Perche' Toti chiede soldi?
In Forza Italia in tanti non hanno condiviso le dichiarazioni che Giovanni Toti ha rilasciato a Primocanale
e che la televisione, che si vanta di fare servizio pubblico, ha mandato in onda a ripetizione. Forse perché quelle parole rimangano bene impresse nella mente dei genovesi.
Il Governatore ha confessato che la sua Fondazione chiede contributi perché la politica ha un costo e non ci sono più i finanziamenti pubblici. E perché in fondo è giusto che le spese vengano sostenute dai cittadini che credono in quel particolare progetto e non dallo Stato e quindi da tutti indistintamente.
E ha aggiunto che negli Stati Uniti si fa così da tempo. Toti ha promesso la massima trasparenza e questo potrebbe essere una garanzia. Ma le perplessità restano. Perché in tanti pensano che accettare finanziamenti significa anche accettare compromessi.
Si fa notare che gli imprenditori che finanziano la politica sono sempre gli stessi, vanno dove li porta il vento. E il vento va dietro ai vincitori di turno. Si ricorda cosa era successo con il "Maestrale" di Claudio Burlando. E cosa era successo dopo la "fuga" di George Poulides , che si era avvicinato a Burlando tramite l'avvocato Marina Acconci (che poi si è dedicata all'outlet di famiglia).
Molti sostengono che tanti che all'epoca avevano sostenuto il "Maestrale" adesso sono pronti a sostenere la Fondazione Toti. Toti sostiene che a finanziarli sono quelli che credono nel suo progetto. Ma i puristi della politica sostengono che con quello che guadagnano potrebbero benissimo pagarsi le spese per fare politica (Toti ha indicato: manifesti, "santini", affitti sale per l'attività). Ma forse è un'utopia. Basti pensare che Forza Italia non ha più nemmeno una sede. E in passato le sedi del partito di Berlusconi erano state chiuse perché gli eletti nelle istituzioni non pagavano la quota che si erano impegnati a versare prima di essere eletti.
Quindi, meglio chiedere soldi agli imprenditori. Ma in cambio di cosa? Questa è la domanda che si pongono in Forza Italia quelli che non hanno condiviso il pistolotto di Toti. E avrebbero evitato di farlo.
Elio Domeniconi