Cassinelli entra in Senato
Siamo sempre più sconcertati da questo modo di fare giornalismo, ma devono essere sconcertati anche i lettori,
visto che i giornali vendono sempre meno e chiudono anche le edicole, che un tempo erano considerate un tesoretto.
Prendiamo il "Secolo XIX" che un tempo era il giornale dei genovesi e che il coraggioso editore Carlo Perrone ha ceduto per più dei due terzi ai torinesi de "La Stampa". Ora è diretto da Alessandro Cassinis che aveva cominciato come cronista e alla fine è arrivato al vertice. Ha fatto una sua squadra e va avanti (non so sino a quando).
Oggi dà una notizia importante. La scrive in neretto, e la correda con la foto. La notizia dice: "Rai, condanna confermata per Minzolini". C'è anche il commento dell'ex direttore del TG1: "Sono allibito, qualcuno mi vuole vedere fuori dal Parlamento".
Ma a farlo uscire da Palazzo Madama non è "qualcuno", è la legge Severino, che a suo tempo fece uscire dal Senato lo stesso Silvio Berlusconi.
Un lettore normale si chiede: esce Minzolini e chi entra? Risposta semplice: entra il primo dei non eletti. Siccome Minzolini venne eletto a Genova, lo sostituirà Roberto Cassinelli. Quindi per un giornale di Genova la notizia è: entra al Senato un genovese. Ma "Il Secolo XIX" non dice nulla.
Eppure questa storia dovrebbe essere conosciuta, almeno da chi esercita la professione del giornalista ad alti livelli. La riepiloghiamo per sommi capi. Berlusconi ha un debito di riconoscenza nei confronti di Minzolini che quando era direttore del massimo telegiornale l'aveva sempre trattato da amico. Minzolini è in rotta con la Rai per la storia di una carta di credito, che era aziendale ma veniva usata anche per cene personali. La Rai l'aveva sostituito con Mario Orfei, Minzolini però si era rifiutato di trasferirsi a New York, con un incarico di prestigio. Voleva restare a Roma. E Berlusconi lo fece nominare senatore. Capolista in Liguria.
Il giornalista, per ingraziarsi gli elettori, annunciò che avrebbe preso casa in riviera, ma in Liguria non si è più visto. Ma subito dopo le elezioni aveva detto a Cassinelli di stare tranquillo, entro sei mesi gli avrebbe lasciato il posto. Poi non se ne sa più nulla e Cassinelli torna a fare l'avvocato a tempo pieno. In appello viene condannato a due anni e mezzo di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. In un'intervista a "Il Fatto Quotidiano" annuncia che si sarebbe dimesso dal senato per tornare in Rai. Non voleva aspettare l'espulsione per la legge Severino. Invece continua a restare a Palazzo Madama e spera di essere assolto perché ha risarcito il danno. Sceglie come avvocato difensore il numero uno, il professor Fausto Coppi. Il quale davanti alla Suprema Corte sostiene che il suo cliente deve essere assolto perché "manca l'elemento soggettivo del reato". E aggiunge che la Rai avrebbe potuto obiettare prima, "visto che Minzolini mandava gli scontrini mensilmente".
Nulla da fare. La condanna viene confermata e, visto che nel frattempo la legge Severino non è stata abolita (secondo Berlusconi questo impegno era compreso nel "patto del Nazareno" stabilito con il premier Matteo Renzi) Augusto Minzolini dovrà andarsene dal Senato. Lo sostituirà il genovese Roberto Cassinelli. Ma il "Secolo XIX" ha ignorato questo particolare. E per un giornale genovese ci sembra grave. O no?
Elio Domeniconi