Intervista esclusiva a Gabriele Lavia
Ennesimo scoop della redazione di "Genova3000" che intervista in esclusiva il gran maestro Gabriele Lavia,
uno dei più noti registi teatrali, attori, commediografo in circolazione, che vanta un curriculum di eccezionale prestigio. Nel capoluogo ligure arriva dal prossimo 30 settembre, al "Duse", per "L'Uomo dal fiore in bocca" di Luigi Pirandello (1922), grazie allo straordinario rapporto che da tempo il regista ha con lo Stabile di Genova. Lo spettacolo sarà presente al "Duse" dal 30 settembre al 9 ottobre.
Maestro, ha un rapporto speciale con Genova.
"Esatto e non solo per motivi di lavoro. Qua ho davvero tanti amici, nel capoluogo ligure feci una scrittura di sette mesi. Con lo Stabile poi esordì alla grande, il rapporto con Ivo Chiesa è sempre stato straordinario. Ma poi c'erano anche Giampiero Bianchi e Ugo Maria Morosi, tra gli altri, impossibile menzionarli tutti. Mario Sciaccaluga e suo figlio che lavora ancora con me. Insomma, credo che questa città me la porto sempre nel cuore".
Un rapporto che poi prosegue anche a tavola...
"Certamente, il cibo genovese è squisito e apprezzo tutto, a partire dalla farinata che gentilmente il mio grande amico Silvio del ristorante Europa mi sforna sempre calda al punto giusto. Silvio fa piatti solo per me, mi fa sentire davvero a mio agio e mi permette di apprezzare la vostra ricchissima cucina".
Un'opera, quella di Pirandello, che ben si cala nel nostro tempo.
"Pirandello, per me, assieme ai tre greci del V secolo Avanti Cristo e a Shakespeare, è uno dei più grandi registi teatrali di sempre, direi un filosofo poichè ben inquadra il rapporto con la morte. L'uomo, fin dalla nascita, ha dietro l'angolo questa questione irrisolta, un binomio, uomo - morte, che in quest'opera è presente nella sua massima espressione, dall'inizio alla fine dell'ultimo atto. Anche se è del 1922, questo dramma borghese si può benissimo calare nella parte del 2016".