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Il suicidio di Raffaella

Chi frequenta Raffaella Paita riferisce: "E' fuori di testa". E la decisione di ammettere tra i propri alleati Liguria Cambia

non sembra una mossa intelligente. Gli analisti sostengono che se Armando Ezio Capurro fa prendere, poniamo, 5 voti automaticamente ne fa perdere 10. Che probabilmente diventeranno ancora di più dopo le rivelazioni di stamane sul "Secolo XIX", da parte di Matteo Indice. Capurro ha sempre detto che si rifiutava di mostrare gli scontrini ai giornalisti per ragioni di privacy. Ora il cronista ha scoperto che quel gruppo nato dalle ceneri di "Noi per Burlando" truccava le ricevute. Nell'agriturismo "Gli Ausenda" di Taggia la titolare Monica Occelli aveva fatto un conto per 20 pasti, totale 600 euro. Che però nello scontrino consegnato in Regione erano diventati 30 pasti per un importo totale di 900 euro. E comunque quelle abbuffate non potevano certo essere spacciate per attività politica, ammesso che l'attività politica possa essere ancora una cosa seria. E poi è spuntato anche l'acquisto di quadri al "Circolo culturale proposte visive" di Rapallo.
La decisione della Paita, che terrorizzata dalla paura di perdere sembra disposta ad accogliere,come suol dirsi "cani e porci", provocherà un fuggi fuggi dal PD nel Tigullio. Insomma per la candidata PD alle Regionali è un vero e proprio harakiri. Un suicidio in piena regola.
D'altra parte bisogna anche capirlo. Una volta c'era la cosiddetta disciplina di partito. La Paita, avendo vinto le Primarie, avrebbe dovuto avere l'aiuto di tutti e avrebbe vinto facile. Poi invece si è dimesso il suo rivale, Sergio Cofferati, gridando ai brogli. Infine un deputato che è anche sindaco di Bogliasco, ha lasciato il partito e si è candidato contro di lei. Persino un prete, don Paolo Farinella, ha messo a disposizione di chi contesta la Paita, la sacrestia della chiesa di San Torpete, dove esercita il suo (discusso) ministero.
Insomma, la pupilla di Claudio Burlando si sente fucilata dal fuoco amico. Involontariamente ha dato il suo contributo anche l'esimio direttore di Telenord Paolo Lingua, che nel suo (divertente) editoriale ha raccontato che il premier Matteo Renzi sarebbe venuto a Genova "a darle una spallata". Quando si sono accorti del lapsus, a Telenord non hanno più mandato in onda l'editoriale negli altri telegiornali. Ma chi aveva ascoltato l'editoriale nel Tg delle 19,30 si è fatto due grasse risate. Alle spalle della Lella, naturalmente.

Elio Domeniconi

 

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