Il timore di Regazzoni
Si avvicina il congresso provinciale del Pd, quello del post Alessandro Terrile
, l’ex bersaniano che si è dimesso all’indomani della batosta dello scorso 25 giugno (ballottaggio vinto dal centrodestra di Marco Bucci). Il filosofo ribelle del Pd, Simone Regazzoni, in rampa di lancia tra i renziani genovesi al pari di Victor Rasetto e Claudio Pontiggia, teme accordi sottobanco tra le varie anime del partito e scrive: “A Genova, nel Pd, tira aria di grande inciucio unitario, che produrrà nuove sconfitte.
A Genova in vista del congresso nel PD tira aria di grande inciucio unitario: un sola candidatura su cui convergere tutti per poi spartirsi quote e poltrone in Parlamento. Ovvero come suicidarsi ancora una volta davanti alla città.
Auspico che Alberto Pandolfo che si candida per l'area renziana non accetti di mettere la faccia su questo inciucio e chieda un congresso vero, democratico, in cui si presentano, come normale, almeno due liste con due candidati.
La disfatta del PD genovese è legata a anni di gestione unitaria in cui il PD ha smesso di fare politica e parlare alla città. Ora serve una svolta. Un congresso vero. Due linee politiche, due candidati, due visioni di città.
Se ci sarà l'inciucio del Congresso con un solo candidato una parte dell'area renziana non parteciperà al Congresso.
”.