Il giornalista genovese Lorenzo Tosa

Ha fatto scalpore in tutta Italia il caso di Lorenzo Tosa, giornalista genovese classe 1983, ex valente

giocatore dilettante (attaccante da Prima Categoria con puntatine in Promozione). Tosa, ex collega de la "repubblica" nei primi anni Duemila e poi al "Corriere Mercantile - Gazzetta del Lunedì", a sorpresa ha abbandonato un posto di lavoro sicuro come l'addetto stampa regionale del Movimento 5 Stelle (svolto ruolo egregiamente per tre anni e mezzo) solo per motivi ideologici, pare, in quanto non abbracciava più la causa dei post grillini.
Su di lui si è rivoltato contro il "fango mediatico" della rete, come lui stesso ha osservato. Gli sono piombate addosso le minacce sui social che lui stesso ha prontamente, e giustamente, denunciato. Fa specie, ai giorni d'oggi, privo di valori, che Tosa si sia dimesso da un incarico retribuito per gli ideali, suoi, laici e tendenzialmente di sinistra spinta, come i temi sull'aborto, eutanasia, immigrazione, le grandi opere, l'Europa, la difesa delle donne, nemmeno un accenno alla religione. La sua pagina di Facebook pare quella di un politico di vecchio rosso della nomenclatura rossa. I suoi post quotidiani raccolgono fino a 400 mi piace, in tutta Italia. Il suo caso è andato alla ribalta sugli schermi di TeleNord, poi decine di siti nazionali di politica hanno raccontato l'addio di Tosa dal Movimento, accusato dal giornalista, ora senza lavoro, di "aver aperto le porte al fascismo di Matteo Salvini, con il quale non condivido nemmeno una virgola". Tosa è stato chiamato alla convention nazionale di Articolo 1 dove ha raccontato la sua storia e nelle interviste scrive sempre in uno stile dotto e semi arcaico, da grande professionista come lui è.
La storia di Tosa ha insegnato che nel 2018 ci si può ancora licenziare per ideali, come ai tempi degli anni di Piombo. Una storia apprezzata quella di Lorenzo, da migliaia di internauti di sinistra che già lo vogliono candidato alle prossime regionali o Europee, ovviamente a sinistra.

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