Amletto alla Tosse
Debutta in prima nazionale il 14 novembre, Amletto il nuovo spettacolo scritto e diretto da Emanuele Conte
e interpretato da Enrico Campanati. Lo spettacolo prodotto dal Teatro della Tosse resterà in scena fino al 19 novembre. Spettacoli tutti i giorni alle ore 20.30 – domenica 19 novembre, ore 18.30.
Amletto è uno spettacolo che parla di memoria, vita, amore, morte e molto di teatro. Emanuele Conte in questi anni per i suoi spettacoli ha quasi sempre affidato un ruolo di rilievo a Enrico Campanati, volto storico del Teatro della Tosse ma è la prima volta che i due si trovano completamente soli, uno di fronte all’altro protagonisti assoluti di uno spettacolo che nasce da episodi intimi e personali.
Era quindi inevitabile che un attore e un regista, che hanno lavorato spesso a stretto contatto condividendo le difficoltà e le soddisfazioni del teatro, si incontrassero per mettere in scena un lavoro che scava nel profondo dei ricordi legati al palcoscenico e alla vite di chi quel palco lo calca tutte le sere.
Amletto come tutto il teatro, parla della vita e nasce da una riflessione su di essa.
Il testo nasce anche da vicende realmente vissute dal suo protagonista Enrico Campanati, che sono state riprese e drammatizzate da Emanuele Conte. Il regista ha scritto uno spettacolo che mischia molti registri, senza trascurare la leggerezza e il divertimento di alcuni episodi.
Lo spettacolo si apre con Amleto sul letto di morte. Ma è veramente il principe di Danimarca? Oppure si tratta di un vecchio attore, che nella sua lunga carriera ha interpretato tutti i ruoli della famosa tragedia shakespeariana?
Un uomo che nella sua vita è stato Orazio, è stato il re Claudio, è stato lo stesso Amleto, è stato Polonio e che adesso si ritrova con la mente affollata da tutte le voci di questi personaggi.
Voci che si mescolano nella sua testa e lo confondono rendendolo triste, nervoso, esaltato e spesso felice, proprio come accade nella vita di tutti i giorni, quando anche dinnanzi a difficoltà o nonostante le tragedie spesso veniamo attraversati da sentimenti di ilarità e divertimento.
Brandelli di dialogo dell’Amleto vengono a galla senza un vero ordine cronologico, rendendo tutto simile a un sogno o forse a un incubo. L'incubo peggiore di ogni attore: quello di dimenticare. E proprio per non dimenticare che il protagonista si attacca disperatamente ai versi di Shakespeare.