Prove di guerra nel PD
La storia a volte si ripete. La politica pure. Non è bastata al PD la batosta alle Regionali dello scorso anno
per capire che è meglio non litigare all'interno del partito e presentarsi uniti alle elezioni. Mancano ancora parecchi mesi alle prossime Comunali, ma, a quanto pare, la guerra fraticida tra i candidati alle primarie è già scoppiata. La prima cannonata l’aveva data il filosofo Simone Regazzoni: “Il Pd va rifondato o perde voti e credibilità. Marco Doria, per quello che ha combinato, non dovrebbe nemmeno ricandidarsi”.
Subito la replica sulle pagine del Secolo XIX del segretario del Pd, Alessandro Terrile: “L’idea di Regazzoni è quella di partire molto presto con una sua autocandidatura per ripercorrere gli errori già fatti nel passato. Non mi stupisce perché era il portavoce della campagna elettorale di Raffaella Paita”.
A questo punto al PD occorre una figura forte e saggia, capace di far scoppiare la pace all'interno del partito. Qualcuno pensa che l’uomo giusto potrebbe essere Luca Parodi, attuale dirigente dell'assessorato regionale alla Cultura.
Se non troverà un accordo, dopo la Regione, il centrosinistra perderà anche il Comune.