La farsa dei sottosegretari
Questo l'annuncio ufficiale: la nomina dei tre sottosegretari è stata congelata da Giovanni Toti.
Ma il Governatore ha assicurato: "ne discuteremo in giunta entro il 31 dicembre".
Secondo Michela Bompani, neo esperta di politica di "Repubblica", Toti l'avrebbe fatto dopo la valanga di critiche che ha ricevuto a seguito della nomina dei collaboratori a contratto. E certo quelle nomine (a dir poco stravaganti) hanno aumentato i mal di pancia all'interno della maggioranza e della stessa Forza Italia, ma verità è quella che sin da subito ha scritto Genova3000. E cioè che per varare i tre sottosegretari ci vuole una legge, come ha fatto il leghista Roberto Maroni in Lombardia.
Quindi Toti: entro la fine dell'anno ne parlerà in giunta per capire come la pensano i suoi alleati, se capirà che ci sono tanti mal di pancia, eviterà di portarla in Consiglio regionale per risparmiarsi una nuova brutta figura.
D'altra parte quello che è stato fatto per i collaboratori non ha fatto che aumentare i malumori nei confronti del giovane Governatore, che forse si è montato la testa sino a credere di poter fare quello che gli fare e piace. Sicuramente i collaboratori possono essere utili, ci mancherebbe altro. Ma deve trattarsi di persone valide: se si scelgono gli amici, gli amici degli amici o addirittura i compagni di merende, allora il discorso cambia.
Idem per i tre sottosegretari. Se devono servire per dare una mano agli assessori che hanno troppe deleghe, allora può anche andar bene. Ma se invece ad esperti si ricorre ai trombati delle ultime regionali, allora il discorso cambia.
Si è detto che Ilaria Cavo si è dimessa da consigliera regionale (dove del resto era entrata non per volere popolare ma perché inserita nel listino del Presidente) per concentrarsi sul duro lavoro dell'assessorato e poi si scopre che il suo impegno sinora è stato quello di:
- cercare un presidente (Govanni Calabrò) per il suo amato Genoa
-far dare mille euro al mese (l' "argent de poche") alla sua amica Margherita Rubino, che non ha mai nascosto di essere di sinistra (e ha come specializzazione il teatro antico)
-studiare il rinnovamento del logo della Regione, per inserire il famoso Cycnus
allora cadono le braccia a chi aveva sognato una giunta modello di efficienza.
Ovviamente l'opposizione canta vittoria. La capogruppo Raffaella Paita ha dichiarato: "Questa è una vittoria del Pd: il ddl regionale di modificazione statutaria per l'introduzione della figura del sottosegretario è stato depennato, questa è la notizia. C'è nervosismo, in questi giorni, in maggioranza. Il disegno di legge doveva essere approvato dalla giunta del 2 novembre, ma proprio all'ultimo è stato dapprima ritirato dall'ordine del giorno, poi definitivamente depennato. Li abbiamo finalmente indotti a ripensare alle scelte".
Per una volta dobbiamo essere d'accordo con la pupilla di Claudio Burlando. Ma sin da subito Genova3000 aveva parlato di farsa. Una farsa che Giovanni Toti avrebbe potuto risparmiarsi.
Elio Domeniconi