La riconoscenza della Paita
Nel suo appassionato pistolotto in difesa di Raffaella Paita la ministra Roberta Pinotti ha detto una cosa
che pensano in tanti (sottoscritto compreso). Ha spiegato che avrebbe dovuto prendere le distanze dal governatore Claudio Burlando, per non apparire "incoronata" da lui.
In politica il fine giustifica i mezzi sin dai tempi di Niccolò Machiavelli. Anche la Pinotti aveva un tutor, Marta Vincenzi, che l'aveva lanciata in politica, scegliendola come assessore nella sua Giunta. Però al momento opportuno la Pinotti si era sganciata dall'allora Super-Marta ed era diventata addirittura la sua acerrima rivale nelle primarie per il Sindaco.
Il legame Burlando-Paita ha dato il pretesto ai contestatori del Pd di dire che la Paita non doveva essere votata per i suoi legami con il Governatore che ora viene criticato anche dal suo partito perché i risultati del suo lungo potere non sono stati certo esaltanti. Così la Lella, giovane e innovatrice, è stata presentata come la continuità del regno di Burlando. E un quasi settantenne come Sergio Cofferati, che nella sua ormai lunga vita ha fatto di tutto e di più, viene osannato come il leader del rinnovamento.
Probabilmente l'ha pensata così anche la Lella che si è sempre distinta per il suo acume politico. E per un po' aveva cercato di sganciare la sua figura da quella di Burlando, evidenziando il suo curriculum spezzino, che dimostra la sua lunga gavetta e la sua meritata escalation. E a questo punto, a mio avviso, avrebbe dovuto fare un passo indietro nell'interesse della sua pupilla. Invece ha continuato a volersi legare a filo doppio con la sua bella favorita.
La Paita ha considerato il rischio ma ha continuato a farsi vedere a fianco di Burlando. Perché deve aver fatto una considerazione personale: è stato Burlando a mettermi in giunta, è stato lui a candidarmi per la presidenza, sempre lui aveva contribuito a mettere mio marito, Luigi Merlo, al vertice dell'Autorità Portuale. Non posso abbandonarlo proprio ora che il suo ciclo si sta chiudendo, che nel suo futuro c'è solo un posto di consigliere comunale a Vernazza.
Va dove ti porta il cuore, ha insegnato Susanna Tamaro. Tra l'interesse personale e la riconoscenza, la Lella ha scelto la riconoscenza. In un mondo diventato così cinico e spietato, il suo gesto merita un applauso.
Elio Domeniconi