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Una splendida Virtu'

“Uno spettacolo condotto su un crinale ristrettissimo: da un lato c’è la farsa, dall’altro la tragedia.

Il regista è bravissimo a mantenere la barra del timone”.  A parlare è Marianella Bargilli. L’attrice toscana debutta domani, martedì 29 dicembre, al teatro della Corte con “L’uomo, la bestia e la virtù”. La compagnia è la solita. La regia dello spettacolo prodotto da Gitiesse Artisti Riuniti e dal Teatro Stabile di Catania, è di Giuseppe Dipasquale, con Geppy Gleijeses, sua moglie Marianella Bargilli e Marco Messeri protagonisti, affiancati da Renata Zamengo, Mimmo Mignemi e Vincenzo Leto.  Le scene sono di Paolo Calafiore, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Mario Incudine.
“E’ un nuovo allestimento, un po’ sperimentale, ma lo spettacolo funziona benissimo – spiega Marianella Bargilli – Merito soprattutto di Giuseppe, il regista, che ha saputo sfruttare al meglio l’inserimento di Marco Messeri, subentrato a Lello Arena nel ruolo del capitano Perella. Marco è un attore bravissimo e geniale, ma nella sua genialità ha una vena di follia che Dipasquale ha saputo utilizzare e che secondo noi sta nell’idea di Pirandello per questo “L’uomo, la bestia e la virtù”. Io e Geppy abbiamo già lavorato con Marco Messeri in “Pigmalione” di G.B. Shaw. Ora me lo ritrovo come marito, opposto alla figura del mio amante, il professor Paolino”.
E come si trova Marianella Bargilli nel ruolo della donna fedifraga, che indossa però la maschera della Virtù? “Questo ruolo, come viene costruito da Pirandello, mi piace moltissimo: lo rifarei in continuazione, grazie anche alla struttura che gli ha dato il regista Dipasquale. Giuseppe mi ha costruito un personaggio divertente, curioso, anche malinconico, in cui però posso giostrare e spaziare con abbastanza autonomia. Posso creare un mio percorso, che poi è quello che mi piace fare in teatro: costruire un sentiero di emozioni, sentimenti, cambiamenti, che permette poi di comunicare con il pubblico. Se no, cosa lo faccio a fare? (risata).  Preparare il personaggio della signora Perella è stato comunque una palestra pazzesca e metterlo in scena ogni sera richiede applicazione continua. Mi è stato utile avere già interpretato in passato Pirandello con “Il gioco delle Parti”. Ogni sera c’è un lavoro continuo: tecnico e mentale di ricerca sul significato della parola e della frase. L’errore e la caduta sono in agguato. La virtù, come diciamo noi nel gergo teatrale, può essere una “tinca”: una parte gravosa, per il tempo e la cura che esige, ma di scarsa soddisfazione per l'attore. Mi sono trovata benissimo con Giuseppe in questo personaggio: lei ad un certo punto diventa un automa nelle mani di Paolino, nel momento in cui deve somministrare al marito il pasticcio che lei ha truccato con gli afrodiasiaci. Durante questa cena c’è il travestimento, lei si trucca in modo marcato: l’idea di Giuseppe è quella di trasformarla in una bambola. Un effetto molto bello, molto ben riuscito. Geppy fa un Paolino strepitoso: da quando sto con lui, una delle parti migliori. Pirandello ti fa marciare, anche il professor Paolino deve toccare corde drammatiche con effetti che riescono molto bene: d’altronde Geppy è sempre in scena, Paolino è il protagonista principale. In generale siamo una bella compagnia: piccola ma affiatata. Non voglio dimenticare Vincenzo Leto, il nostro attore giovane, che è con noi da sei anni; e poi Renata Zamengo e  Francesco Benedetto”. Come sta andando la tournèe? “Abbiamo debuttato l’anno scorso al Quirino. Quest’anno abbiamo fatto tre settimane allo Stabile di Catania, che ha prodotto lo spettacolo; poi Firenze, altre località in Toscana, l’Emilia. Dopo Genova andremo al Manzoni di Milano e poi al Metastasio di Prato. A quel punto torneremo in Sicilia, poi si vedrà. Il pubblico risponde sempre molto bene, ma si sa che quasi tutti amano Pirandello”.
“L’uomo, la bestia e la virtù” s’inserisce fra le riflessioni che Pirandello fece sull’umorismo, inteso come una forma di percezione della realtà: una farsa pirandelliana quanto mai attuale. Il ritratto impietoso di un’umanità che brandisce falsi valori morali.
Il successo de “L’uomo, la bestia e la virtù” sui palcoscenici di tutto il mondo fu dovuto anche all’autorevole giudizio di Silvio D’Amico che scrisse: “Tutto è trattato con spirito originale e in tutto s’avverte un sapore acre e nuovo non conosciuto nel nostro teatro prima che Pirandello vi apparisse.”

L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’ è in scena dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica alle 16. Per la recita di giovedì 31 dicembre, che eccezionalmente inizia alle ore 20.30, sarà valido il posto unico a €25.
Lo spettacolo è al Teatro della Corte fino a domenica 3 Gennaio.

Paolo Fizzarotti

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