La rinuncia di Berti Riboli
Ha sempre stupito il fatto che nella lista dei probabili candidati del centrodestra non venisse fatto il nome
del dottor Francesco Berti Riboli. L'imprenditore che ha reso sempre più grande la clinica Montallegro, sino a diventare il numero uno nel settore della sanità privata. Un imprenditore moderno e illuminato che non pensa solo al business ma investe nella cultura, nel sociale e anche nello sport (il suo golf Colline del Gavi richiama a Tassarolo tanti Vip genovesi, da Roberto Suriani ad Aldo Bruzzone). Uno che da tempo si fa apprezzare anche in Confindustria.
Insomma avrebbe potuto essere il candidato ideale per coagulare il centro destra.
Poi il mitico Sandro Biasotti, ha raccontato a Massimiliano Lussana (Il Giornale della Liguria):
"All'inizio, non riuscivo nemmeno a parlarne. Poi, un po' alla volta, anche la società civile ha capito che potevamo vincere e così sono usciti nomi seri. Vorrei solo citarne uno, oltre a quelli di cui state parlando in questi giorni, Francesco Berti Riboli, che penso sarebbe stato un gran presidente. Ma ha avuto la grande sensibilità personale e istituzionale di non voler essere nemmeno sfiorato dall'idea di un potenziale conflitto di interessi. Un vero signore".
Certo la Regione attribuisce alla sanità l'80% delle risorse. Berti Riboli è il numero uno della sanità privata. Ogni decisione sarebbe stata vista con occhio maligno.
Peccato. Perché una volta tanto siamo d'accordo con Sandro Biasotti, anche lui cliente di Villa Montallegro: il dottor Francesco Berti Riboli sarebbe stato un grande presidente. E, con la sua esperienza, avrebbe potuto risolvere tanti problemi della sanità.
Elio Domeniconi