Le provocazioni di Sandro Biasotti
Vorrei tanto difendere Sandro Biasotti. Ho votato per lui sin dal lontano 2000, quando era diventato presidente
della Regione in Liguria.
Prima di quell'exploit era solo un abile venditore di automobili. E in televisione (dove l'ho conosciuto) veniva invitato solo per parlare della Sampdoria.
Lui stesso ha confessato che, quando è entrato in politica (merito o colpa? del mio amico Alfredo Biondi) non avrebbe mai pensato di raggiungere certi traguardi. Era il ragionier Biasotti, è diventato l'onorevole Biasotti. E passi se a Montecitorio sì è parlato di lui solo quando è stato redarguito nel Transatlantico da Laura Boldrini offesa perché non si era rivolto a lei chiamandola "signora Presidente". E' rimasto l'unico parlamentare ligure di Forza Italia (sia pure perché ha accettato senza batter ciglio i paracadutati, ha pensato solo alla sua poltrona).
Per questi titoli è stato nominato coordinatore regionale. Ruolo in cui si è distinto per la battaglia personale contro Matteo Rosso, che se si fosse presentato in lista non avrebbe permesso l'ingresso in Regione della sua vezzosa pupilla Laura Lauro detta Lilli.
La Lilli è stata la prima a tappezzare la città con i suoi manifesti. Oggi l'ha emulato l'altro fedelissimo, Aldo Siri, che era diventato consigliere regionale con la Lista Biasotti. I giornali hanno parlato di lui solo per i famosi panettoni che a Natale regalava alle parrocchie (meritoria opera di bene, ma effettuata con i soldi pubblici destinate alle attività istituzionali del gruppo).
Orbene. Le liste sono ancora tutte da decidere. Potrà dire la sua il candidato presidente Giovanni Toti. E a Roma c'è un'apposita commissione per le Regionali presieduta dal senatore Altero Matteoli.
Secondo la prassi la lista dovrebbe essere scelta in riunioni collegiali. Invece la Lauro e il Siri (nemmeno lontano parente del mitico cardinale) hanno affisso i manifesti senza aspettare le decisioni del partito. Evidentemente è stato Biasotti a dir loro: procedete pure, sarete sicuramente in lista, vi ci metto io.
Secondo me questa è una mancanza di riguardo, una prevaricazione. Un gesto di arroganza che si doveva evitare. Vero Sandro Biasotti?
Elio Domeniconi