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Nuovo forno crematorio a Staglieno, il vice sindaco Piciocchi risponde alla So.Crem

Ivano Malcotti, presidente So.Crem, Pietro Piciocchi, vice sindaco, e la prof.ssa Linda Alfano

Il vice sindaco di Genova Pietro Piciocchi, principale destinatario della lettera aperta fatta pubblicare dalla So.Crem sui quotidiani genovesi, risponde alla società di cremazione e alla prof.ssa Linda Alfano in merito al progetto che prevede la costruzione di un nuovo forno crematorio nel Cimitero di Staglieno.

La lettera del vice sindaco Piciocchi

Gentile Professoressa Alfano,

Gentili soci di Socrem,

leggo con una certa sorpresa l'accorato appello che mi è stato rivolto dalle pagine di questo quotidiano con riferimento al progetto di costruzione di un nuovo centro di cremazione nel Cimitero di Staglieno.

Vado subito al punto senza replicare ad alcune gratuite affermazioni che, in generale, chiamano in causa le politiche della Giunta comunale in altri ambiti e che, francamente, mi sono apparse fuorvianti rispetto all'oggetto.

Premesso che ho sempre avuto il massimo rispetto per la Socrem, come per ogni impresa seria che opera sul nostro territorio, sfuggono alcuni aspetti fondamentali della questione dei quali è bene che la cittadinanza sia pienamente informata.

Come lei ricorda, la Socrem è un'azienda benemerita che opera con il suo forno crematorio da 120 anni nella nostra Città: ciò, tuttavia, in virtù di una concessione perpetua rilasciata agli inizi del secolo scorso che, secondo una sentenza del Consiglio di Stato risalente al 2020, deve considerarsi ormai irrimediabilmente decaduta perché non più in linea con le regole dell'Unione Europea, vincolanti per l'Italia, che ostano alla concessione di diritti perpetui allo sfruttamento di beni pubblici. Si vuole impedire, infatti, la costituzione di situazioni di monopolio di fatto che, escludendo altri operatori, alterano il principio della concorrenza e compromettono potenzialmente l'accessibilità e la qualità dei servizi erogati ai cittadini, obiettivo che una sana competizione invece promuove.

L'ambito cimiteriale - e quello specifico della cremazione, che costituisce a tutti gli effetti attività di impresa resa a fronte di un significativo corrispettivo economico - non è esente dal rispetto di tali regole che il nostro Paese si è dato, come ha puntualmente ricordato il Consiglio di Stato nel precedente ricordato.

In altri termini, secondo il nostro ordinamento, anche quello della cremazione è un mercato, con operatori professionali che generano importanti fatturati, e ciò non deve scandalizzare.

Tutti devono potere competere ad armi pari.

Ecco perché, da un lato non è possibile consolidare pregresse situazioni di vantaggio per sbarrare l'accesso ad altre imprese che vogliano legittimamente operare nel settore, dall'altro occorre che la Socrem, che non ha ritenuto di partecipare alla gara per il nuovo crematorio, si adoperi al più presto per trovare soluzioni atte a regolarizzare la propria posizione con la Civica Amministrazione, secondo gli strumenti propri del codice dei contratti pubblici.

Per inciso, il sottoscritto, principale destinatario del suo appello, non ha mai negato il dialogo alla Socrem su questi temi e da oltre tre anni collabora per individuare azioni utili per superare questo stato di cose

Tale, in sintesi, è il quadro della situazione: spiace che il semplice doveroso attenersi al rispetto delle regole che disciplinano il rapporto tra le imprese e la pubblica amministrazione sia stato ingiustamente addebitato a questo Assessore e alla Giunta comunale come mancanza di sensibilità nei confronti dei defunti e delle loro famiglie, ciò che sinceramente ritengo davvero fuori luogo.

Con tutto il rispetto, gentile Professoressa, non è questo il modo di porsi, non è così che si aiuta ad affrontare problemi che a tutti sta a cuore risolvere.

Pietro Piciocchi

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