Elisa Serafini: a Genova un sindaco imprenditore
Dopo essersi a lungo impegnata nella stressante (iniziata a febbraio) campagna elettorale per le comunali milanesi
e nella convention di Stefano Parisi, presentata in pompa magna e poi rivelatasi un flop, la giornalista Elisa Serafini rischia di buttare al vento tutto il lavoro fatto quest’anno. Oggi ha infatti comunicato la sua decisione di lasciare la comunicazione dell’uomo che era stato chiamato da Silvio Berlusconi con lo scopo di compattare il centrodestra. Operazione poi abbandonata dallo stesso ex Cavaliere.
L’opinionista de La7, oggi consulente aziendale e socia d'impresa, ex marketing manager di Uber, non merita però di essere dimenticata. Da quasi 15 anni è in Forza Italia (prima nella Giovane Italia PDL Liguria), avrebbe potuto anche candidarsi in passato nella lista Biasotti, ma non ha potuto farlo a causa dei suoi impegni professionali con la Rai, che rendevano le due cose incompatibili. Oggi può essere un’importante risorsa per il centrodestra. Anche per la lista Toti.
Dott.sa Serafini è rimasta delusa da Stefano Parisi?
Parisi è competente, capace, ed autenticamente liberale. Purtroppo la democrazia non premia solo la competenza e la buona fede, ma anche la capacità di federare e aggregare forze diverse ma affini, e rigenerare ciò che è già esistente.
Lei ha seguito Parisi perché era l’uomo incaricato da Berlusconi, quindi in linea con Forza Italia…
Chiaramente si trattava del candidato di un'intera coalizione. E ha fatto un lavoro enorme. Oggi penso che la "mission" di Parisi sia diversa.
Certo è che Forza Italia può e deve essere riformata per dare spazio ai giovani amministratori e attivisti che da anni militano sui territori. L'idea di un partito nuovo che invece possa avere alleanze nuove e non coerenti con la storia del centrodestra non mi convince. Abbiamo tutti visto nascere crescere e morire soggetti come Italia Futura, Futuro e Libertà, Fermare il Declino, Scelta Civica ecc.. Questa strategia in Italia non sembra funzionare molto.
Entrerebbe nella lista di Giovanni Toti per le comunali di Genova?
Toti è rientrato in Liguria quando ero legata ad un contratto Rai per il programma Virus di Nicola Porro e non potevo candidarmi o espormi politicamente. Non posso quindi dire di conoscerlo. Sono in ottimi rapporti con Rixi e con Sandro Biasotti. Lo ricordo ancora volantinare con noi giovani in Via XX Settembre. Pochi oggi lo farebbero.
Un pronostico sul futuro sindaco di Genova…
Speriamo di rompere 60 anni di egemonia culturale e purtroppo anche clientelare della sinistra genovese. Serve un sindaco che conosca l'economia, le aziende, ecco, un Sandro Biasotti. Per poter vincere a Genova però bisogna andare insieme alla Lega. Condizione imprescindibile.
Preferisce il giornalismo o la politica?
Il giornalismo comunica e fa conoscere l'indignazione e i problemi delle persone. La politica invece si occupa di risolverli. Lo spirito di servizio che muove chi fa politica e chi fa giornalismo è molto simile, e ugualmente nobile.