Mastro Don Gesualdo
Debutta mercoledì 25 marzo (ore 20,30) al Teatro Duse Mastro don Gesualdo, tratto dal romanzo
di Giovanni Verga. Repliche fino a domenica 29 marzo.
Prodotto da Lunaria Teatro, Mastro don Gesualdo è interpretato da Andrea Benfante, Alberto Carpanini, Arianna Comes, Paolo Drago, Mario Marchi e Anna Nicora.
La riduzione e adattamento del testo sono di Daniela Ardini e Mario Marchi, la regia è di Daniela Ardini, le scene sono di Giorgio Panni Giacomo Rigalza, i costumi di Maria Angela Cerruti e il tecnico audio è Alessio Panni.
Dopo Retablo di Vincenzo Consolo, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia, Lunaria Teatro continua la sua ricerca intorno alla letteratura siciliana e propone l’adattamento teatrale di un classico dell’Ottocento, Mastro don Gesualdo, firmato da Giovanni Verga (1840-1922), di cui vengono conservati sulla scena i personaggi più importanti con i loro caratteri, le manie, le invidie, i rancori e soprattutto con il loro linguaggio. Quel linguaggio studiato e inventato da Verga nel rispetto della classe di appartenenza, conservandone anche la divertita e divertente ironia con la quale l’autore l’autore ne osserva conflitti e passioni.
Motore e centro della vicenda è ovviamente Mastro don Gesualdo: un gran lavoratore, intelligente, fortunato negli affari, che accumula “roba”: cioè denaro, ricchezze, terre con l’ambizione di entrare a far parte del mondo dei nobili. Travolto dal vortice della sua ossessione – “fare denaro per avere più potere e avere potere per fare più denaro” - accetta di sposare donna Bianca Trao, una nobildonna decaduta, povera e senza dote, che a sua volta è costretta a sposarlo perché compromessa dal nobile cugino. Divenuto “Don”, Mastro Gesualdo è condannato a una condizione di penosa solitudine ed esclusione: disprezzato dai nobili, che lo considerano un intruso e disprezzato anche dagli operai, suoi pari, perché lo considerano un traditore. Ma Mastro don Gesualdo suscita invidia e odio pure all’interno della sua stessa famiglia: il padre e il cognato lo detestano e gli combinano guai finanziari che lui, generosamente, appiana; la moglie non gli perdona l’origine plebea, la figlia Isabella lo odia perché costretta dal padre a sposare il nobile spiantato e spietato Duca di Leyra che ne sperpererà il patrimonio. Quella che Verga racconta è la parabola esistenziale di un’ambizione che vuole andare al di là dei propri limiti sociali.
Tutto questo sullo sfondo, analizzato sena giudizi morali e sempre attuale, di una situazione socio economica pre e post risorgimentale, che sta vivendo il difficile passaggio da una realtà prevalentemente agricola a una società di tipo industriale voluta e sorretta dalla nascente borghesia. Ma il pessimista Verga, infine, ammonisce il lettore (e ora anche lo spettatore), ricordandogli che «il risultato finale del progresso visto nell’insieme e da lontano, appare, nella sua grandiosità, in una luce gloriosa, nascondendo il rovescio negativo e tragico, il carico di sofferenza e miseria che la storia umana porta con sé». Il processo di unificazione nazionale porta, infatti, oltre agli antichi conflitti irrisolti, anche tanti altri che sono ancora oggi - dopo più di 150 anni - di grande attualità: la corruzione, il sopruso, la frode, le tangenti, gli scandali bancari, gli edonistici arricchimenti illegali.
Per Mastro don Gesualdo – in scena al Duse da mercoledì 25 a domenica 29 marzo 2015 - sono validi gli abbonamenti Libero e Giovani, oltre che le consuete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati in collaborazione con l’Ufficio Rapporti con il Pubblico.
Info: 010/5342300 www.teatrostabilegenova.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.genovateatro.it
orari: feriali ore 20,30 - domenica ore 16 – lunedì riposo
prezzi: 25,00 euro (1° settore), 17,00 euro (2° settore)
Prenotazioni a partire da martedì 17 marzo
Paolo Fizzarotti