Bagnasco verso il Parlamento
E' il sindaco di Rapallo che i suoi concittadini ricordano con più simpatia. In Consiglio Regionale è tra i più attivi.
Ed è l'unico che ha portato alla vittoria Forza Italia, che ha perso dappertutto ma non a Rapallo. Certamente perché a Rapallo Forza Italia si identifica in Roberto Bagnasco.
Bagnasco è anche il farmacista di Rapallo. Quando non è in Regione è in camice bianco davanti alla farmacia di famiglia, davanti al Castello.
Oggi Roberto Bagnasco è un uomo felice. Perché suo figlio Carlo è diventato farmacista come lui e come lui è stato eletto sindaco di Rapallo. La tradizione continua.
Eppure sino a qualche anno fa pensava che in politica la dinastia dei Bagnasco si sarebbe esaurita con lui. Non aveva mai voluto imporre niente a Carlo. E agli amici confidava: "Mio figlio non sarà mai il mio erede. Non è attratto dalla politica e nemmeno dalla farmacia. E' andato a vivere a Reggio Emilia, lavora con il nonno. Comprano terreni agricoli e poi li rivendono. E se nel frattempo quei terreni sono diventati edificabili, il guadagno è notevole".
Poi Carlo ha incontrato la ragazza giusta che l'ha convinto a laurearsi in farmacia e a impegnarsi anche in politica. Ha avuto due figli e il primo si chiama Roberto come il nonno.
Roberto Bagnasco ha iniziato a fare politica giovanissimo, nella democrazia cristiana, perché è sempre stato un moderato. Ha resistito al crollo della Prima Repubblica. Ha aderito a Forza Italia ed è stato sempre fedele al Partito di Berlusconi. Nel partito ha tanti amici, anche a livello nazionale. La sua amica più cara è l'eurodeputata Lara Comi. Adesso vengono a Rapallo anche i genitori di Lara, arrivano in motocicletta, sono sportivi.
Con Forza Italia e il Popolo della Libertà Roberto Bagnasco ha avuto tante soddisfazioni, era stato designato anche presidente della Provincia di Genova (ed è l'unica battaglia elettorale che ha perso, Marta Vincenzi era ancora la Super-Marta). Per completare il cursus honorum gli manca il Parlamento. E l'ultima tappa dovrebbe essere appunto Montecitorio. Merita di diventare onorevole.
Michela Pedemonte