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Lo Stabile di Genova va a Napoli

Un classico shakespeariano La bisbetica domata e una novità italiana sul mondo degli scacchi, Il gioco dei re

di Luca Viganò, sono i due spettacoli con i quali il Teatro Stabile di Genova parteciperà alla prossima edizione del Napoli Teatro Festival Italia. I due spettacoli saranno poi in cartellone nella stagione teatrale 2013-14 rispettivamente alla Corte al Duse.

La bisbetica domata sarà al Teatro San Ferdinando di Napoli l’8, 9 e 10 giugno. Lo spettacolo (una coproduzione del Teatro Stabile di Genova con Teatro Stabile della Città di Napoli e Teatro Metastasio Stabile della Toscana) segna l’esordio teatrale italiano del regista russo Andrej Konchalovskij, il quale ha raggiunto fama internazionale nel cinema (basti ricordare film quali A trenta secondi dalla fine o Tango & Cash), e in patria come sui palcoscenici internazionali è molto noto per le sue messe in scena di spettacoli quali Il gabbiano di Cechov a Parigi (1987), Re Lear a Varsavia (2006) e Zio Vania a Mosca (2009).

 

Nel ruolo della protagonista c’è Mascia Musy, in quello di Petruccio, Federico Vanni, affiancati da Roberto Alinghieri, Carlo Di Maio, Roberto Serpi, Flavio Furno, Adriano Braidotti, Vittorio Ciorcalo, Antonio Gargiulo, Francesco Migliaccio, Giuseppe Rispoli, Selene Gandini, Cecilia Vecchio e Giuseppe Bisogno. Le scene sono firmate dallo stesso regista, costumi di Zaira de Vincentiis, luci di Sandro Sussi.

Dice Konchalovskij: «Shakespeare – così come Cechov, Strindberg o altri autori classici – rappresenta sempre una sfida per un regista. Sono drammaturghi capaci di portare sulla pagina un mondo unico che non è sempre facile decifrare… proprio come la vita stessa può essere interpretata in mille modi differenti». Un classico capace di parlare agli spettatori di tutti i tempi, pertanto. Uno spettacolo che Konchalovskij intende coniugare tutto sul terreno di un contagioso vitalismo, nel quale risplenda la luce della migliore tradizione del teatro italiano.

Al centro di Il gioco dei re (in scena nella Sala 500 del Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa a Napoli il 12 e 13 giugno) - prodotto dallo Stabile di Genova con la Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, per la regia di Marco Sciaccaluga - stanno due personaggi storici, i cui nomi hanno risonanze mitiche per i cultori degli scacchi: il cubano José Raúl Capablanca, campione del mondo dal 1921 al 1927, e il russo Alexandre Alekhine che sconfisse Capablanca in una sfida passata alla storia e rimase in carica, con una breve interruzione, sino alla morte avvenuta nel 1946. I due protagonisti sono Antonio Zavatteri e Aldo Ottobrino, affiancati da Alice Arcuri, Fabrizio Careddu, Cristiano Dessì, Alberto Giusta e Massimo Mesciulam. Scene e costumi sono di Guido Fiorato.

«Questa è la storia di due amici, nella prima metà del ventesimo secolo» anticipa Luca Viganò (autore del quale il Teatro Stabile di Genova ha già messo in scena negli anni scorsi Galois): «Le loro parabole esistenziali inverse, entrambe caratterizzate dall’ascesa e dalla conseguente caduta, coincidono con quelle delle fasi storiche del primo Novecento. Il “re bianco”, Capablanca, aveva tutto (il titolo di campione del mondo, l’amore, la bella vita) e se lo è lasciato sfuggire dalle mani un po’ a causa della propria incapacità di vivere in modo consapevole e un po’ perché la crisi del 1929 e la Grande Depressione glielo hanno portato via. Il “re nero”, Alekhine, passerà tutta la vita a cercare di colmare un vuoto che è cominciato con il suo esilio: lui, russo di nascita, è stato dichiarato nemico della patria dall’Unione Sovietica». Gli scacchi come metafora della storia, pertanto; personaggi “veri” per raccontare un conflitto dalla valenza universale.

Paolo Fizzarotti

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