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So.Crem, una pagina sui quotidiani per dire no al nuovo forno crematorio a Staglieno

Il presidente So.Crem Ivano Malcotti e il vicesindaco Pietro Piciocchi

So.Crem ha acquistato alcuni spazi pubblicitari sui quotidiani genovesi per pubblicare una lettera aperta alla città, ma indirizzata soprattutto al vicesindaco Pietro Piciocchi, per dire il proprio no al nuovo forno crematorio a Staglieno. 

“In qualità di presidente della Società genovese di Cremazione Socrem - dice Ivano Malcotti -, avendo pubblicamente informato i cittadini della decisione del Comune di Genova di costruire un nuovo forno crematorio presso il Cimitero Monumentale di Staglieno, ed avendo ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà (consultabili a richiesta presso gli uffici dell’Ente), mi sento in dovere di condividere, così come mi è stato richiesto, una lettera che mi è pervenuta dalla professoressa Linda Alfano, responsabile del settore Cultura e Formazione del Centro Studi Edoardo Vitale, dottore di ricerca e prof. a contratto di Bioetica presso l’Università degli Studi di Genova”.

“Uno scritto che ritengo possa correttamente rappresentare e riassumere il vissuto di molti dei nostri 16.000 soci, un appello che condivido e a cui mi associo. Invito tutti i cittadini ad esprimere eventuali considerazioni e richieste sul sito di Socrem https://socrem-genova.org “, conclude Malcotti.

 

Il testo della lettera:

Chiar.mo avv. Piciocchi, gentili amministratori della città di Genova

ho appreso da un documento pubblico del Presidente di Socrem la notizia relativa alla Vostra volontà di edificare un nuovo forno crematorio presso il Cimitero monumentale di Staglieno.

Una decisione di cui non comprendo i motivi, dal momento che il forno esistente provvede da più di 100 anni, a costi limitati e con tempestività, all'attività di cremazione di tutti i nostri defunti.

Mi sento allora in dovere, a nome di tante persone, di ricordarLe pubblicamente che il luogo dei morti non può essere pensato come uno spazio deputato alla concorrenza tra le diverse agenzie di commercio, che non si può usare il dolore della gente per fare campagna elettorale, che un cimitero non può diventare un via vai di mezzi di trasporto provenienti da chissà dove.

Il luogo dei morti è per ogni genovese un luogo di raccoglimento, di memoria, di arte e di storia.

Un luogo che la pubblica amministrazione dovrebbe pulire, conservare, rispettare.

Il forno Socrem ha 120 anni di storia. Esisteva quando ancora la cremazione era guardata con sospetto, come una pratica laica lontana da Dio.

Esisteva quando la religione cristiana l’ha riconosciuta e legittimata.

Sopra quel forno, nel tempio, sono sepolti gli uomini che hanno scritto la storia della nostra città.

Questo forno è la nostra città.

Vede avv. Picciocchi, noi siamo un popolo schivo, cresciuto fra il mare e le montagne; siamo stati una potenza marinara, siamo giovani Balilla, siamo stati, sul finire della Seconda guerra mondiale, la prima città in Europa a liberarci da soli dall’occupazione tedesca.

Amiamo la nostra città. Ci piace l’aria pulita, ci piacciono le nostre memorie; ci piacciono le piccole e antiche botteghe del centro storico che state facendo morire costruendo supermercati ovunque, ci piacciono le nostre coste e il rumore della risacca, ci piacciono i nostri prodotti.

Non trasformi, La prego, un luogo sacro in un altro supermarket, in un campo di competizione tra una società ricca e potente e tutte quelle piccole onoranze che hanno imparato il mestiere presso i nostri domicili, le nostre chiese, le nostre strade.

Probabilmente anche a casa Sua.

Non lo faccia.

Lei sa che la competizione commerciale in questo settore offende il decoro delle persone.

Lei sa che la competizione non apre a prestazioni migliori, ma per abbassare i costi, riduce la qualità dei servizi.

Ha un’opportunità.

Sia un uomo all'altezza di Genova.

Linda Alfano

 

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