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Bella l’idea delle soste brevi, ma perché chiamarle “Kiss and buy”?

Una sosta breve e il sindaco Marco Bucci

Genova lancia la sosta veloce, o breve: 30 minuti con 44 parcheggi gratis, a corona del centro storico. Una scappata, un acquisto e via. Un’idea giusta, che funzionerà certamente, data la fame di parcheggi. Ma chiamarla “Kiss and buy”, cioe “Bacia e compra”, è uno sgarbo grosso alla nostra lingua e alla comprensione di tutti. Lingua nata nel 300 con Dante, dal volgare fiorentino.

Sindaco Bucci, non siamo a Rochester, città satellite di New York, dove lei ha lavorato 17 anni. Siamo a Genova! Lo so che ha copiato dai cartelli “Kiss and fly” (Bacia e vola) degli aeroporti, o al “Kiss and ride” (Bacia e viaggia) della stazione ferroviaria di Bologna. Ma in centro a Milano, dal 2015, c’è un cartello di sosta breve, vicino alle scuole con scritto “Un bacio e via”, per ricordare ai ragazzi la bellezza della nostra lingua, la più armoniosa del mondo.

Ma lei non è l’unico a preferire l’inglese. Guardi sotto la foto de Il Secolo XIX di un mese fa,col titolo " La solitudine del Caregiver" ( La solitudine dell’assistente). “Perché non in italiano?”, ho chiesto alla direttrice, incontrandola.

“E’ più preciso in inglese”, mi ha risposto. Poi, se non tutti capiscono, non importa niente.

Paolo Zerbini

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