Mister Vieira trasforma il gioco del Genoa ma contro il Cagliari non spezza il tabù del Ferraris
Neppure l'avvento di Vieira in panchina ha spezzato il tabù Marassi, ma nella gara pareggiata contro il Cagliari si è visto un Genoa ben differente rispetto al passato. Il tecnico francese sceglie l'inedito 4-3-3 con Zanoli e Miretti larghi in avanti a supporto di Pinamonti e Thorsby a completare il centrocampo. Subito si vede una squadra più propositiva e organizzata, che gioca palla a terra e non si chiude, ma i progressi nella manovra non impediscono ai sardi di passare in vantaggio grazie ad un errore nel disimpegno di Matturro e, sul successivo cross, ad un colpo di braccio in piena area di Thorsby segnalato all'arbitro dal Var.
Furiosa la reazione genoana che 4 minuti più tardi (siamo al 12') perviene al pareggio con Frendrup che su rilancio errato di un difensore ospite spara nel sacco dal limite. Il primo tempo prosegue con nuove trame su entrambi i fronti, anche se più pericoloso si rivela il team di Nicola, al quale prima del riposo il portiere Leali nega il nuovo vantaggio con un miracolo su rasoterra di Gaetano.
Nella ripresa la gara si mantiene viva ed incerta e dopo un altro salvataggio di Leali su Getano è il Genoa al 59' a trovare il raddoppio: Thorsby sulla destra vince un contrasto e dal fondo serve Miretti, il cui diagonale si infila nell'angolino. In altre due circostanze il Grifo sfiora il tris e con Messias in campo al posto di Sabelli (e Zanoli arretrato a terzino) sembra poter controllare il match, ma il Cagliari non ci sta e dopo un tentativo dell'ex Pavoletti viene gratificato all'86' da un secondo rigore, stavolta susseguente ad un intervento di Martin su Piccoli che il direttore di gara Sozza, tutto meno che casalingo, considera falloso. E in questi casi il Var non può intervenire.
Un'autentica beffa che rovina la festa del cambio di tecnico e impedisce ai rossoblù liguri di distanziare gli isolani in classifica, ma al di là del rimpianto, è cresciuta tra i tifosi genoani la speranza in un futuro meno travagliato.
Pierluigi Gambino