Il progetto famiglia Marando-Balleari
Oggi la questione della natalità è “il problema” dell’occidente e ancora di più dell’Italia. In questo contesto Genova
non solo non fa eccezione, ma è la capolista delle città con il tasso di natalità più basso in Italia. Questa situazione si ripercuote sulla possibilità delle donne di accedere al mercato del lavoro, sulla produttività e sul benessere dei genovesi. Le soluzioni praticate al momento vedono un welfare cittadino e nazionale più improntato su una soluzione immediata come bonus e sgravi fiscali che sono palliativi invece di costruire il contesto giusto che consenta di invertire questa tendenza. Inoltre la necessità di sopperire alle mancanze strutturali costringono i genitori a soluzioni private e non regolate oppure a lasciare il lavoro o peggio ancora affidare i propri figli a minorenni che essi siano familiari o amici. Questo è lo stato dell’arte che vogliamo, però, cambiare e per farlo abbiamo pensato a 5 semplici punti che vadano incontro e risolvano i veri problemi della famiglia: La ‘tata di famiglia’ che consente ai genitori l’indipendenza e la sicurezza necessaria per avere una vita lavorativa e sociale piena e soddisfacente. Il ‘nido di famiglia’ e ‘nidi aziendali’ che sono la soluzione al problema n° 1 del genitore: “dove metto il pargolo quando vado al lavoro?” e che, come ampiamente dimostrato, possono essere la soluzione ideale tanto per il genitore quanto per il datore di lavoro. L’istituzionalizzazione de “l’ostetrica di famiglia” che può essere l’aiuto pratico e psicologico per i futuri genitori. Rendere Genova una città a misura di genitore che abbatta tutte la barriere fisiche e psicologiche per accogliere i nuovi Genovesi. Un accordo con l’Università di Genova per la formazione di questa nuova figura professionale e la contemporanea apertura ai crediti formativi ADE. Sono questi i cinque punti del progetto ‘Facciamo nascere genovesi, per far rinascere Genova’ presentato questa mattina da Fratelli d’Italia in vista delle prossime amministrative di Genova. «Un programma semplice – ha spiegato Stefano Balleari, capolista in Comune di FdI – che pensiamo però possa rappresentare un supporto concreto alle famiglie, alla conciliazione dei tempi casa-lavoro per le neomamme che sempre di più, vista la crisi economica, non possono permettersi di rinunciare a un’occupazione. Purtroppo Genova si conferma la città più anziana d’Italia e le proiezioni dei prossimi anni, se non verrà invertito il trend attuale, sono di una società con sempre minor numero di abitanti e sempre più anziani con tutto quello che conseguirebbe anche a livello economico. Per sostenere le donne ad avere dei bambini è necessario che un’amministrazione comunale accorta dia loro dei supporti a costi contenuti e con modalità elastiche. Per esempio, il Comune potrebbe dotarsi di un asilo aziendale per i propri dipendenti. Il nostro progetto, che è stato già accolto positivamente dal candidato sindaco Bucci, serve proprio a dare una risposta efficace ai bisogni delle famiglie Genovesi». «Il 32% dei bambini italiani tra 0 e 3 anni non può contare su un supporto extra familiare – spiega Graziella Marando, candidata di FdI in Comune - solo il 4% è seguito da una baby sitter, il 5% va all'asilo prima di avere l'età. Numeri che spiegano perché le donne esitano ad avere figli. Genova è la città più vecchia d'Italia, con tassi di natalità bassissimi. Le neomamme rischiano di lasciare il lavoro, o di non avere i permessi, di essere discriminate. La maternità non può essere un rischio». Ma cosa può fare il Comune? Fratelli d’Italia propone: l’istituzione della ‘tata di famiglia”, una figura professionale riconosciuta a cui i cittadini possono rivolgersi a costi ridotti e con offerta flessibile; il “nido di famiglia” quando non sono le tate ad andare in casa della famiglia ma accolgono i bambini nella propria, in un numero tra i 5 e 6; il ‘nido aziendale” con agevolazioni fiscali con sgravi delle addizionali comunali alle aziende che realizzano un nido nei propri locali con orari flessibili; collaborazione con Università e Regione per formare studentesse e studenti alla professione da svolgere in modo flessibile e contemporaneamente allo studio, con possibilità di accumulare anche crediti formativi.
Graziella Marando con la leader Giorgia Meloni.