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Il Tartufo alla Corte

Tullio Solenghi

Va in scena in “prima nazionale” al Teatro della Corte di Genova martedì 14 gennaio

(repliche sino al 2 febbraio) Il Tartufo di Molière, nel nuovo allestimento prodotto dallo Stabile di Genova, diretto da Carlo Repetti, con Erso Pagni e Tullio Solenghi protagonisti, per la regia di Marco Sciaccaluga.

Il Tartufo dello Stabile genovese s’avvale della nuova versione italiana appositamente commissionata a Valerio Magrelli e riporterà sul palcoscenico della Corte Eros Pagni (Orgon) e Tullio Solenghi (Tartufo) assieme, attualmente impegnati nella tournèe de I ragazzi irresistibili di Neil Simon. Al fianco di Pagni e Solenghi ci sono altri attori tutti della Compagnia dello Stabile: Marco Avogadro (un ufficiale di polizia), Massimo Cagnina (Madame Pernelle, madre di Orgon), Alberto Giusta (M. Loyal), Barbara Moselli (Dorine, dama di compagnia di Mariane), Pier Luigi Pasino (Valère, innamorato di Mariane), Mariangeles Torres (Elmire, moglie di Orgon), Antonio Zavatteri (Cléante, cognato di Orgon), Gennaro Apicella (Damis, figlio di Orgon) ed Elisabetta Mazzullo (Mariane, figlia di Orgon). Le scene e i costumi sono di Catherine Rankl , musiche di Andrea Nicolini, luci di Sandro Sussi.

Storia del falso devoto raccattato sui gradini di una chiesa da un ricco borghese e da questo portato a insediarsi da padrone nella sua famiglia, Il Tartufo è una commedia dalla comicità travolgente che – come ricordava già Voltaire – fu giudicata a suo tempo opera scandalosa per essere poi ben presto interpretata come una lezione di morale.

Quando, solo nel terzo atto, Tartufo entra in scena, lo spettatore sa ormai quasi tutto di lui, avendo assistito a come la sua presenza stia dividendo la famiglia di Orgon. Da una parte, ci sono il padrone di casa e sua madre Madame Pernelle; dall’altra tutti i personaggi, e con loro anche il pubblico, che vedono con la massima chiarezza l’ipocrisia del nuovo venuto. I temi centrali diventano, pertanto, quelli riguardanti le vie attraverso le quali l’ipocrisia può essere smascherata e il crescendo delle conseguenze nefaste cui l’”innamoramento” di Orgon per Tartufo sta conducendo la famiglia. E nel divenire di scene caratterizzate dalla comicità, Molière costruisce con implacabile determinazione un “giallo” della coscienza, punteggiato da “delitti” e destinato a risolversi in un sorprendente finale.

Rappresentata per la prima volta nel 1664 con il titolo Le Tartuffe ou l’hypocrite (tre atti destinati poi a diventare cinque), la commedia di Molière fu subito oggetto di una violenta campagna censoria da parte della congregazione dei “devoti”, sostenuti dalla regina madre; tanto che lo stesso re Luigi XIV fu costretto a intervenire per proibirne la rappresentazione. Tra suppliche dell’autore indirizzate al sovrano e rinnovati attacchi da parte dei benpensanti che erano molto forti a Corte, la “querelle” si protrasse per alcuni anni, sino a che, anche perché i tempi ormai erano cambiati, nel 1669 il re concesse definitivamente l’autorizzazione a rappresentare la commedia, la quale fu pubblicata da Molière con una graffiante prefazione che difendeva Il Tartufo dall’accusa di offesa della religione e sottolineava come, mentre sino ad allora «i marchesi, le preziose, i mariti cornuti e i medici» avessero sopportato senza strepito che li si rappresentasse, «gli ipocriti non hanno proprio voluto saperne del ridicolo e se ne sono subito irritati, trovando insopportabile che io avessi avuto l’ardire di prendere in giro i loro difetti».

Per Il Tartufo – in scena alla Corte da martedì 7 gennaio a domenica 2 febbraio 2014 - sono validi tutti gli abbonamenti (Fisso, Libero e Giovani), oltre che le consuete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati in collaborazione con l’Ufficio Rapporti con il Pubblico.

Info:  010/5342300  www.teatrostabilegenova.it  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.genovateatro.it

orari: feriali ore 20,30 - domenica ore 16 – lunedì riposo

prezzi: 25,00 euro (1° settore), 17,00 euro (2° settore)

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