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Battiston al Duse

Giuseppe Battiston

È confermato per mercoledì 5 febbraio (ore 20,30) al Teatro Duse il debutto di L’invenzione della solitudine

di Paul Auster. Repliche fino a domenica 9 febbraio.

Coprodotto dal Teatro dell’Archivolto e dal Teatro Stabile di Genova, L’invenzione della solitudine è uno spettacolo messo in scena da Giorgio Gallione e interpretato da Giuseppe Battiston, il quale ama passare senza soluzione di continuità dal cinema, che gli ha dato fama nazionale, al teatro da cui nasce la sua formazione attoriale. Le scene e i costumi sono di Guido Fiorato, le musiche di Stefano Bollani e le luci di Aldo Mantovani.

Giuseppe Battiston racconta una storia dalle forti venature autobiografiche che lo statunitense Paul Auster (1947) ha sintetizzato e reso universale nel romanzo in due parti L’invenzione della solitudine: la prima, Ritratto di un uomo invisibile, dedicata alla scoperta di un padre troppo a lungo sconosciuto, la seconda. Il libro della memoria, intesa a concentrare l’attenzione sulla sua identità di scrittore e di padre dell’amatissimo Daniel, proprio nei giorni in cui lo scrittore si stava separando dalla moglie.

Raccolto sotto l’epigrafe «Un giorno c’è la vita… poi, d’improvviso, capita la morte», questo doppio tragitto da figlio a padre e viceversa s’intreccia nello spettacolo, che Battiston e Gallione costruiscono in forma di monologo, proponendosi come una sofferta e personalissima riflessione sulla difficoltà dei legami di sangue più diretti e sfociando verso la constatazione di come sia sempre il caso a governare, impercettibilmente, le nostre esistenze. Si muore per caso, così come sovente proprio per caso le cose accadono.

Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, il protagonista si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, scoprendo un padre attraverso tracce labili, oggetti e carte, egli viene ad apprendere anche i frammenti atavici della propria origine in una Europa centrale del primo Novecento, al cui interno si celano le tracce di un antico delitto coniugale, che i parenti hanno cercato invano di occultare.

Questa ricerca del padre ignoto costringe Paul Auster a fare i conti con un’inedita sensazione di perdita esistenziale, una mancanza che diventa per lui straziante, anche perché amplificata dalla quasi contemporanea separazione dalla moglie, con tutti gli interrogativi riguardanti i forti sentimenti che lo legano al figlio, il piccolo Daniel e le ripercussioni che il divorzio avrà sul suo futuro. Nasce così, come governato sempre dalla “musica del caso”, un complesso mosaico di immagini, di riflessioni personali, di coincidenze e associazioni, che fanno di L’invenzione della solitudine – scritto nel 1979 e pubblicato nel 1982, tre anni prima del successo internazionale della Trilogia di New York – non solo un delicato ritratto di famiglia, ma anche un’articolata e complessa riflessione sulla vita e sulla morte, sul senso stesso dell’esistenza umana.

Per L’invenzione della solitudine – in scena al Duse da mercoledì 5 a domenica 9 febbraio 2014 - sono validi tutti gli abbonamenti (Fisso, Libero e Giovani), oltre che le consuete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati in collaborazione con l’Ufficio Rapporti con il Pubblico.

Info: 010/5342300 www.teatrostabilegenova.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.genovateatro.it

orari: feriali ore 20,30 - domenica ore 16

prezzi: 25,00 euro (1° settore), 17,00 euro (2° settore), 12,00 euro (abbonati Archivolto)

 

Paolo Fizzarotti

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