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Rasetto: noi, coalizione coesa

Victor Rasetto del Pd

Victor Rasetto del Pd

Intervista esclusiva con l’esponente di spicco del Pd genovese e ligure Victor Rasetto

che, a pochissime ore dal termine della campagna elettorale, ci svela le sue sensazioni.

1) Il Pd e la coalizione di centrosinistra fermeranno l'avanzata del centrodestra in Liguria dopo le varie sconfitte dal 2015 al 2017?
È una previsione difficile da fare. Non sono sicuro che la qualità del dibattito di questa campagna elettorale ci abbia consentito di rispondere a quella domanda, a quel segnale che gli elettori liguri ci hanno dato negli ultimi tre anni, anche se lo spero. Tuttavia, profonde crepe iniziano a vedersi nell'azione di governo del centrodestra, una crisi della loro leadership locale è sempre più evidente e la modalità di scelta delle loro candidature, a partire da alcune importanti esclusioni, ne costituisce la prova. 

2) Pensi che sia ancora possibile un Governo nazionale a guida Pd?
Un governo a guida PD sarà possibile solo se rappresenteremo il primo gruppo parlamentare e in questo caso penso che la leadership più adatta, perché apprezzata trasversalmente, per guidare una coalizione ampia sia quella dell'attuale premier Gentiloni. 

3) Come giudichi il peso elettorale dei vostri alleati: +Europa, Insieme e Civica Popolare?
La nostra è la coalizione più coesa e omogenea per affrontare la sfida del governo, mentre il centrodestra è lacerato dalle sue contraddizioni interne e i 5 Stelle  sono incapaci di costruirne una. + Europa penso che supererà la soglia del 3% perché ha fatto una bella campagna, evidenziando quale sia la vera sfida che abbiamo di fronte a noi: nuovi europeisti contro nazionalisti. Noi del PD, insieme a loro, crediamo in un nuovo europeismo che non si rintani nelle vecchie certezze, che non si limiti a difendere lo status quo, ciò che è ora l'Europa, a tratti lenta, debole, inefficace ma che si fondi su una nuova sovranità europea : l'unico modo per fermare vecchi e nuovi nazionalismi è spiegare che dare più forza all'Europa non è un modo per perdere il controllo della sovranità nazionale ma, al contrario, un modo per assicurarsi il controllo di eventi che i singoli stati, da soli, non sono più in grado di controllare. Insieme e civica popolare hanno una loro rappresentanza politica e sociale che credo sarebbe utile al nostro parlamento. 

4) Perchè sono visti in maniera così negativi i paracadutati nei vari partiti? E in Liguria come è stato gestito il fenomeno?
Il fenomeno dei paracadutati c'è sempre stato, ma forse, un tempo, i dirigenti nazionali che venivano candidati in territori  a loro estranei, avevano una rappresentatività maggiore, più solida. Oggi non è più così. Gli elettori preferiscono persone che conoscono e che lavorano per il loro territorio. Fortunatamente il PD non ha paracadutati, né nei collegi né fra i capilista, la stessa cosa non può dirsi per Forza Italia che ha paracadutato l'ennesimo giornalista di Berlusconi nel collegio di San Remo- Imperia e come capolista. 

5) Speravi in un accordo con LeU?
No, perché la dinamica politica in Italia e in Europa è cambiata: non possiamo affrontare i populisti unendo pezzi di riformismo con pezzi di cultura novecentesca. LeU rappresenta una sinistra da riserva minoritaria, che si rinserra in vecchie certezze ideologiche, per poi sfaldarsi e dividersi il giorno dopo le elezioni, com'è sempre avvenuto in passato e come succederà anche questa volta. Con questa sinistra tradizionale e ideologica i populisti stravincono. 

6) A Genova come si è svolta la campagna elettorale del Pd? I cittadini vi hanno seguito?
In generale, la campagna elettorale nazionale è stata surreale, tutta incentrata su cosa succederà dopo il voto e non su temi e programmi. E mi dispiace dire che la stampa ha dato il suo contributo. Sensazionalismo, rumore, retroscena, per cui tutto appare opaco o inutile, anche ciò che opaco e inutile non è. In questo clima il PD di Genova ha scelto di fare una campagna on the road, molto concreta, con i nostri tenaci volontari e candidati, per dimostrare che noi abbiamo la squadra più credibile, il programma più realizzabile e che non siamo tutti uguali. Abbiamo puntato al cuore e al cervello, non alla pancia. Vedremo se gli elettori vorranno seguirci.

Di Andrea Bazzurro

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