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Marco Bucci dovra' farsi conoscere

Marco Bucci

Chi aveva già fatto il callo ai perfetti sconosciuti catapultati in Liguria dai partiti alle elezioni politiche

certo non avrebbe mai potuto immaginare che lo stesso potesse capitare pure alle elezioni comunali, dove, si sa, la quotidiana conoscenza e frequentazione della comunità territoriale di riferimento è un prerequisito indispensabile per ogni candidato che si rispetti, soprattutto se si tratta del sindaco in pectore. In questo tipo di competizioni locali, in effetti, è noto che il 'porta a porta' vale più di ogni altra forma di pubblicità e funge da moltiplicatore dei consensi al di là e al di sopra di ogni altro fattore, foss’anche la straordinaria professionalità e competenza del personaggio. In altre parole: se il candidato è il più bravo del mondo ma nessuno lo conosce sul territorio difficilmente si riuscirà in poco tempo a colmare il gap della sua assoluta mancanza di confidenzialità con l'elettorato. La domanda più ricorrente è "Chi è?", "Chi l'ha (mai)visto?". A questo punto ci si chiede se si tratti di una scelta fatta a tavolino da esperti della comunicazione, che magari contano sull'effetto sorpresa e sul fascino del 'foresto' già risultati determinanti per l'elezione del (peraltro conosciutissimo) Toti, o se piuttosto si abbia a che fare col frutto amaro di un capriccio di partito, la Lega, che cosi proprio a Genova avrebbe pestato i piedi non solo a Forza Italia, con buona pace di Berlusconi e Vinacci, ma anche alle stesse potenzialità di successo della coalizione di centro destra a Genova, come prontamente denunciato da molti (troppi?) elettori di area in questi giorni.

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