolavori del Prete Rosso, il cui successo ha eclissato per lungo tempo tutta la restante opera del prolifico compositore veneziano.
Il concerto sarà seguito da un informale aperitivo, incluso nel prezzo del biglietto.
Scritto sul finire del 1771 al rientro dei primi due viaggi italiani, che condussero il giovane Mozart a visitare estensivamente il Bel Paese, da Rovereto a Verona, a Milano, a Bologna, fino a Roma e a Napoli, il Divertimento in re maggiore K. 136 testimonia della consapevolezza formale già raggiunta dal compositore all’alba del suo sedicesimo compleanno. All’interno della forma galante del divertimento, di cui mantiene ed esalta il garbo con brillante disinvoltura, Mozart tratteggia un componimento dal respiro sinfonico – forse, pragmaticamente pensato per essere sviluppato in tale direzione, in futuro - e caratterizzato da temi di grande efficacia lirica, che anticipano i tratti melodici ed espressivi delle arie che da lì a poco avrebbe concepito e destinato al teatro d’opera. Si delinea così, già in queste note, quella vis teatrale tipicamente mozartiana che, di sicuro, risentì dell’influenza italiana esercitata sul compositore da Paisiello, Piccini, Corelli, Tartini e, per il loro tramite, da Vivaldi, che Mozart con ogni probabilità non ebbe la possibilità di ascoltare.
Collocati a introduzione della raccolta di concerti intitolata Il cimento dell’armonia e dell’inventione, data alle stampa nel 1725, i quattro concerti che compongono le Quattro stagioni vivaldiane sono di composizione anteriore, come sotteso da Vivaldi nella sua dedica al Conte Wenzel von Morzin, dove specifica inoltre che ciascuno dei quattro concerti sarà accompagnato da un sonetto (si ritiene di composizione dello stesso Vivaldi), cui le lettere maiuscole annotate sulla partitura rimandano, oltre che da alcuni commenti espliciti su ciò che la musica cerca di illustrare.
Quella delle Quattro stagioni è una musica dai forti contrasti drammaturgici, sia nelle dinamiche, nell’alternanza tra “forti” e “piani”, sia nell’alternanza tra “ripieno“ e “concertino” come prescritto dalla forma del concerto grosso barocco, che in Vivaldi anticipa i tratti del concerto solistico classico: già a partire dalla Stravaganza il concertino è rappresentato da un violino solista e la forma del concerto, a partire dalle Quattro stagioni, si cristallizza nella sua struttura in tre movimenti, con l’alternanza di movimenti lenti e vivi, questi ultimi in particolare nella forma con ritornello. L’abbondanza di contrasti caratterizza sia i movimenti lenti sia i movimenti rapidi di ciascun concerto in cui, nel bel mezzo di una cascata di sedicesimi, irrompono momenti di sospensione di forte impatto teatrale. A stregare il pubblico, da sempre, è il ricorso frequentissimo alla mimesi, che permette di “riconoscere” lungo l’intera composizione il suono degli uccelli, la pioggia, il vento o la pesantezza di una calda estate.
PROGRAMMA
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
Divertimento in re maggiore K. 136
Allegro
Andante
Presto
Antonio Vivaldi (1678 -1741)
Le quattro stagioni op. 8
Concerto n. 1 in mi maggiore, op. 8, RV 269 (La primavera)
1. Allegro - Largo e pianissimo sempre - Allegro pastorale
Concerto n. 2 in sol minore, op. 8, RV 315 (L'estate)
1. Allegro non molto - II. Adagio e piano – Presto e forte - III. Presto
Concerto n. 3 in fa maggiore, op. 8, RV 293 (L'autunno)
1. Allegro - II. Adagio molto - III. Allegro
Concerto n. 4 in fa minore, op. 8, RV 297 (L'inverno)
1. Allegro non molto - II. Largo - III. Allegro
ANTONIO VIVALDI - LE QUATTRO STAGIONI
Quattro concerti per violino e orchestra
Opera VIII Nr. 1 – 4
CONCERTO I
Sonetto dimostrativo
Sopra il Concerto intitolato LA PRIMAVERA
I
Allegro:
(“Giunt’è la Primavera”)
Canto dè gl’Uccelli
(“e festosetti la Salutan gli Augei con lieto canto”)
Scorrono i fonti
(“E i fonti allo spirar de Zeffiretti - Con dolce mormorio scorrono intanto”)
Tuoni
(“Vengon coprendo l’aer di nero amanto. E lampi, e tuoni ad annuntiarla”)
Canto d’Uccelli
(“Indi, tacendo questi, gli Augelletti Tornan di nuovo al lor canoro incanto”)
II
Largo:
Il Capraro che dorme, Mormorio di fronde e piante, Il cane che grida.
(“E quindi sul fiorito ameno prato Al caro mormorio di fronde e piante Dorme ’l Caprar col fido can a lato.”)
III
Allegro:
Danza pastorale
(“Di pastoral zampogna al suon festante Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato Di primavera all’apparir brillante”)
CONCERTO II
Sonetto dimostrativo
Sopra il Concerto intitolato “L’ESTATE”
I
Allegro non molto:
Languideza per il caldo
(“Sotto dura Staggion dal Sole accesa langue l’uom, langue’l gregge ed arde il pino”)
Allegro:
Il Cucco
(“Scioglie il Cucco la voce”)
La Tortorella
(“e tosto intesa canta la tortorella e’l gardelino)
Il gardellino
Zeffiretti dolci
(“Zefiro dolce spira”)
Venti diversi
Vento borea
(“mà contesa muove Borea improviso al Suo vicino”)
Venti impetuosi
Il Pianto del Villanello
(“E piange il pastorel perchè sospesa teme fiera borasca, e’l suo destino”)
II
Adagio-presto-adagio-presto-adagio-presto-adagio-presto-adagio:
(“toglie alle membra lasse il Suo riposo”)
(“Il timore de’lampi, e tuoni fieri”)
(“e de mosche, e mosconi il Stuol furioso!”)
III
Presto:
Tempo impetuoso d’estate
(“Ah che pur troppo i suoi timor son veri, tuona e fulmina, il ciel e grandinoso, tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri”)
CONCERTO III
Sonetto dimostrativo
Sopra il Concerto intitolato
“L’AUTUNNO”
I
Allegro-larghetto-allegro assai
Ballo e Canto di Villanelli
(“Celebra il vilanel con balli e canti del felice raccolto il bel piacere”)
L’Ubriaco
(“E del liquor di Bacco accesi tanti”)
Ubriaco
L’Ubriaco che dorme
(“Finiscono col sonno il lor godere”)
II
Adagio molto
Ubriachi dormienti
(“Fa ch’ognuno tralasci e balli e canti; l’aria che temperate dà piacere. E’ la Staggion ch’invita tanti e tanti d’un dolcissimo sonno al bel godere”)
III
Allegro
La caccia
(“I cacciatore alla nov’alba à caccia con corni, Schioppi, e cani escono fuori”)
La Fiera che Fugge
(“Fugge la belva, e Seguono la traccia”)
Schioppi e cani
(“Già Sbigottita, e lassa al gran rumore de’ Schioppi e cani, ferita minaccia”)
La Fiera fuggendo Muore
(“Languida di fuggir, mà oppressa muore”)
CONCERTO IV
Sonetto dimostrativo
Sopra il Concerto intitolato
“L’INVERNO”
I
Allegro non molto:
(“Aggiacciato tremar trà nevi algenti”)
Orrido Vento
(“Al Severo Spirar d’orrido Vento”)
Correre
Correre e battere li Piedi per il freddo
(“Correr battendo i piedi ogni momento”)
Venti
(“E pel soverchio gel batter i denti”)
Battere I denti
II
Largo:
(“Passar al fuoco i di quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento”)
La Pioggia
III
Allegro-lento-allegro:
(“Caminar sopra il ghiaccio”)
Caminar piano e con timore
(“e a passo lento per timore di cader girsene intenti”)
(“Gir forte, sdruzziolar, cader à terra”)
Correr forte
(“Di nuovo ir Sopra ‘l giaccio e corer forte”)
(“Sin ch’il giaccio si rompe, e si disserra”)
Vento Siroco
(“Sentir uscir dalle ferrate porte”)
IL vento borea e tutti li venti
(“Siroco, Borea, e tutti i Venti in guerra”)
(“Quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporte”)
BIOGRAFIA
Diplomatosi nel 1988 presso il Conservatorio di Vicenza, Giovanni Battista Fabris vince il Premio Terme di Fontecchio del Festival delle Nazioni di Città di Castello nel 1992.
Ottiene il diploma di “Virtuositè” con Premier Prix presso il Conservatorio Superiore di Ginevra sotto la guida del M° Corrado Romano e successivamente è vincitore a La Chaux de Fonds del premio “Rotary Club Suisse” attribuitogli dal M° Franco Gulli col quale ha successivamente studiato.
Ha partecipato ai corsi di perfezionamento con Viktor Liberman ad Utrecht e successivamente con Philippe Hirshhorn che ha seguito in Olanda, Belgio e Francia.
Già violino “di spalla” e solista dell’Orchestra N. Esterhazy di Vicenza ha collaborato in veste di solista con l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestre de la Suisse Romande, I Cameristi Lombardi e i Solisti della Haydn Philarmonia.
E’ primo violino del Quatuor Ravel di Lione tra il ’95 e il ’98 col quale si è prodotto in tournée in prestigiose sale da concerto in Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Ungheria, Turchia, Grecia, Giappone, Portogallo e Spagna.
Collabora col pianista Igor Roma ed è fondatore del Trio Quiroga e del Trio Roma oltre ad essersi esibito congiuntamente ad apprezzati musicisti quali Serge Collot, Bruno Canino, Giovanni Bellucci, Bruno Robillard, Gerard Caussé, Claire Desert, Anne Gastinel, Louis Sclavis, Rian de Waal, Jean-Claude Vanden Eynden, Franco Petracchi, Rocco Filippini, Gordan Nikoliç e Quirine Viersen.
E’ stato docente di violino al Conservatorio Superiore di Lione e tuttora ai corsi estivi di perfezionamento di Pontedeume in Spagna.
E’ attualmente violino di spalla del Teatro Carlo Felice di Genova e dell’Orchestra Symphonica d’Italia diretta da Lorin Maazel.
In tale ruolo è invitato da numerose orchestre : Orchestra Sinfonica de Tenerife , Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Comunale di Bologna, Sinfonia de Lyon, Filarmonica di Gran Canaria , Orchestra Nazionale da camera di Toulouse, Orchestra Città di Granada, Ensemble Respighi di Bolonga, Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra delle Settimene Musicali di Stresa, Accademia di Santa Cecilia di Roma,Orchestra da camera di Padova, Orquesta Simfonica de Barcelona i Nacional de Catalunya Orchestra Nacional de Espana e Teatro alla Scala , Filarmonica della scala, Orchestra Nacional de Espana.
Ha registrato per Andromeda Records, Edipan, Radio della Suisse Romande, Nuova Era, Laser Production, France 3, Radio Classic France, Muzzik TV, Arte, Musique Classic TV, Radio RAI 3.
Suona un violino David Tecchler Roma 1741.