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Davide Rossi ricorda Ravera

Davide Rossi accanto a Bruno Ravera

Ciao Bruno, entrai in Lega poco più di un bambino, scontroso e viziato, mi apristi tu la porta d'ingresso,

ricordo ancora l'odore di dopobarba nel tuo ufficio, da quel giorno non ho mai smesso di volerti bene, sei stato una guida, un punto di riferimento, un secondo papà, abbiamo condiviso molto fino alle ultime ore stanotte, le feste infinite ad Arenzano tra totani e melanzane, alle ronde al freddo alla pioggia, dai presidi più partecipati a quelli nei paesi più sperduti, ho anche due foto di due comizi dove a sentirci vi erano sei persone (Campomorone e Rondanina), ma non ti abbattevi mai. Poi Strasburgo, Londra, passando per le lotte anti moschea Cornigliano, Commenda, Lagaccio, il 14,7% a Sampierdarena mentre in Liguria gli altri della Lega avevano il 6. L'inaugurazione della nostra sede in Via Cantore, lo sgombero dei rom in Via Lungomare Canepa, la liberazione della Regione dove ti impuntasti per fare l'ultimo presidio in Via Venti nel quale distribuimmo con i ragazzi del Piemonte migliaia di volantini di Rixi, fino alla conquista di Savona. Poi la Brexit fu la tua ultima intuizione geniale di chi vedeva mesi prima quello che poteva accadere. Grazie Bruno per tutto e ciao. So che ci guiderai come sempre ma da un posto meno cattivo dove nessuno ti potrà più fare torti, sbeffeggiarti o levarti più nulla.
Con la gente per la gente mi dicesti solo tre giorni fa. Tu sei uno che splende di luce propria e rispetto ad altri squali sei genuino come me.

Davide Rossi
apprendista politico, come amavi chiamarmi quando ti ero vicino

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