La guerra della Pinotti
La Ministra della Difesa, la sampierdarenese Roberta Pinotti, annuncia attraverso i canali nazionali che l’Italia
è pronta alla “mini guerra” in Libia con mezzi d’assalto e trasporto di truppe, il tutto per evitare che l’Isis possa far sventolare la propria bandiera nera su Tripoli, la capitale di uno stato allo sbando un tempo in mano al socialista Gheddafi. Ecco le dichiarazioni che arrivano da Roma. “La Libia è un paese in guerra, ma anche un Paese in cui i fronti cambiano repentinamente, le minacce possono essere molto pesanti: dovevamo proteggere al meglio i nostri medici", dice una fonte del Ministero della Difesa. A Palazzo Baracchini ricordano quando tre anni fa a Tripoli una missione di addestramento della polizia libica di Esercito e Carabinieri italiani venne stata costretta a riparare alla meglio dopo un assalto alla base in cui avvenivano gli addestramenti, con il rischio di vedere saccheggiate anche le armi utilizzate. E c'è poi il tragico esempio della folla di jihadisti e militanti che quattro anni fa assaltò il consolato Usa di Bengasi uccidendo l'ambasciatore e altri 3 americani, un esempio di come "in Libia la minaccia non possa essere fronteggiata semplicemente come in un ospedale italiano, con dei metronotte alla sbarra”.