Guerini a Genova tende la mano a Doria?
E chi l’avrebbe mai detto. Nelle ultime ore, complice il dietro front di Pippo Rossetti e Luca Borzani, sembra
che il Pd abbia un attimo riflettuto e, prima di appoggiare Simone Regazzoni, un autentico boomerang, ecco che alla fine potrebbe trovare un patto di desistenza sulla figura di Marco Doria, tanto criticato da cinque anni a questa parte dagli stessi Democratici.
Il vice segretario nazionale del Pd, Guerini, sarà a Genova domani in vista del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, nella difficile impresa di togliere voti a una sinistra radicale che si arrocca sul “no”. Assieme a David Ermini, commissario regionale del partito, e al professore universitario Lorenzo Cuocolo, Guerini difenderà le volontà del premier Matteo Renzi: <Con la riforma costituzionale si completa un lungo percorso, durato gli ultimi vent'anni di politica italiana. Basti guardare i programmi politici di tutte le forze e i tavoli bicamerali aperti in questi anni. Oggi la riforma è all'ultimo miglio. Sinceramente è complicato per me, veder condividere lo stesso giudizio sulla riforma da Zagrebelski, Brunetta e Salvini, ovvero da chi contesta una riforma a rischio autoritario e va a braccetto con chi, nel 2006, voleva fare una riforma presidenzialista in Italia. Va sgomberato il campo da altri significati impropri utilizzati dal variegato fronte del No: una riforma contro il governo, contro Renzi, o immaginando prospettive politiche alternative improbabili. Ora abbiamo l'occasione: troppe riforme costituzionali annunciate, in parte elaborate si sono fermate per i veti incrociati: adesso basta un Sì>.