Capurro vuole un listino...
Tre cose in questi giorni hanno colpito l'opinione pubblica (che crede sempre meno in questo modo di fare politica)
1-CAPURRO
La sincerità con la quale gli esponenti di "Liguria Cambia" hanno fatto sapere il perché della rottura con Raffaella Paita: la candidata alle Regionali del Partito Democratico non ha accettato di inserire Armando Ezio Capurro nel suo Listino.
In altri momenti si sarebbero trovati mille sotterfugi per nascondere la verità. Avrebbero fatto ricorsi alle motivazioni più assurdi per non confessare: a noi interessano solo le poltrone.
D'accordo: nessuno dice più di voler fare politica per spirito di servizio, per difendere i deboli, per creare una società più giusta, eccetera eccetera. Gli ideali sono: lo stipendio, il rimborso spese, la pensione (e in qualche caso anche le mazzette).
Ora si gioca a carte scoperte. Non si cerca nemmeno di salvare la faccia. Io ti appoggio, ma tu mi metti nel Listino. Se non accetti, passo con un altro schieramento. Esco fuori dal centro sinistra.
2-PAITA
Raffaella Paita ha usato parole grosse, ha parlato di "ricatti". E i ricatti, lei spirito gentile, non li accetta da nessuno.
Ha stupito anche questa sincerità da parte di una candidata alle elezioni. Perché chi si candida alle elezioni cerca i voti di tutti (e Sergio Cofferati aveva accusato proprio la Paita di aver vinto le elezioni proprio con i voti del nuovo centro destra). E in teoria questo Capurro doveva considerarsi un amico visto che era entrato in Regione con una lista che faceva riferimento a Claudio Burlando.
Secondo i maligni, però, la Lella non ha dato ospitalità a Burlando perché non crede ai sondaggi ordinati dallo stesso Capurro e che danno "Liguria Cambia"al 5 %. Per un 5% avrebbe potuto anche sacrificare un posto nel Listino.
3-BIASOTTI
La terza sorpresa l'ha fornita il coordinatore regionale di Forza Italia onorevole Sandro Biasotti. Invece di attaccare la sinistra per queste manovre di voto di scambio. Tra lo stupore generale ha dichiarato di essere pronto ad accogliere Capurro e compagni. Ha detto che " a sinistra erano in prestito".
Per lui è normale che Capurro passi da uno schieramento all' altro, da un'alleanza all'altra. Invece di gridare allo scandalo, li accoglierebbe a braccia aperte.
Se questa è la politica del 2015, povera Italia!
Elio Domeniconi