La commedia di Primocanale
Chi ha seguito la vicenda di Primocanale (cioè la cacciata del sindaco Marco Doria dal teleschermo)
e poi ha letto le dichiarazioni ufficiali dei vari Maurizio Rossi, Mario Paternostro e Giuseppe Sciortino, si chiede sgomento: ma ci sono o lo fanno?
Me lo sono chiesto anch'io e ho concluso che lo fanno. E con questo credo di rendere omaggio alla loro intelligenza, o quanto meno alla loro astuzia. Chi conosce Maurizio Rossi sa che per lui si possono unire le parole intelligenza e astuzia. Se uno non è intelligente, non riesce a formare una televisione ed arricchirsi con quella. A Genova era riuscito solo al compianto Salvatore Cingari. Ma lui era un antennista e aveva saputo prendersi le bande, che poi aveva rivenduto alle varie emittenti. Cingari aveva rilevato Telegenova dal fallimento del gruppo creato da Cesare Lanza, al 50% con Rossi, ma poi Rossi si era ritirando spiegando che due galli non potevano stare nello stesso pollaio.
Poi, con le rispettive forze, avevano successo entrambi. Con la tv Rossi è diventato addirittura senatore della Repubblica. Cingari avrebbe potuto diventarlo, gli aveva offerto un seggio sicuro di Silvio Berlusconi, perché cacciasse da Tele Elefante (che con Raimondo Lagostena aveva rilevato dal fallimento di Giorgio Mendella) quel rompiscatole di Gigi Moncalvo, che tutte le sere lo attaccava per delle vicende personali legate a Canale 5.
Maurizio Rossi, che conosco da sempre, è diventato potente perché ha saputo "conquistare" le persone giuste al momento giusto, anche questo è segno di astuzia. Prima era contro Burlando, ora è a favore di Giovanni Toti. Non c'è niente di male, gli imprenditori, come dice il mio amico Aldo Spinelli, devono andare dove tira il vento. A Primocanale è arrivato un finanziamento-prestito di 450 mila euro (e se ne sono aggiunti altrettanti dai privati). Toti ha conquistato (a sorpresa, diciamolo pure) la Regione e ora vorrebbe che il centrodestra conquistasse il Comune. Siccome Marco Doria è il sindaco del centrosinistra, chi l'ha mandato via da Primocanale, negandogli altra visibilità, ha fatto sicuramente un piacere a Toti.
Una mano lava l'altra, dice un detto popolare. E io non mi scandalizzo. Mi metto a ridere quando Rossi viene a raccontarci che tutto è avvenuto a sua insaputa, che sono stati Mario Paternostro (presidente) e Giuseppe Sciortino (direttore responsabile) a decidere di mandar via Doria, che lui non si occupa della televisione non se ne occupa sino alla fine del suo mandato parlamentare. E chi conosce i suoi (legittimi) atteggiamenti da padre-padrone, si è messo a ridere.
Maurizio Rossi avrebbe potuto dire: la televisione è mia, devo fare i miei interessi, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Ma venirci a raccontare che hanno fatto tutto Mario Paternostro e Giuseppe Sciortino, ha fatto pensare alla commedia dell'arte. Non ci ha creduto nessuno. Nemmeno Marco Doria.
Elio Domeniconi