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Politica

I “chiodi” di Forza Italia per rimettere in moto il Paese

Super User 23 Aprile 2020 1671 Visite

Ieri, dalla Costa Azzurra in videoconferenza fino a tarda ora, Silvio Berlusconi ha illustrato ai capi dipartimento di Forza Italia i dieci punti, i “chiodi”, indispensabili per la ripresa economia del Paese. Il programma sarà proposto al premier Conte che, visti i recenti segnali di distensione tra il Cav e il governo (vedi il MES), potrebbe pure accoglierlo, almeno in parte.
Alla videoconferenza hanno partecipato anche due liguri: il portavoce dei parlamentari azzurri Giorgio Mulé e il capo Dipartimento Nazionale Sviluppo & Innovazione Giancarlo Vinacci. A quest’ultimo abbiamo chiesto un’analisi di questa crisi economica dovuta dal virus.
“Credo che nel breve sarà drammatico ma a medio-lungo periodo porterà benefici, anche ci sarà un doloroso turnover di alcuni imprenditori che dovranno reinventarsi un'attività diversa. Avremo meno inquinamento, meno traffico, il mercato casa dovrà crescere per ospitare lo smart working, gli immobili uso ufficio soffriranno. Una cosa è però certa: non sarà più come prima. Alcuni mestieri moriranno ed altri nasceranno. Il coronavirus sarà il vero acceleratore verso la quarta rivoluzione industriale”.

 



SINTESI

- In termini sanitari, la pandemia è un fenomeno simmetrico: ha colpito ovunque nel mondo con la stessa violenza.

- Dal punto di vista economico, il Coronavirus rischia invece di trasformarsi in un fenomeno asimmetrico.

- L’uscita dalla pandemia non sarà uguale per tutti, ma vedrà inevitabilmente vincitori e vinti.

- I vinti rischiano di essere quegli Stati che già prima della pandemia erano più deboli.

- Il rischio è dunque di uscire dalla pandemia ancora più deboli di come c’eravamo entrati.

- Gli italiani stanno uscendo dalla paura ma stanno morendo di incertezza. E noi siamo chiamati a dare certezza del futuro.

- L’Europa è in ritardo sui tempi ma ha la possibilità di prendere le decisioni giuste.

 

L’ITALIA È ANCORA PIÙ IN RITARDO

- Il giudizio sulla gestione italiana della pandemia è dolorosamente negativo. Il governo naviga a vista con decisioni sempre tardive, spesso pasticciate e certamente insufficienti.

- In parallelo al lockdown bisognava mettere in atto alcune azioni fondamentali: garantire il reddito ai lavoratori che perdevano il posto o stavano a casa, garantire il reddito al mondo dei lavoratori autonomi.

- Questo è stato deciso, ma in maniera tardiva e insufficiente: la cassa integrazione è in ritardo di un mese e mezzo, così come i miserevoli 600 euro per gli autonomi.

- Sulla garanzia della liquidità alle imprese siamo ancora alla predisposizione delle domande che somigliano a un girone dantesco per la loro complessità. I risarcimenti, poi, non sono neanche sul tavolo.

- La moratoria fiscale che chiediamo deve essere chiara, netta e deve coprire almeno tutto il 2020.

- Anche su mutui e affitti viviamo un’incertezza totale. Ed è la stessa incertezza sulla cosiddetta Fase 2.

- La strategia di riapertura doveva essere il primo pensiero subito dopo la chiusura. E invece siamo nel caos totale: ognuno va per la sua strada.

- Filiere, settori, scuola, uffici pubblici, mobilità delle persone: nulla ancora è stato deciso e definito. Viviamo, ripeto, l’incertezza totale.

- Non c’è stata alcuna riflessione su settori che già oggi sono prossimi al disastro: nessuna presa di posizione del governo sul turismo, nulla sullo sport, sull’agricoltura. Rischiamo di desertificare il 15/20 per cento del Pil nazionale, cioè di uccidere le imprese che afferiscono a questo insieme di filiere.

- Manca inoltre qualsiasi strategia nella Fase 2 per investimenti in infrastrutture, manutenzione delle città e delle periferie, investimenti privati. Siamo all’anno zero sulla semplificazione burocratica necessaria per le ripartenze.

- E anche sulla semplificazione fiscale con l’approdo alla flat tax sfruttando l’onda finanziaria dell’Europa siamo al nulla.

- E ancora: la semplificazione del lavoro con il necessario ritorno alla flessibilità attraverso i voucher ad esempio nel turismo e in agricoltura è addirittura osteggiata con forza.

- Il 2020 finirà secondo il Fondo monetario con una flessione di almeno 9 punti in termini di Pil. Una previsione già terribile che rischia di essere addirittura ottimistica. Siamo davanti a un impatto su reddito e produzione mai sperimentato. Occorrerebbe avere un piano, una strategia, ma non c’è.

 

I NOSTRI «CHIODI»

1) LIQUIDITÀ SUBITO PER LE IMPRESE: molti soldi, benedetti e subito per la piccola/media/grande impresa entro un mese. I tempi devono essere serrati: una settimana per i piccoli, 2 settimane per le medie e 3/4 settimane al massimo per le grandi imprese. Fuori da questa tempistica il nostro sistema delle imprese collassa. Entro fine maggio tutta la liquidità (400 miliardi) deve arrivare a destinazione. Forza Italia deve essere attestarsi su una linea chiara ed essere paladina su autocertificazione, semplificazione delle procedure e dei controlli da effettuare ex post sulla liquidità erogata per tutti.

2) RISARCIMENTI: dobbiamo puntare a un impegno del governo per erogare i risarcimenti per tutte le imprese e le attività costrette a fermarsi in ragione del periodo di chiusura e dei relativi mancati guadagni. Almeno il 25/30 per cento del fatturato per i mesi di chiusura deve essere risarcito.

3) LA CASSA INTEGRAZIONE deve essere garantita per tutti e per tutto il periodo di chiusura (molto più delle 9 settimane concesse finora) con garanzia che l’ombrello resisterà.

4) MORATORIA FISCALE: va garantita da subito fino alla fine del 2020 per tutti quelli che hanno chiuso. Lo stesso vale per i mutui.

5) SEMPLIFICAZIONE DI OGNI ADEMPIMENTO BUROCRATICO (domande, certificati, autorizzazioni, licenze): tutto dovrà essere fatto in autocertificazione con controlli ex post.

6) Per la Fase 2 spingere sulla «DECERTIFICAZIONE»: basta certificati di ogni genere chiesti a chiunque per qualsiasi adempimento. Questo lo ritengo un punto distintivo e centrale della nostra azione: alla desertificazione delle imprese causata anche dalla burocrazia noi rispondiamo con la «decertificazione» per mantenerle in vita.

7) LAVORO: flessibilità immediata con introduzione dei voucher

immediati per turismo, agricoltura, sport, servizi alla persona.

8) PIANO MARSHALL SULLA FILIERA DEL TURISMO: in Italia incentivi senza limiti di reddito a tutti i cittadini con detrazioni per spese turistiche per chi trascorrerà le vacanze entro i confini nazionali. In Europa un recovery plan straordinario per tutelare e sostenere le imprese con finanziamenti a fondo perduto.

9) PIANO CASA: detassazione degli investimenti per miglioramenti nelle abitazioni.

10) LEGGE SULLE CITTÀ: più infrastrutture e manutenzione per centri urbani e periferie. E cioè strade, illuminazione, verde pubblico, impianti, reti di comunicazione, scuole, edifici pubblici

Consiglio regionale, Melis (M5S): “dibattito surreale”

Super User 22 Aprile 2020 1285 Visite

"Dibattito surreale, ieri in Consiglio regionale: ad ogni nostra proposta come minoranza è stato riferito e risposto che è colpa del Governo, che dobbiamo rivolgerci al Governo e sottoporre al Governo le nostre richieste. Quindi mi viene da pensare di essermi sbagliato e che ci siamo trovati eletti in Parlamento e siamo dunque in maggioranza. Non lo sapevo: in effetti, io mi reco a Genova in via Fieschi da quasi 5 anni e sono certo di essere in minoranza. Per cui ne deduco di vivere un'allucinazione collettiva: secondo Toti e la Giunta dovremmo fare proposte in parlamento al Governo", ironizza il consigliere regionale Andrea Melis commentando l'odierna seduta consiliare.

"La campagna elettorale permanente del centrodestra ligure sta offuscando anche la capacità di vedere nelle proposte di minoranza la buona volontà e le proposte messe sul tavolo. Ad esempio, ho proposto insieme ai colleghi per il settore agricolo: siano organizzate, in sinergia con le associazioni di settore, campagne di promozione delle produzioni locali, anche costituendo accordi con i negozi di vendita al dettaglio e della grande distribuzione, al fine di valorizzarne l’esposizione al pubblico; siano incrementate le risorse a disposizione a favore delle imprese floricole, agricole, del settore vitivinicolo, della pesca e acquacoltura, sostenendo il reddito delle imprese, anche attraverso le risorse del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale; sia dichiarato lo stato di calamità naturale, qualora non vi si abbia ancora provveduto, per le imprese della pesca e acquacoltura, ai fini dell’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell'acquacoltura", spiega Melis.

"Bene, senza peraltro indicare o imporre somme, realisticamente lasciando a valutazioni anche di tipo tecnico-economico, l'atto è stato bocciato. Perché lo deve fare il Governo? Certo anche lo Stato deve intervenire. La Regione invece no? Ora, di grazia, come opposizione, sempre che io non mi sia sbagliato e siamo nel Consiglio regionale della Liguria e non in Parlamento, abbiamo pochi strumenti e questo è uno di quelli, ma tant'è... non è sufficiente. Per cui è evidente che saremo costretti a subire questo tipo di dibattito che francamente trovo infruttuoso", conclude.

A Tursi il Carroccio si è messo di traverso

Super User 19 Aprile 2020 1937 Visite

Vi avevamo già parlato (leggi) di un’animata discussione tra il sindaco Marco Bucci e il presidente del Municipio Centro Est, il leghista Andrea Carratù. In quel caso il confronto era nato sul Piano Urbanistico del Comune, ma in particolare sulla trasformazione dei bassi del centro storico in appartamenti. Il progetto, proposto dall’assessore Simonetta Cenci, entusiasma il sindaco (e altri consiglieri comunali che preferiscono non vedere più questi locali chiusi) ma non piace alla Lega che non vuole farlo passare.
Oggi vi raccontiamo di un nuovo animatissimo confronto tra il primo cittadino e un altro esponente della Lega, il consigliere metropolitano Claudio Garbarino. Questa volta la discussione è nata sulla cassa integrazione per il personale di ATP, società partecipata dal Comune di Genova (attraverso AMT) che fornisce il servizio di trasporto pubblico nel Levante. Garbarino chiede che, prima di attivare la cassa integrazione, i dipendenti ATP fruiscano delle ferie a disposizione. Di parere contrario invece Bucci, che è per l’intervento immediato del governo.
In Comune sarebbero nate altre discussioni tra il sindaco ed esponenti della Lega, in particolare sull’alleggerimento delle limitazioni personali per il coronavirus e sulla diffusione in città del 5G, tutti temi che saranno affrontati nella riunione di giunta della prossima settimana.
Il Carroccio, che per numero di consiglieri e assessori più che un calesse a Tursi è un tir, avrebbe dunque deciso di mettersi di traverso sulla strada del sindaco "cu cria".   

Tensione tra il sindaco Bucci e la Lega

Super User 11 Aprile 2020 3011 Visite

Secondo indiscrezioni giunte a Genova3000, ci sarebbe stato un duro confronto telefonico tra il sindaco Marco Bucci e il presidente del Municipio Centro Est, Andrea Carratù (Lega), sulla nota questione dei bassi del centro storico da trasformare in appartamenti. A Bucci non sarebbe andata giù la bocciatura del progetto da parte del Municipio, soprattutto per com’è maturata.
Il diverbio, durante il quale Bucci e Carratù avrebbero addirittura minacciato di dimettersi dai rispettivi incarichi, avrebbe potuto creare un incidente politico tra il sindaco e la Lega. Ma tutto sembra rientrato.
Contattato da Genova3000, Carratù ha infatti minimizzato su quanto accaduto: “le discussioni ci stanno. L'importante è capirsi”. E sulla bocciatura del piano, il presidente ha specificato: “la maggioranza nel nostro municipio ha votato compattamente a favore delle modifiche, tranne che su un punto che abbiamo chiesto di eliminare, che è quello sui bassi. Ci è sembrato un percorso corretto soprattutto nei confronti del territorio del centro storico che da una riforma del genere, secondo noi, rischierebbe troppo sia sotto l'aspetto sociale che commerciale”.
Lo spirito pasquale ha prevalso.

Matteo Rosso: “potrei candidarmi alle regionali”

Super User 18 Marzo 2020 1819 Visite

Il giorno dopo la sentenza, con la quale il TAR lo ha reintegrato nel Consiglio regionale, Genova3000 ha chiesto a Matteo Rosso cosa farà alle future regionali liguri.
“Prima potevo candidarmi lo stesso alle regionali perché non c’è mai stato alcun impedimento, ma non l’avrei fatto. Ora cambia tutto, ma vedremo perché per il momento voglio davvero buttarmi dentro ancora di più alla nostra sanità, stare con i nostri operatori sanitari e con i nostri malati per aiutare tutti quanti a uscirne”.
L'eventuale candidatura di Rosso cambierebbe decisamente gli equilibri all'interno della lista di Fratelli d'Italia.

Vittorio Mazza passa a Liguria Popolare

Super User 13 Marzo 2020 2286 Visite

Il consigliere regionale Vittorio Mazza (ex Lega, poi Gruppo Misto) aderisce a Liguria Popolare portando di fatto a tre il numero di consiglieri che fanno parte del gruppo dei Popolari in Consiglio Regionale.

“Il breve periodo passato nel Gruppo Misto è stato per me un tempo per riflettere sul mio futuro, ritornando alle radici e alle motivazioni più vere del mio servizio e della mia attività politica – spiega il consigliere regionale -. Questi giorni mi hanno aiutato anche a rendermi conto, ancora di più, che i problemi della gente sono concreti, reali, a volte anche difficili e complessi, credo che oggi abbiamo profondamente bisogno di una classe politica capace di spendersi accanto ai cittadini, ascoltando prima di tutto le loro richieste e necessità”.

“C’è bisogno di una politica che torni ad ascoltare e che metta la persona al centro delle scelte. In questo senso – ribadisce Mazza - mi verrebbe quasi da dire che seguire delle mere ideologie, in fondo, non è nemmeno fare politica, perché la politica per essere tale deve essere legata ad un territorio, ad una storia, ad una comunità particolare, sempre a contatto e a servizio dei cittadini”.

“Credendo quindi necessari una maggiore concretezza, impegno e amore per la “cosa pubblica”, ho scelto di aderire a “Liguria Popolare” per entrare a far parte di un gruppo moderato, che guarda con attenzione e passione al territorio – sottolinea Mazza - . In questi anni in Consiglio Regionale ho avuto modo di approfondire il rapporto con i due colleghi Andrea Costa e Gabriele Pisani, ammirando in prima persona il loro impegno e il loro lavoro. Condivido molto il loro progetto civico e metto a disposizione del gruppo, a cui aderisco pienamente, la mia esperienza e la mia disponibilità”.

“Il mio desiderio da oggi è quello di dedicarmi in questo nuovo percorso alla nostra Regione per camminare al fianco dei cittadini. E continuerò a farlo tenendo a mente l’augurio che una persona mi ha fatto il giorno del mio ingresso in Consiglio Regionale, regalandomi una cartolina che riporta le parole di un testimone, di una figura significativa della nostra Italia, che dice così: “Fai strada ai poveri senza farti strada!”. 

“Con questa scelta sono convinto di potermi veramente dedicare alla politica con la “P” maiuscola. Quella che non guarda al proprio interesse o all'interesse di pochi; quella attenta alle tante richieste di aiuto per il lavoro, per la casa, per il sostegno dei propri figli, per la salute, a cui non possiamo non prestare ascolto; quella degli uomini appassionati, che desiderano fare bene il bene”, conclude il consigliere regionale Vittorio Mazza.

Toti seconda forza del centrodestra

Super User 12 Marzo 2020 1685 Visite

Secondo il sondaggio dell’Istituto Piepoli, il movimento di Giovanni Toti, ancora indicato come Cambiamo!, si attesta in Liguria all’8%, confermandosi come seconda forza del centrodestra, dietro alla Lega (28%) ma davanti a Fratelli d’Italia (7,5%), Forza Italia (6%) e Liguria Popolare (3,9%).
Un buon risultato per il presidente Toti che però nel sondaggio non riesce a superare le preferenze del 2017 dell’allora sconosciuto Marco Bucci (9,76%).

Accordo PD-M5S in Liguria, Rousseau ha detto sì

Super User 06 Marzo 2020 1742 Visite

La piattaforma Rousseau poche ore fa ha dato il suo tanto atteso responso: il Movimento 5 Stelle potrà correre insieme alla sinistra alle regionali liguri di maggio.
Bocciata dunque - anche se di poco: i sì sono stati il 57,7%, mentre i no il restante 42,3% - la linea contraria all’accordo sostenuta dalla portavoce regionale Alice Salvatore che, dopo la vittoria alle primarie grilline, stava già studiando per fare la candidata presidente.
Zingaretti e Crimi devono adesso risolvere il rompicapo più grosso: trovare un candidato condiviso.
Resta anche un dubbio: è giusto che i 1.664 attivisti del M5S che si sono espressi sulla Rousseau condizionino due partiti - soprattutto il PD che è rimasto inerme in attesa dell’esito di questo voto - e una regione di un milione e mezzo di abitanti?

Beppe Costa al Cav: “Toti senza Scajola non ce la fa”

Super User 06 Marzo 2020 2203 Visite

La notizia è stata data alle stampe ed è uscita oggi: Beppe Costa, leader dei Seniores di Forza Italia in Liguria, ha scritto una lettera a Berlusconi per dirgli che senza Claudio Scajola Toti "non ce la fa".
Stando all'articolo, l'obiettivo dell'iniziativa 'da corvo' di Costa in realtà sarebbe quello di sbloccare il listino, che il coordinatore regionale Carlo Bagnasco ha da tempo blindato sul nome di Claudio Muzio: sia per merito, perché è l'unico rimasto fedele agli azzurri e 'ci ha messo la faccia' in Regione, sia per utilità, perché solo facendo anche correre Muzio si può tirare su la percentuale di lista e aprire le porte del Consiglio regionale al secondo dopo di lui.
Costa invece preferisce puntare sulla forza di Scajola, che evidentemente ritiene sempre quella 'dei tempi d'oro', quando la famiglia faceva fronte unico e non c'era bisogno di voti della sinistra, quando Biasotti - per capirci - perse le regionali per un pugno di voti.

Nel giorno dell’addio Mazza ricorda gli sputi in faccia

Super User 03 Marzo 2020 1997 Visite

“Quello di oggi è per me un addio doloroso. Saluto la Lega dopo tanti anni di lavoro e dopo averla difesa nei momenti più bui, quando ti bastava essere riconosciuto come leghista perché gli altri ti sputassero in faccia”. E’ l’annuncio di Vittorio Mazza, consigliere regionale subentrato a Edoardo Rixi, eletto in parlamento, con il quale ha salutato la Lega.

Elezioni in Liguria, Ilaria Caprioglio non si candida

Super User 03 Marzo 2020 1682 Visite

Ilaria Caprioglio non si candiderà alle prossime regionali liguri.
Per la sindaca di Savona, con mandato in scadenza nel 2021, si era parlato di una candidatura con Forza Italia, il progetto era stato condiviso dal coordinatore regionale Carlo Bagnasco e dal sindaco di Imperia Claudio Scajola.
Oggi, invece, è arrivata la smentita dalla diretta interessata che ha deciso di continuare a lavorare per i suoi concittadini.

Vertice azzurro sulle regionali da Claudio Scajola

Super User 17 Febbraio 2020 2220 Visite

In giornata si è svolto un importante vertice di Forza Italia ad Imperia, dal sindaco Claudio Scajola. L’ex ministro ha ricevuto in Comune il coordinatore ligure Carlo Bagnasco e i deputati Giorgio Mulé, Roberto Bagnasco e Roberto Cassinelli, per confrontarsi con loro sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale ligure.
Durante l’incontro è emersa la volontà di aprire il partito alla società civile e alle liste civiche, ciò che secondo il presidente Berlusconi avrebbe dovuto fare l’Altra Italia, movimento mai nato e a questo punto superato dalla stessa Forza Italia.
Poi i big azzurri hanno parlato di candidature. Oltre ai nomi noti, Claudio Muzio, Mario Mascia, Giancarlo Vinacci e Arianna Viscogliosi, sarebbe emerso il nome di una donna molto in vista in città, sia per la sua professione sia per il cognome del marito.
Ci sarebbe però un grosso problema: la giovane donna vorrebbe l’unico posto che i forzisti hanno nel listino.

Tasso nuovo coordinatore provinciale di Forza Italia

Super User 17 Febbraio 2020 1815 Visite

Giorgio Tasso è il nuovo coordinatore di Forza Italia per la provincia di Genova.
Capogruppo forzista in consiglio comunale a Rapallo, Tasso subentra al deputato Roberto Bagnasco.

Toti alla ricerca di volti nuovi

Super User 16 Febbraio 2020 1782 Visite

Archiviato il tormentone del simbolo della sua lista con "Cambiamo", rimpicciolito a slogan, e portati a casa i campioni delle preferenze Domenico Cianci, Ilaria Cavo, Lilli Lauro e Stefano Anzalone, ora Giovanni Toti mette mano alla immagine e cerca volti nuovi da spendersi in campagna elettorale.
Il governatore uscente da politico scafato sa che, se non può più contare sull'effetto sorpresa del proprio nome, per far breccia sugli indecisi deve poter contare anche su qualche novità.
Negli ambienti arancioni si mormora di grossi nomi dell'imprenditoria e delle professioni che a breve potrebbero scendere in pista come outsider e scompaginare ancora una volta i piani dei candidati già in corsa.

Toti presenta il nuovo simbolo per le regionali

Super User 15 Febbraio 2020 2655 Visite

“Abbiamo scelto l’hotel Bristol perché in qualche modo ci ha portato fortuna: qui nel 2015 abbiamo presentato l’altra lista e tante avventure elettorali”. Così Giovanni Toti oggi ha aperto il suo intervento in occasione della presentazione della nuova lista per le regionali. Il simbolo è simile a quello pensato per “Cambiamo! con Toti”: stessi i colori, arancione e blu, simili le scritte. Le piccole differenze però si notano: il cognome del governatore diventa molto più grande, appare la scritta “presidente” e l’immagine della Liguria, mentre sparisce il punto esclamativo.
“La nostra - dice Toti - è una lista del sì, perché vogliamo creare il futuro. E i liguri lo hanno capito. Nel 2015 in questa regione il centrodestra governava il 25% dei cittadini, oggi siamo all’80%. Esistiamo in posti dove prima era impensabile”.
Il governatore poi tranquillizza gli alleati: “la lista nasce da questa regione, ma stiamo cercando di dare un contributo al centrodestra anche a livello nazionale. Non ci mettiamo però in concorrenza con partiti che consideriamo fratelli e sorelle”.
Poi passa ai risultati raggiunti. “Nonostante le difficoltà nazionali, in Liguria il prodotto interno lordo cresce, così come l’occupazione delle donne e dei ragazzi. A causa del crollo del ponte, per i porti doveva essere un anno orribile, invece hanno saputo reggere”.
Non è mancata la stoccata alla concorrenza. “Nella regione dove Grillo ha creato il suo movimento non c’è un sindaco 5 stelle. Evidentemente, come nella pubblicità, chi li conosce li evita”.
Tra il numeroso pubblico erano presenti i senatori Sandro Biasotti e Paolo Romani, la deputata Manuela Gagliardi, gli assessori Ilaria Cavo, Marco Scajola e Raul Giampedrone, i consiglieri regionali Lilli Lauro e Angelo Vaccarezza, il consigliere comunale Stefano Anzalone, il sindaco di Portofino Matteo Viacava, l’ex sindaco di Recco Dario Capurro e gli assessori di Tursi Francesco Maresca, Barbara Grosso e Pietro Piciocchi. Assente giustificato il supercandidato Mimmo Cianci.

Giovanni Toti

Giovanni Toti e Sandro Biasotti

Giovanni Toti e Marco Scajola

Raul Giampedrone, Angelo Vaccarezza, Giovanni Toti, Ilaria Cavo e Marco Scajola

Angelo Vaccarezza

Stefano Anzalone

Il segno di vittoria di Ilaria Cavo

Manuela Gagliardi, Sandro Biasotti e Lilli Lauro

Regionali, Arcore chiede la candidatura di Vinacci

Super User 12 Febbraio 2020 3009 Visite

Giancarlo Vinacci sarebbe pronto a correre alle regionali con Forza Italia.
Oltre alla candidatura, proposta direttamente da Arcore, per l’ex assessore allo Sviluppo economico di Bucci ci potrebbe essere qualcosa in più: un posto, in caso di vittoria del centrodestra, nella futura giunta Toti. L’idea potrebbe piacere anche a Claudio Scajola, al quale Vinacci ha sempre dimostrato devozione.
Resta l’incognita Toti che si ritroverebbe Vinacci in Regione, dopo aver caldeggiato nel settembre scorso il suo rimpasto in Comune.

Stefano Costa consigliere delegato

Super User 11 Febbraio 2020 2528 Visite

L'annuncio è stato dato da Marco Bucci in persona in apertura del Consiglio comunale. Stefano Costa, ex capogruppo Vince Genova passato in Fratelli d'Italia, è stato delegato dal sindaco alla riforma del regolamento di decentramento amministrativo.
Anche se il provvedimento è temporaneo, finalizzato all'obiettivo di predisporre una riforma che però si preannuncia lunga, il partito della Meloni a Palazzo Tursi, oltre al vicesindaco Stefano Balleari, può vantare oggi ben due consiglieri delegati, l’altro è Sergio Gambino (Protezione civile).

Brusoni: “Ilaria e Lilli faranno bene anche senza di me”

Super User 11 Febbraio 2020 2936 Visite

Questa mattina, Liguria Popolare ha presentato la candidatura alle prossime regionali di Marta Brusoni, capogruppo a Tursi della lista Vince Genova, incarico che manterrà.
“In Comune abbiamo i nostri rappresentanti, come l’assessore Matteo Campora, anche se non c’è il gruppo consiliare di Liguria Popolare. Alle comunali del 2017 non avevamo la lista, ma abbiamo sostenuto Bucci”, spiega il presidente Andrea Costa.
Nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche Gabriele Pisani e Ubaldo Borchi, entrambi candidati, è stata inoltre annunciata la candidatura di Giovanni Di Laora, sottufficiale della Marina in servizio all’Istituto Idrografico a Genova e consigliere comunale nel comune di Rondanina, in alta Val Trebbia.
“Ilaria e Lilli faranno bene anche senza di me, perché sono due grandi donne”, ha detto a Genova3000 Marta Brusoni, alludendo alla corsa per il Consiglio regionale di Cavo e Lauro senza il suo sostegno.

Marta Brusoni e Giovanni Di Laora

La conferenza stampa

Alleanza PD-M5S, Orlando: “non regalare Liguria a Toti”

Super User 11 Febbraio 2020 1768 Visite

"Noi insistiamo, non facciamo un regalo a Toti. Ai 5 stelle diciamo, patto civico, scegliamo insieme un candidato espressione della Liguria migliore. Non abbandoniamo la nostra regione al declino, all'invecchiamento e alla colonizzazione". E’ il tweet del vicesegretario Pd Andrea Orlando, dopo l’ennesimo rinvio dei grillini sulla decisione di correre alle regionali liguri con il PD.

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