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C'era un tempo La Spezia la rossa

Pierluigi Peracchini

Pierluigi Peracchini

C'era un tempo La Spezia "la rossa", invalicabile muro della sinistra sinistra, quella dura

e pura, che partiva da Livorno, saliva a Pisa e sfociava nello spezzino, prima di incontrare il muro "bianco", dell'allora Democrazia Cristiana, in val di Vara, ancora oggi in mano al centrodestra e che da sempre guarda ed è influenzata dal Tigullio (vedi Varese Ligure e il suo Borgo Rotondo), Brugnato e la sua piccola frazione di Mangia, Sesta Godano. Ma quel muro rosso, come a Genova, è stato sbriciolato da una coalizione di centrodestra che ha fatto perno sul moderato, uomo onesto e capace, sindacalista della Cisl, Pierluigi Peracchini, che era in lacrime la notte del 25 giugno, una notte che il popolo di centrodestra spezzino non lo dimenticherà più e forse mai più arriverà.
L'impresa spezzina vale doppio, ancora di più che a Genova, in quanto il vantaggio del centrodestra è stato di venti punti percentuali (a Genova meno di 11). E poi a La Spezia c'erano delle vere e proprie roccaforti rossissime, ancora più che nel capoluogo ligure, tutte espugnate: è caduta Pitelli, dove il Pci fino alla fine degli anni Ottanta prendeva il 70%, alle Pianazze viaggiava tra il 70 e l'80%, e anche all'Enel volava tra il 60 e il 70%.

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