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Le priorita’ di Giuseppe Viscardi

Giuseppe Viscardi

Abbiamo incontrato Giuseppe Viscardi, bancario, cinque anni fa candidato sindaco per la lista “Gente Comune”,

oggi corre per il Consiglio Comunale con la lista Enrico Musso - Direzione Italia a sostegno della candidatura a sindaco di Marco Bucci.

Cosa è cambiato rispetto a cinque anni fa?
Cinque anni fa il quadro era completamente diverso. Soprattutto nell’area dell’elettorato moderato c’erano divisioni e frammentazioni, e si era dimostrato necessario il contributo attivo di molte piccole liste civiche, per un ricambio di idee e di facce. Quest’anno l’area che non si riconosce in chi ha gestito la città negli ultimi ventisette anni, ininterrottamente, si presenta compatta a sostegno di Marco Bucci. L’invito che ho ricevuto dalla lista Enrico Musso - Direzione Italia, con la quale esistevano notevoli convergenze già negli anni passati, è figlio delle scelte, mie e dei miei compagni di strada di “Gente Comune”, di cinque anni fa.

Cosa resta di quell’esperienza nella tua partecipazione a questa tornata elettorale?
Praticamente tutto. Dallo spirito di servizio a favore della nostra comunità al programma, che mi porto integralmente dietro e che, soprattutto in alcuni campi, ad esempio la mobilità urbana, che credo sia a tutt’oggi il più completo e competente che si sia mai visto a Genova, anche grazie alle “grandi firme” che lo hanno pensato, è ancora del tutto attuale.

Secondo lei Genova è bloccata politicamente?
Sostanzialmente perché chi vota continua a percepire ogni appuntamento elettorale come una sfida tra due (o più) concezioni dell’universo, utilizzando categorie ideologiche che oggi hanno poco significato in generale, ma ancor meno a livello locale, dove invece è necessario saper leggere le esigenze quotidiane dei propri concittadini senza condizionamenti che sanno solo di faziosità. L’impressione, invece, è che tanti continuino a pensare alla “parte giusta” contrapposta a quella “sbagliata”, senza esprimersi in merito all’operato di chi governa la città. Un atteggiamento da tifosi più che da elettori.

Quali sono i punti principali su cui dovrebbe muoversi la prossima amministrazione comunale?
Le sfide sono tante, perché troppi aspetti sono stati trascurati e hanno bisogno di cure immediate e prolungate. Personalmente credo che la prima cosa che una nuova amministrazione dovrebbe fare sia quella di farsi carico di tutto ciò che non sta funzionando da mesi o da anni. Buche, crepe, discariche abusive, cantieri sospesi, zone degradate: sarebbe necessario un elenco, in collaborazione con la cittadinanza, e tanti piccoli interventi rapidi e risolutivi, senza transenne che magari restano lì per mesi. E’ un servizio di basso profilo, ma a che serve discutere sui massimi sistemi se poi la tua casa cade a pezzi? In fondo, ed è su questo punto che la gente dovrebbe riflettere, qui non si tratta di essere legati o meno ad una ideologia e votare di conseguenza. Qui si tratta anzitutto di amministrare al meglio un “condominio” di 600.000 persone. Serve il buon senso e a volte il buon gusto, non richiamarsi alle dottrine politiche dei secoli scorsi.

Allargando gli orizzonti, quali sono le priorità?
Sui punti principali del programma credo che il nostro candidato sindaco si sia espresso in modo molto chiaro. Per quanto mi riguarda, sarà perché è la mia materia di studio, credo che la mobilità urbana sia diventata un’autentica emergenza. Progettualità e competenza sono mancate per tanti, troppi anni: basti pensare alla mancanza cronica e assurda di una regia unica. L’ultimo ventennio, in particolare, è da bocciare senza appello. Adesso è l’ora che tocchi a chi ne capisce davvero. Mi piace ricordare che muoversi in città è la prima attività “pubblica” che ogni persona fa nella sua giornata, appena uscita di casa. Farlo in condizioni disagevoli rende tutto il resto più difficile fin dall’inizio.

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