La Paita ringrazi Burlando
Chissà quante volte Claudio Burlando si è pentito di aver designato per la sua successione Raffaella Paita.
Non pensava di chiudere con una sconfitta una carriera politica che è stata sicuramente strabiliante. E soprattutto non si sarebbe mai aspettato di essere criticato da chi dovrebbe ringraziarlo per tutta la vita.
Genova3000.it l'ha già detto: Raffaella Paita non solo non ha saputo vincere, ma non ha saputo nemmeno perdere.
Non ha vinto perché in occasione delle Primarie, accettando i voti della destra, ha offerto a Sergio Cofferati e a Luca Pastorino lo spunto per uscire dal partito (e quindi farla perdere).
Dopo aver perso, invece di fare l'autocritica, come si usava una volta, si è messa a sparare fendenti a destra e a manca. Se l'è presa anche con il suo vecchio amico Andrea Orlando, che è diventato ministro, l'ha definito "sopravvissuto a tutte le stagioni politiche", come se lei fosse una renziana della prima ora.
Ma ha stupito soprattutto l'astio nei confronti di Burlando, che era il suo sponsor e che, lui ateo, l'aveva accompagnata persino nel pellegrinaggio alla Madonna della Guardia.
Ha scritto Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano: "Addirittura Paita ieri è parsa prendere le distanze da Claudio Burlando, il suo padrino politico: "Nella sua giunta avevo una posizione fortemente critica".
Emanuele Rossi sul "Secolo XIX": " Per l'ex candidata presidente, è stato il duo Lunardon-Orlando a impostare una campagna contro l'amministrazione regionale e Burlando,che ha, alla fine spaccato il partito".
Quindi lei è stata una vittima della guerra a Burlando.
E Simone Regazzoni, portavoce della Paita, che su "Repubblica" (Nadia Campini) "accusa la mano lunga di Burlando sul partito".
Insomma, la Paita ha perso per colpa di Burlando. Ovvero dell'uomo che l'aveva designata per il vertice della Regione. Dovrebbe essergli eternamente grata, invece la Lella spara anche su di lui. Povero Claudio!
Elio Domeniconi