Marco Doria come Paternostro
Su una cosa tutti i consiglieri comunali, anche quelli che sono all'opposizione, concordano: Marco Doria
è una persona onesta. Per un sindaco dovrebbe essere una cosa normale, direi scontata. Ma dopo quello che si è verificato in varie città, a cominciare da Roma "caput mundi", potrebbe essere davvero una dote rara.
A Roma Ignazio Marino è stato scaricato dal PD per via degli scontrini. E' stato appurato che qualche volta ha pagato con la carta di credito del Comune, cene che con il ruolo istituzionale, non avevano proprio nulla a che fare. Doria, a quanto si racconta, si distingue per la sua parsimonia. Non ordina caviale e champagne, tante volte rimane in ufficio, salta il pasto, si nutre con i salatini.
Si sa che Marco Doria è ricco di suo, discende dai marchesi Doria, signori (e latifondisti) di Montaldeo. Possiede non so quanti appartamenti. E' docente universitario (stessa cattedra di suo padre, che era stato vicesindaco). Se vuole andare con la moglie a cena in un ristorante di lusso, può permettersi di pagare il conto di tasca propria, senza portare lo scontrino in Comune per farselo rimborsare.
Era entrato in politica giovanissimo, ed era arrivato subito in consiglio comunale, naturalmente in rappresentanza del Partito Comunista Italiano. Poi però si era dedicato esclusivamente all'insegnamento. Il Pci gli sembrava troppo imborghesito, per un marxista come lui.
E' stato un vecchio amico e collega, il professor Silvio Ferrari, anche lui deluso dall'ex Pci, a stuzzicarlo, a ridargli la vecchia passione per la cosa pubblica. Sembrava una candidatura di bandiera, perché si presentava sotto l'egida Sel, un piccolo partito. Ma le due prime donne del Pd , Marta Vincenzi e Roberta Pinotti, si erano scannate tra di loro, così come spesso accade era stato il terzo incomodo a spuntarla.
In tanti erano convinti che, esaurito il mandato, il professor Marco Doria sarebbe tornato alla cattedra universitaria. Invece ha già annunciato che vorrebbe un secondo mandato. E sta cercando di ricucire i rapporti con il Pd verso il quale aveva mostrato troppa indipendenza. Sa che ha bisogno di quei voti per poter continuare a fare il sindaco, ad essere il primo cittadino, a indossare la fascia tricolore.
Perché lo fa? Credo che per lui valga il discorso di Mario Paternostro, che aveva avuto l'idea di intervistarlo tutte le settimane per Primocanale, per farlo rispondere alle domande del pubblico. Paternostro ha confessato: "Quando ero vicedirettore del "Secolo XIX" nessun mi conosceva, ora quando passo per la strada vengo riconosciuto da tutti".
Idem per il sindaco. Quando era il chiarissimo professor Marco Doria, lo conoscevano solo all'Università, da quando appare in tivu è diventato una star.
Aveva ragione l'indimenticabile Giulio Andreotti: il potere logora chi non ce l'ha.
Elio Domeniconi