Antonio Rezza
Antonio Rezza torna a Genova, al teatro della Tosse, con lo spettacolo “7 14 21 28”.
“Ecco la storia - racconta Rezza - In un paese allo sbando un Uomo è affascinato dallo spazio che diventa numero.La particella catastale dell’ingegno porta l’essere animato a fondersi con la civiltà numerica al declino. Una donna bianca, vestita di rete e di illusione, rimpiange il tempo degli inizi, quando l’amore è solo affanno e poco ancora. Il non senso civico sfugge a chi governa come bestie questo ammasso di carne alla malora. Si vota con la gola gonfia delle urla di chi ha votato prima, ci si lascia sovrastare dall’istituzione che detta convenzione e cancella dignità. Il sollevatore di pesi solleva se stesso e la famiglia organizzata che sputa fiato su ogni collo alla deriva. Intanto la cultura si finanzia con i soldi del padrone: il servilismo non ha dote. Seduti nell’alto dei cieli ad aspettare il Dio mozzo che ci ha fatto a pezzi. E finalmente i numeri a rendere lo spazio fallace, in balia della cifra che lo schiaccia. Costretto a ragionare non per logica ma per sottrazione, l’uomo è improvvisamente migliore: sotto di lui non c’è la terra che lo seppellirà ma la tabella di uno spazio mai così confuso. Che poi si ride è un problema legato alla mercificazione della pelle macellata. In questo gioco macabro e perverso si affaccia la fiaba allucinata: altro che felici e contenti, qui la nevrosi insegue il capriolo: uno che scappa e l’altro che corre con due gambe che non ne fanno una.
Fossimo zoppi faremmo più paura. Lo spazio è come un numero, per chi si vuole perdere, per chi rinuncia al filo del discorso che è lo stesso filo che ti impicca. Il corpo si è dato alla gola che raschia ormai nell’intimo. Il fianco duole ancora per una nuova ed eterna alleanza. Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto. Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono. Fine delle parole. Inizio della danza macabra”.
Flavia Mastrella e Antonio Rezza si occupano di comunicazione involontaria; sono uniti da più di vent’anni nella produzione di performance teatrali, film a corto e lungo respiro, trasmissioni televisive, performance e set migratori. Hanno realizzato dodici opere teatrali interpretate dallo stesso Antonio Rezza, tra le quali Pitecus presentato a Madrid e a Palencia in lingua spagnola, 7-14-21-28 rappresentato al Théâtre de la Ville di Parigi e al Theatre Center Na Strastnom di Mosca.
Nel 2007 è stato loro conferito il Premio Alinovi, a maggio 2013 Premio Hystrio e nel dicembre 2013 il Premio UBU.
Dal 29 gennaio al 31 gennaio, ore 20.30
Domenica 1 febbraio, ore 18.30
7 14 21 28
di Flavia Mastrella Antonio Rezza
con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista
(mai ) scritto da Antonio Rezza
un Habitat di Flavia Mastrella
assistente al la creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria Pastore
consulente tecnico Mattia Vigo
organizzazione Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella - Fondazione Teatro Piemonte Europa – TSI La Fabbrica
dell’Attore Teatro Vascello
Paolo Fizzarotti