Lussana pennella Giovanni Toti
Da quando ha abbandonato la carta stampata, l'ex caporedattore della redazione genovese de “Il Giornale”, Massimiliano Lussana, esprime tutto il suo estro giornalistico attraverso Facebook: da mesi pubblica la sua seguitissima rubrica “La Puntina”. In questi giorni il giornalista si è superato dando una lunga “pennellata” al governatore ligure Giovanni Toti. Una chicca che merita di essere riproposta. Eccola!
“Evidentemente, Giovanni Toti non è Albert Einstein.
Però uno che arriva ragazzo in un telegiornale e dopo pochi anni ne diventa il direttore, evidentemente qualche qualità ce l'ha.
Uno che arriva in politica e dopo pochi mesi diventa il consigliere politico del suo leader ed eurodeputato eletto con valanghe di preferenze, evidentemente qualche qualità ce l'ha.
Uno che viene eletto quasi per caso, grazie anche alle divisioni fra gli avversari, presidente di una Regione e poi la governa con soddisfazione dei cittadini, evidentemente qualche qualità ce l'ha.
Uno che espugna, una dopo l'altra, le storiche roccaforti della sinistra in quella regione, compresa Genova e porta a Palazzo Tursi un sindaco che, per la prima volta da decenni, ha un colore diverso, evidentemente qualche qualità ce l'ha.
Uno che fa innamorare un caterpillar di professionalità e volontà come Siria Magri, che ha lo stesso suo tocco sugli ascolti televisivi, oltre che tanti altri pregi, evidentemente qualche qualità ce l'ha.
Poi, ovviamente, Toti ha anche dei difetti, altrimenti sarebbe padre Pio.
Un certo cinismo sornione e bonaccione, un'eccessiva tendenza a semplificare all'osso le questioni, qualche errore nella scelta delle persone, una quantificazione dei tempi non impeccabile (il suo "ci sentiamo domani" manca sempre dell'indicazione dell'anno), un'idiosincrasia per le questioni burocratiche.
Con la squadra sempre pronta: l'esuberanza di Jessica Nicolini Francesca Licata all'evangelizzazione, la dolcezza riservatissima di Valeria Andresi all'agenda, il giovanilismo sfrontato ed efficiente dei fedelissimi di giunta Giacomo Giampedrone e Marco Scajola, dioscuri del presidio di Levante e Ponente, che oltre che a farsi il ciuffo - più "aggressive" quello di Giampedrone, ricco di gel, più tendente a un classico tirabaci quello di Scajola - stanno dimostrando di studiare norme e delibere, secchioni della giunta.
Uno dei pregi di Toti è il fattore C, nel senso di culo, di fortuna, un po' come Arrigo Sacchi al Milan.
Ma Sacchi ha rivoluzionato il calcio italiano.
E, in qualche modo, Toti ha rivoluzionato la politica ligure.
Il governatore ha un uso della comunicazione, delle parole e soprattutto delle citazioni che è degno di una teoria della relatività dialettica.
E l'altro giorno, agli Stati Generali dell'Economia genovese - appuntamento interessante per gli addetti ai lavori, ma certo non gratificato di partecipazione di folle oceaniche di popolo, nonostante un gran lavoro organizzativo dell'assessore allo Sviluppo Economico del Comune Giancarlo Vinacci che ci ha messo tutto il suo impegno e la sua passione - Toti si è superato con le citazioni.
Da quella minimalista del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio ("che è una persona seria", stesso elogio fatto ieri ai membri del governo piddini, "con cui discutiamo, ma collaboriamo istituzionalmente bene, a differenza di ciò che accade con gli esponenti del Pd ligure") sulla partenza dei cantieri della Gronda, a quella del teatro dell'assurdo di Samuel Beckett: "Il Terzo Valico sembrava Godot".
Fino a quella, per l'appunto, di Einstein: "Il futuro dipende da noi e da quello che voi, io e tante persone fanno e faranno oggi e domani e quello che fanno dipende dai loro pensieri e dai loro desideri, dalle loro speranze. Questa città ha un atteggiamento per cui sono disponibile a diventare guercio purché tu diventi cieco. Credo che dovremo cambiare il nostro atteggiamento, perché le cose intorno a noi stanno cambiando. Ma non possiamo pensare che cambino veramente se continuiamo ad agire allo stesso modo: lo diceva Albert Einstein e io tendo a crederci; (...) è oggettivo che le cose stanno cambiando, sia per un fatto congiunturale, sia perché la politica si è allineata ad una visione di sviluppo coerente con il lavoro compiuto dalla giunta regionale".
E poi Toti cita Karl Popper, il padre dell'epistemologia, che Marcello Pera fece amare ai filosofi della scienza italiani: "E' da come voi e noi interpretiamo la realtà che si muove che dipende il reale successo del nostro rilancio. Non è una ferrovia o la banda larga, il porto di Genova o una banchina, ma da come noi interpretiamo i fatti e da quali aspettative i fatti producono nel futuro parte il successo della nostra regione e noi oggi siamo qui per costruire quello".
Per chiudere con Renato Zero: "Questi sono i migliori anni della nostra vita. O li usiamo ora o mai più e abbiamo la gigantesca responsabilità, come classe politica e dirigente, di cogliere questa occasione unica della storia che non c'è stata negli anni Settanta e Ottanta perché c'è stata la grande deindustrializzazione del Paese e che non ci sarà tra dieci anni, perché l'opportunità di sfruttare la banda larga, le banchine del Porto e i treni sarà passata: il momento di cogliere tutto ciò che sta cambiando, grazie al lavoro di tutti, è adesso".
Quindi, davvero, "I Migliori anni della nostra vita".
Con Toti, "sorcino", come si chiamano i fans di Renato Zero.
Del resto, è dalla campagna elettorale che diciamo che somiglia a Gas Gas, il topolino della Cenerentola disneyana”.