Lauro ancora capogruppo?
Una volta messe apposto le caselle degli assessori e dei consiglieri delegati, i gruppi della maggioranza
in Consiglio Comunale si trovano ad affrontare questioni altrettanto spinose e cruciali, quali ad esempio le designazioni dei capigruppo e dei presidenti di commissione.
Se per Lega e Fratelli d'Italia le nomine del capogruppo non hanno creato maldipalcia (almeno apparenti), altrettanto non può dirsi per i gruppi di Vince Genova e Forza Italia, dove gli eletti più quotati sono già stati cooptati dal sindaco nella veste di assessori o di consiglieri delegati.
Singolare il caso di Forza Italia, dove tre consiglieri su cinque hanno già ottenuto un incarico di prestigio: Stefano Anzalone (delega allo Sport), Mario Baroni (delega alla valorizzazione del patrimonio comunale) e Lilli Lauro (maxi delega ai rapporti istituzionali del Comune di Genova con Consiglio comunale, Città metropolitana e Municipi), nessun mandato, invece, per il decano dei consiglieri Guido Grillo (che avrebbe titolo per ricoprire la vicepresidenza del Consiglio) e per la novità Mario Mascia.
Oltre ad aver indicato la neo assessora ai Servizi sociali Francesca Fassio e aver visto premiati con la delega due forzisti che in campagna elettorale hanno corso in tandem con lei, la Lauro giocherà ancora un ruolo cruciale nella nomina del capogruppo comunale. Secondo alcuni la potentissima azzurra non sarebbe disposta a rinunciare alla nuova carica, anche se ne ha già parecchie: consigliera regionale, capogruppo della lista Toti in Regione, coordinatrice di Forza Italia a Genova e consigliera comunale delegata.
Se però i forzisti non fossero d'accordo e si dovesse andare a votazione per scegliere il leader in Comune, chi voterebbe chi? Il rischio in questo caso sarebbe quello di una battaglia fratricida, in grado di condizionare il sereno lavoro del gruppo per tutto il quinquennio.
A risolvere la diatriba potrebbe intervenire Giovanni Toti, che in passato ha dimostrato più volte la grande dote di saper mettere tutti d’accordo, anche con una semplice telefonata. Oppure potrebbe essere la volta di Sandro Biasotti, che in questa mischia rimarrebbe comunque indirettamente coinvolto, rischiando di trovarsi senza crediti per il futuro proprio a causa del monopolio della sua pupilla. Insomma, quello del capogruppo è un problema da risolvere, con le buone o con le cattive. Anche se alla Lilli certo non piace farsi dire di no.