Lilli Lauro non potra' entrare in FI
Altra stranezza della politica dei nostri giorni. In questo caso dei "paciughi" combinati da Giovanni Toti,
dopo la sua elezione a Governatore.
Questo caso riguarda Laura Lauro, detta Lilli. Che, a onor del vero, passa da un paradosso all'altro.
La Lauro viene definita (giustamente) capogruppo di Forza Italia in Comune. Ma la definizione non è esatta. Perché a Palazzo Tursi il gruppo di Forza Italia non esiste, non è mai stato costituito. C'è ancora il gruppo Popolo della Libertà, che non è mai stato sciolto. C'è rimasto Matteo Campora, che pure era passato da subito con il Nuovo Centro Destra. E c'è ancora Stefano Balleari, che pure ha raggiunto il suo fraterno amico Matteo Rosso nei Fratelli d'Italia (e da tempo firmano insieme le denunce e i comunicati stampa).
In realtà a fianco della Lauro, o meglio in Forza Italia, è rimasto solo Guido Grillo, che pure nella campagna elettorale per le Regionali, ha sostenuto un altro candidato, per l'esattezza Claudio Muzio.
Ora la Lauro passa finalmente in Regione e per quel che mi riguarda ne sono contento visto che l'ho votata (con la speranza che uscissero in due, il sindaco di Casarza Ligure e lei). Ovviamente la pupilla di Sandro Biasotti, che è il coordinatore regionale del partito, va a rinforzare in via Fieschi lo schieramento che fa capo a Silvio Berlusconi. Ma non potrà iscriversi in quel gruppo, che è guidato dall'ottimo Angelo Vaccarezza. Tutto questo perché altrimenti dovrebbe sciogliere il gruppo con il suo nome che ha fondato per sistemare i due collaboratori del Gruppo Biasotti, Roberto Dotta e Marcella Mirafiori, che altrimenti sarebbero rimasti a spasso (e sicuramente non l'avrebbero meritato perché, nel loro genere, sono bravi entrambi).
Quel gruppo è stato formato con Toti e con i due amici che sono entrati in Regione perché lo stesso Toti li aveva inseriti nel suo Listino e cioè la giornalista Mediaset Ilaria Cavo e il sindaco di Ameglia (cioè di Toti) Giacomo Raul Giampedrone. Ora Toti ha chiesto loro, che nel frattempo sono stati nominati assessori, di dimettersi da consiglieri perché solo così può entrare la Lauro. Ovviamente hanno accettato, primo perché non possono certo dire di no a Toti al quale devono tutto e secondo perché se (toccando ferro) dovesse cadere la Giunta Toti (come desidera Raffaella Paita, e non solo lei) non avrebbero problemi: la Cavo tornerebbe a fare la giornalista a Mediaset dove Siria Magri, moglie di Toti, l'accoglierebbe a braccia aperte, perché alle trasmissioni sui delitti insoluti stanno venendo a mancare le sue inchieste, e Giampedrone tornerebbe a fare l'avvocato nella sua zona.
Tutto questo è perfettamente regolare per le leggi vigenti. Ma per chi, come il sottoscritto (e chissà quanti altri) ha un concetto un po' più alto della politica, la conclusione è amara. Se queste sono le strategie della politica, poi non meravigliamoci se la gente non va più a votare.
Elio Domeniconi