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Forza Italia, finisce l'era Biasotti

Sandro Biasotti

A Roma Giovanni Toti e Altero Matteoli sperano che Sandro Biasotti ci ripensi, che faccia un passo indietro di sua volontà.

 

I due plenipotenziari di Silvio Berlusconi hanno letto con sorpresa (e comprensibile amarezza) le dichiarazioni del coordinatore regionale al "Secolo XIX". In pratica un braccio di ferro con i dissidenti: qui comando io ! Ho la fiducia di Berlusconi.

A Genova3000.it, però, risulta che ancora ieri il Cavaliere abbia ribadito a Matteoli la decisione presa domenica scorsa ad Arcore, dopo l'incontro con i vari rappresentanti della Liguria, da Ventimiglia a La Spezia. E cioè che in Liguria è necessario un cambio di rotta. Biasotti ha già perso due elezioni. E adesso sembra che si preoccupi soprattutto di far fuori i personaggi (Matteo Rosso in testa) che potrebbero impedire l'ingresso in Regione della sua pupilla Laura Lauro, detta Lilli.

I massimi esponenti di Forza Italia gradirebbero però un passaggio indolore da Sandro Biasotti a Roberto Cassinelli. Biasotti dovrebbe riconoscere che la Liguria è in ritardo nella campagna per le Regionali perché lui è un deputato e almeno metà settimana la passa a Roma. Anche per le difficili trattative con gli esponenti delle varie possibili alleanze, c'è bisogno di una persona che possa dedicarsi a tempo pieno al partito. E per i suoi impegni romani, non può essere Biasotti. A Berlusconi è stato fatto il nome di Cassinelli, che era presente ad Arcore dove avrebbe ricevuto un'investitura vera e propria.

Se Biasotti accetta questa tesi, esce di scena con l'onore delle armi. Porta a termine il suo secondo mandato in Parlamento, matura un'altra bella pensione. Se invece vuole la guerra, non sarà certo lui a vincere.

Il ragioniere giura di essere amico dell'avvocato. Racconta che gli aveva offerto la candidatura per le Regionali, nel caso non fosse riuscito a trovare candidati di prestigio al di fuori della politica. Ma i maligni ricordano che non aveva fatto nulla per difendere i diritti di Cassinelli, deputato uscente, quando erano stati catapultati in Liguria il romano Augusto Minzolini e il milanese Giorgio Lainati. I maligni assicurano che ci teneva a diventare l'unico parlamentare ligure.

Ora è arrivata la resa dei conti. E a Roma confermano che il destino di Sandro Biasotti è segnato. Nonostante quello che ha raccontato al "Secolo XIX".

Elio Domeniconi

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