Le invenzioni di Biasotti su Rosso
L'intervista-bomba di Massimiliano Lussana a Sandro Biasotti ha lasciato perplessi i militanti di Forza Italia
anche per le dichiarazioni che ha fatto contro Matteo Rosso.
Prima, Biasotti aveva detto che non poteva essere ricandidato avendo fatto due mandati in Regione. Ma da Roma gli avevano fatto sapere che una norma del genere in Forza Italia non c'è (c'è invece nel Pd dove però hanno concesso la deroga spesso e volentieri).
Ovviamente i maligni avevano detto che Biasotti voleva eliminare Matteo Rosso perché altrimenti non potrebbe essere eletta la sua pupilla Lilli Lauro.
Infatti Biasotti, che se badasse davvero all'interesse del partito dovrebbe tenersi stretto uno come Rosso che porta migliaia di voti, ha trovato un’altra scusa. E ha dichiarato a Il Giornale della Liguria perché ha deciso di eliminarlo: "Rosso ha mancato di rispetto al partito in occasione delle elezioni per la città metropolitana".
E a questo punto torna di attualità lo slogan che circola da tempo: ma Biasotti lo è o ci fa?
Biasotti infatti ha accusato Rosso di una cosa che non esiste: il consigliere regionale non ha votato per la città metropolitana, non ne aveva diritto, i consiglieri regionali non votavano.
Tra i consiglieri comunali di Forza Italia a non votare per Lilli Lauro (che così era stata clamorosamente trombata) era stato Guido Grillo, che aveva dato il suo voto a Carlo Bagnasco (e comunque la Lauro aveva rivelato a Genova3000.it che questo faceva parte di un accordo: il fighetto Stefano Balleari avrebbe votato per lei e Grillo per Bagnasco).
E allora come interpretare questa "accusa" di Biasotti. Ma se il ragioniere non sa neppure che Rosso non poteva votare per le Regionali (e allora come poteva "mancare di rispetto" al partito) significa che non è più in grado di fare il coordinatore regionale. O no?
Elio Domeniconi