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Regazzoni con la repubblichina Ghersi

Anche Simone Regazzoni, il filosofo ribelle, è rimasto colpito dall’atroce morte della ragazzina

di soli 13 anni, Giuseppina Ghersi, fascista dichiarata delle Brigate Nere, la savonese massacrata dai partigiani comunisti a guerra finita, da coloro che si sono proclamati liberatori ed invece hanno seminato morte, panico e distruzione fino ai primi mesi del 1946 in alcune enclave rosse del Nord Italia, come in alcune sacche in Liguria, tra Genova e Savona. Regazzoni osserva rammaricato, con chiaro riferimento ai fatti accaduti a Savona nel lontano 1945 “Mostrare pietà per i morti, tutti i morti, non rende nessuno più debole e nessuno più forte: rende un'intera comunità, che si riconosce nei valori della democrazia e della libertà, più degna di questi valori”.
Persino l’Anpi nazionale ha chiesto scusa, ma non i partigiani di Savona accecati ancora dall’odio ideologico.

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