La Sampdoria col nuovo modulo non entusiasma ma esce imbattuta dal campo di Palermo
Un punto prezioso per la Samp alla Favorita, conquistato con applicazione difensiva e anche con un briciolo di fortuna. Contava soprattutto riprendere la marcia: missione compiuta, ma senza entusiasmare. L'undicesimo posto è stato confermato, ora in condominio con Catanzaro e Carrarese, a due lunghezze dalla griglia playoff ma anche un solo gradino sopra il quintultimo posto.
Il cambio di modulo deciso da mister Sottil, passato al 4-2-3-1 con La Gumina punta fissa, non ha sortito gli effetti sperati sotto il profilo del gioco, apparso farraginoso e confuso. Da apprezzare la robustezza difensiva emersa nell'ultima mezz'ora, quando il Palermo ha dominato sotto ogni aspetto, ma senza trovare il varco vincente.
Già nel primo tempo meglio i rosanero, che però non appaiono granché pericolosi, ma la Samp fatica a produrre manovre interessanti. Ciononostante il vantaggio blucerchiato arriva ugualmente al 38' ed è un regalo dei difensori locali: su lungo lancio di Ferrari (sostituto nei primi minuti di Romagnoli, uscito per distorsione alla caviglia), Baniya non interviene e Nikolaou con un tocco maldestro serve Tutino, cinico nell'infilare da due passi.
Il Palermo insiste e trova il meritato pari nel recupero del primo tempo grazie a Di Francesco, il più vivace dei siciliani, che da sinistra converge e dal limite esplode una bordata diretta all'incrocio.
Nella ripresa, dopo un tentativo di La Gumina sventato dal portiere Desplanches, gli isolani assumono il comando del match e non lo lasceranno più. Per fortuna la mira dei bomber di casa è quasi sempre stata sbilenca e quando la palla era nello specchio ci ha pensato il portiere doriano Silvestri, rilanciato dopo un lungo accantonamento, a blindare il pareggio con più di un intervento maiuscolo.
Pari pesante, ma gli auspicati progressi in casa Samp non si sono visti e le sole note confortanti derivano dalle prestazioni del numero uno e di Alex Ferrari, tornato in campo dopo oltre un anno. Sul resto della squadra (compreso Pedrola, autore solo di un paio di spunti) è meglio stendere un velo pietoso.
Pierluigi Gambino